Cosa dice il Ministero della salute sulla Formalina?

La Formaldeide: Cos'è, Effetti sulla Salute Misure di Prevenzione e sostituti

Barbara Ruscitti 10/06/2024 0

Che cosa è
La formaldeide è un composto organico in fase di vapore, caratterizzato da un odore pungente. Oltre a essere un prodotto della combustione (fumo di tabacco e altre fonti di combustione), è anche emesso da resine urea-formaldeide usate per l'isolamento (cosiddette UFFI) e da resine usate per truciolato e compensato di legno, per tappezzerie, moquette, tendaggi e altri tessili sottoposti a trattamenti antipiega e per altro materiale da arredamento. Nelle abitazioni i livelli sono generalmente compresi tra 0,01 e 0,05 mg/m³. Anche per questo composto i livelli indoor sono generalmente superiori rispetto a quelli outdoor.

Negli ambienti indoor, i livelli sono generalmente compresi tra 10 e 50 μg/m³. Le maggiori concentrazioni si possono osservare in case prefabbricate, dopo interventi edilizi e in locali con recente posa di mobili in truciolato, parquet o moquette.

Effetti sulla salute
La formaldeide causa irritazione oculare, nasale e a carico della gola, starnuti, tosse, affaticamento e eritema cutaneo; soggetti suscettibili o immunologicamente sensibilizzati alla formaldeide possono avere reazioni avverse anche a concentrazioni inferiori. Le concentrazioni di formaldeide rilevate nelle abitazioni possono essere dell'ordine di quelle che provocano irritazione delle vie aeree e delle mucose, particolarmente dopo interventi edilizi o installazioni di nuovi mobili o arredi. La formaldeide è fortemente sospettata di essere uno degli agenti maggiormente implicati nella Sindrome dell’edificio malato (Sick Building Syndrome), tanto da essere utilizzata come unità di riferimento per esprimere la contaminazione di un ambiente indoor da una miscela di sostanze non risolvibili. Nel 2004, la formaldeide è stata indicata dallo IARC tra i composti del gruppo I (cancerogeni certi). Essendo un agente con probabile azione cancerogena, è raccomandabile un livello di concentrazione il più basso possibile. L’OMS ha fissato un valore guida pari a 0,1 mg/m³ (media su 30 minuti).

#### Misure per ridurre l’esposizione
- Eliminare o limitare, dove possibile, l’impiego di materiali contenenti formaldeide (tappezzerie, moquette, mobili in truciolato, ecc.).
- Utilizzare prodotti a basso contenuto di formaldeide; ad esempio, prodotti a base di legno truciolare a minor emissione che contengono resine fenoliche, non a base di urea-formaldeide.
- Aumentare la ventilazione, particolarmente dopo aver introdotto nuove fonti di formaldeide nell'ambiente confinato.
- Utilizzare dispositivi di condizionamento dell’aria o deumidificatori per mantenere moderata la temperatura e ridurre i livelli di umidità, poiché il rilascio di formaldeide è tanto più elevato quanto più alte sono la temperatura e l'umidità.

 Normativa
Nella Circolare del Ministero della Sanità n. 57 del 22 giugno 1983, “Usi della formaldeide - Rischi connessi alle possibili modalità d’impiego”, viene riportato un limite massimo di esposizione di 0,1 ppm (124 μg/m³) negli ambienti di vita e di soggiorno in via sperimentale e provvisoria. Questo orientamento è stato confermato nel decreto del 10 ottobre 2008, “Disposizioni atte a regolamentare l’emissione di aldeide formica da pannelli a base di legno e manufatti con essi realizzati in ambienti di vita e soggiorno”. Per quanto riguarda le metodiche da utilizzare per le misurazioni delle concentrazioni, il decreto del 2008 riporta i riferimenti dei metodi UNI, ovvero: UNI EN 717-1:2004, Pannelli a base di legno. Determinazione del rilascio di formaldeide con il metodo di camera; UNI EN 717-2:1996, corretta nel 2004, Pannelli a base di legno. Determinazione del rilascio di formaldeide con il metodo dell’analisi dei gas.

Per ulteriori informazioni e aggiornamenti normativi, è possibile consultare il sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it).

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Sandra Bergamelli 15/05/2022

Ecco chi potrà prelevare subito i soldi dal conto cointestato del defunto anche se non erede sia in banca che alle Poste

Alla morte di un nostro caro defunto oltre a dover affrontare il dolore per la perdita, sono tante le incombenze da svolgere. Talvolta innanzi al mare magnum di adempimenti ci si ritrova impreparati e spaesati e se non si presta la dovuta attenzione si rischiano sanzioni salate. Infatti vedove ed eredi di coloro che sono deceduti dal 1°agosto al 30 novembre 2021 devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione persone Fisiche 2021. Ovviamente se il de cuius era titolare di partita IVA. Chi non invia questa dichiarazione entro il 31 maggio potrà ricevere dall’Agenzia delle Entrate, anche prima dell’estate, pesanti sanzioni. Pertanto, anche se è difficile e doloroso, è necessario andare avanti perché la legge non ammette scuse.

Si dovranno programmare tutte le scadenze e ricercare anche i conti di cui era titolare il defunto dove magari vi sono depositate somme importanti. Questi infatti non si estinguono automaticamente con la morte del titolare ma sarà necessario seguire un preciso iter sia da partedei successori che della banca. Ma cosa accade se il conto del de cuius era intestato con altro soggetto ancora in vita? Chi potrà prelevare le eventuali somme giacenti sul conto? A fornire la soluzione è proprio la Suprema Corte con pronunce anche piuttosto recenti.

Ecco chi potrà prelevare subito i soldi dal conto cointestato del defunto anche se non erede sia in banca che alle Poste

In particolare dopo la morte di uno dei cointestatari del conto, a firme disgiunte, il contitolare superstite potrà continuare ad utilizzare liberamente il conto corrente. La banca sarà tenuta a corrispondere al correntista superstite le somme depositate sul conto qualora questi le chieda. Ciò a prescindere dalla rispettiva quota e in virtù del principio della solidarietà attiva. Pertanto il cointestatario superstite potrà continuare ad operare sul conto, effettuando prelievi o versamenti.

A nulla potranno valere le rimostranze nei confronti della banca. La Corte di Cassazione in virtù del suindicato principio ha confermato che la banca è tenuta a corrispondere le somme depositate sul conto all’altro correntista. Ovvero si è espressa relativamente ad un deposito bancario intestato a più persone con la possibilità, per ognuna, di eseguire tutte le operazioni anche disgiuntamente. Ha evidenziato pertanto che in questi casi si realizza una solidarietà dal lato attivo dell’obbligazione che consente agli altri cointestatari di chiedere l’adempimento dell’intero saldo. In questo caso la banca sarà tenuta a soddisfare le richieste senza avere alcun obbligo nei confronti degli eredi non cointestatari del conto. Secondo la Cassazione questo rientra tra gli obblighi della banca, ovvero consentire agli altri contitolari di disporre pienamente e liberamente dei soldi sul conto. Pertanto ecco chi potrà prelevare subito i soldi depositati sul conto dopo la morte del de cuius.

 

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Chiara Ricciarelli 03/12/2020

La tanatoprassi ha bisogno di una Legge!!

LA TANATOPRASSI E LA SUA LEGITTIMAZIONE.

Siamo ancora in “terra di nessuno”.

 

A che punto siamo con la legittimazione istituzionale della pratica della

TANATOPRASSI in Italia? Questa disciplina ha ottenuto un

riconoscimento formale da parte del Governo o delle Istituzioni?

Facciamo chiarezza in questo articolo.

La tanatoprassi – è un dato di fatto –, oggi è una disciplina che si muove

ancora in “terra di nessuno”.

Nonostante i tentativi di Assotan e INIT di legittimare la materia, il punto è

che c'è ancora stagnazione di idee e di pratiche, nostro malgrado.

Infatti, nel corso di questi anni, con le nostre associazioni, ci siamo adoperati

per formare professionalmente operatori di tanatoprassi qualificati.

Il corso di tanatoprassi svolto da INIT dal 2010 al 2013, con la

collaborazione dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata e con l’Egida

del Ministero della Sanità, si è tenuto con successo – con un ciclo di

formazione pratica su casi reali di 100 operazioni per ogni partecipante al

corso – ed ha visto diplomarsi i primi 5 tanatoprattori specializzati italiani.

Queste figure professionali, oggi riescono, con documentazione alla mano e

con domanda della famiglia del defunto scomparso ad ottenere, seppur a

fatica, l' autorizzazione ad operare come tanatoprattori. E questo accade in

tutta l' Italia, da Bolzano a Palermo.

Gli operatori infatti, mettendosi in contatto con le autorità sanitarie,

ottengono l' autorizzazione ad operare, firmando tutte le carte necessarie.

Ma questo accade perché le autorità sanitarie si informano circa il nostro

Istituto e la sua autorevolezza nel settore. In certi casi, la materia della

tanatoprassi è totalmente sconosciuta e dire che le difficoltà sono poche è

dire, francamente, una menzogna.

Ultimamente, gli operatori della tanatoprassi, sono stati presi maggiormente

in considerazione dal nostro Sistema Sanitario, ottenendo piano piano, l'

autorizzazione ad operare.

E questo è, se vogliamo, un timido segnale in avanti, se pensiamo che in

alcuni casi, le operazioni condotte erano ancor più farraginose.

I trattamenti, di quella che veniva definita imbalsamazione (ma che

imbalsamazione non era), venivano eseguiti, nei fatti, da operatori e tecnici

delle sale obitorio, o da necrofori, che facevano le veci del medico che

invece avrebbe dovuto, secondo il Regolamento della Polizia Mortuaria e i

dettami ospedalieri, eseguire l' operazione. O addirittura, venivano praticate

tecniche, che definire di tanatoprassi e tanatoestetica sarebbe quasi eresia,

con modalità ben lontane dalle regole.

Oggi la realtà è un po’ cambiata. Quella che allora veniva definita come

 

imbalsamazione, ossia la pratica e la tecnica di conservazione che viene

effettuata iniettando liquido conservante nelle arterie, è – per chiamarla con

il proprio esatto nome –, tanatoprassi.

La tanatoprassi si identifica, nello specifico, come conservazione

temporanea.

L' imbalsamazione, invece è ben altro. Si tratta infatti di una pratica

definitiva, il cui intervento esecutivo può andare dai 20 ai 30 giorni. Una

pratica davvero assai costosa, conseguentemente alla quale, ad ogni modo,

ogni anno la salma andrebbe ritoccata e revisionata.

Ma ciò che deve essere in questa sede sottolineato è che si rivela

obbligatoriamente necessaria, all' interno del nostro ordinamento, una legge

al riguardo.

Nel 2017, era stato presentato un Disegno di Legge "Disciplina delle attività

funerarie", il cui iter si era fermato al Senato in corso di esame di

commissione. Anche il successivo DDL FOSCOLO, di cui abbiamo già

parlato, è una disposizione ferma al vaglio delle Camere che, nella sua

stagnazione, non riesce ancora ad essere emanata definitivamente.

Per capire meglio di cosa parliamo, l' articolo 1 del Disegno di Legge n. 1611

"Disciplina delle attività funerarie", definisce i trattamenti di tanatoprassi

come consentiti “qualora il defunto sia destinato a cremazione o a

tumulazione stagna in loculo.” Essi “possono essere eseguiti da operatori

abilitati solo successivamente all'accertamento di morte e al prescritto

periodo di osservazione. Qualora il defunto sia destinato a inumazione o a

tumulazione aerata in loculo, sono consentiti i trattamenti di tanatocosmesi”.

L' articolo 2 del Predetto DDL, invece, esprime i requisiti per espletare la

pratica, recitando testualmente: “Con decreto del Presidente del Consiglio

dei ministri, su proposta del Ministro della salute, previa intesa in sede di

Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province

autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro sei mesi dalla data di

entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti i requisiti minimi per la

pratica della tanatoprassi, valevoli su tutto il territorio nazionale, in base ai

seguenti criteri: a) individuazione del profilo professionale dell'operatore di

tanatoprassi; b) indicazione dei luoghi idonei all'effettuazione dei trattamenti

di tanatoprassi; c) definizione delle metodiche e delle sostanze da utilizzare

nei trattamenti di tanatoprassi, anche in riferimento alla loro compatibilità con

le diverse pratiche funebri e con i diversi sistemi di sepoltura e prevedendo

le garanzie atte ad assicurare che le suddette metodiche e sostanze non

pregiudichino la salute dell'operatore.”

In tutti i modi, quindi, la tanatoprassi è, oggi più che mai, una disciplina che

ha estrema necessità di un riconoscimento.

Il tanatoprattore deve essere autorizzato in maniera formale da un' autorità

sanitaria e da istituzioni che ne riconoscano, definitivamente, la legittimità.

 

Si avverte fermo e presente l' assoluto obbligo, per l' operatore di

tanatoprassi, di intervenire con tutte le carte necessarie, ossia: la domanda

della famiglia dello scomparso di effettuare tale tecnica conservativa, la

copia del documento di un familiare in cui si è firmato il consenso ad

operare, il modulo che autorizza il tanatoprattore firmato dall' ASL del

territorio competente, la certificazione della qualifica professionale di

tanatoprattore ed infine, una copertura assicurativa e civile che copra

eventuali danni causati nell' ambiente di lavoro.

Tutta la documentazione deve essere firmata dall' autorità sanitaria che

autorizza l intervento, mentre il tanatoprattore rilascia il certificato di eseguita

cura di tanatoprassi.

Ad oggi, tuttavia, il tanatoprattore gode di un riconoscimento soltanto

“ipotetico” da parte della società e delle istituzioni, mentre c'è un bisogno

urgente di una legittimazione istituzionale da parte dello Stato, nonché di

una supervisione da parte delle autorità competenti.

Tale professionalità la si dovrebbe evincere dalla partecipazione e dall'

iscrizione del tanatoprattore ad un albo professionale, che si occupa di

controllare e monitorare i requisiti e le competenze.

Oggi invece, non esiste né una legge né tantomeno un Albo Professionale, a

livello nazionale. A dire il vero, esiste soltanto il nostro, quello interno all'

INIT, ma, come è logico capire, non è sufficiente: non esiste, ad oggi, una

legge in vigore, che autorizzi il tanatoprattore ad operare e che riconosca, in

modo istituzionale, la disciplina della tanatoprassi.

La tanatoprassi, infatti, è una cosa seria e anche il corso che qualifica l'

operatore al suo esercizio, deve avere assoluto riconoscimento da parte

dello Stato e delle autorità sanitarie.

E' infatti fondamentale scegliere, per l' espletamento di queste tecniche e

pratiche, i tanatoprattori iscritti ad un ordine, in questo caso, all' ONT, Ordine

Nazionale Tanatoprattori, la cui unica realtà esistente per il momento, è

soltanto la nostra, al fine di garantirsi dei professionisti assoluti.

Non sono nuove infatti le notizie degli scandali di pseudo corsi di formazione

di pochi giorni, dove semplici operazioni di trucco sulle salme vengono fatte

passare per tanatoprassi, gettando fango invece su chi opera in maniera

seria e professionale.

E' per questa ragione che ci sentiamo di batterci per questo scopo: i corsi

devono essere assolutamente seri, professionali, ed erogati da autorità

competenti ed autorevoli, come INIT, e, soprattutto si avverte, impellente, la

necessità che la figura del tanatoprattore ottenga un riconoscimento

effettivo, da parte delle Istituzioni e del Governo, per l' esercizio legittimo

della sua professionalità.

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Chiara Ricciarelli 14/12/2022

Fluytan conservante e fissativo innovativo nel settore cimiteriale funerario sanitario

Mentre nei cimiteri il problema della fuoriuscita di liquami cadaverici dalle

tombe o dai fornetti è una questione all’ ordine del giorno, nel settore delle

imprese funebri, il bisogno di trattare una salma per preservarla,

conservandola il più a lungo possibile, è una stringente necessità.

Fluytan è la soluzione a entrambe queste esigenze, nelle sue versioni

commerciale e professionale! Potente rivoluzione nel settore, è l’ alternativa

alla formalina che permette di conservare il cadavere a lungo senza ulteriori

trattamenti.

Nel settore cimiteriale e nel settore funebre, la necessità di conservazione dei cadaveri è

quanto mai un’ urgente necessità.

E questo perché, innanzitutto, nei cimiteri il problema della fuoriuscita di liquami

cadaverici dalle tombe o dai fornetti è una questione all’ ordine del giorno (seppur poco

se ne parli).

Ma anche perché, nel settore funerario, sia con la diffusione del fenomeno delle Case

Funerarie, che all’ interno delle stesse imprese funebri, il bisogno di trattare una salma

per preservarla, conservandola il più a lungo possibile prima che il processo di

decomposizione faccia il suo – inevitabile – corso, non si rifà soltanto a criteri di ordine

igienico - sanitario, ma anche di presentabilità

In un’ottica fiduciosa verso il riconoscimento anche a livello giuridico delle tecniche di

Tanatoprassi, non possiamo ad ogni modo non constatare che una salma non trattata

non può essere adeguatamente presentabile.

Come conservare il cadavere a lungo? Come contrastare la proliferazione di batteri e

funghi, senza che compaiano subito i segni di decomposizione in assenza di sistemi o

ambienti di refrigerazione? Come mantenerne l’ igiene, attenuarne le lividità, ridare una

certa elasticità alla pelle, per “offrire” al cadavere un aspetto quanto più naturale

possibile?

Fluytan è la risposta a tutti questi quesiti!

Si tratta di un fissativo innovativo utilizzabile nel settore cimiteriale e funerario, ma utile

anche a livello “domestico”. Concepito, brevettato da Italtan nelle sue varianti, per

essere utilizzato in Case Funerarie, ospedali e domicili e per sostituire la formalina:

sostanza utilizzata ancora adesso largamente, ma molto tossica, irritante,

potenzialmente cancerogena, e, cosa non di poco conto, dotata di una scarsa efficacia

d’ impiego nel tempo.

Ma quali sono i vantaggi di Fluytan? Tramite svariate sue possibili applicazioni (sopra

cutanea, sotto cutanea, vascolare ecc.) agisce rapidamente, è efficace a lungo e non è

tossico per gli occhi, la pelle e il tratto respiratorio.

Inoltre, è in grado di mantenere e preservare il cadavere, facendo sì che non sia

necessario, successivamente, nessun altro metodo di conservazione e consentendone il

successivo eventuale ulteriore trattamento.

Per comprendere meglio nel dettaglio le caratteristiche del prodotto, dobbiamo

distinguere fra la versione commerciale e la versione professionale, o ad uso esclusivo

 

del Tanatoprattore. Nella prima rientrano Fluytan Topic e Fluytan Neutral, per la seconda

versione, invece parliamo del Fluytan Professional.

 

Fluytan Topic

 

Fluytan Topic è un conservante ad ampio spettro d’azione, ad applicazione topica,

utilizzabile da tutti. Ciò significa che può essere usato sia in ambito domestico, che negli

ospedali, che da parte degli operatori di Tanatoprassi.

Il prodotto migliora e semplifica le operazioni di preparazione del cadavere per la sua

esposizione. La sua applicazione è molto semplice, potendosi realizzare anche all’

interno dell’ abitazione del defunto in presenza dei familiari.

E tutto questo, senza la necessità di nessun altro tipo di mezzo ausiliario, in quanto a

differenza della versione Professional, non ha bisogno di nessuna “formazione

specifica”per essere applicato.

Come si utilizza? Per nebulizzazione (o per applicazione tramite una spugna) su tutto il

corpo e, laddove necessario, sul viso. Poi, spesso, si esegue un massaggio, per favorire

la penetrazione nell’ epidermide. E i risultati?

• Scomparsa del “Rictus Cadaverico”, o la prevenzione della sua comparsa, a

seconda delle tempistiche con cui il prodotto viene applicato.

• Eliminazione dei segni delle ipostasi, in particolare in seguito ad un’applicazione

ripetuta del prodotto.

• Neutralizzazione della flora batterica aerobica, data la sua ampia efficacia contro

batteri e funghi.

• Eliminazione dei cattivi odori causati dalla decomposizione cadaverica.

• Conseguente conservazione del cadavere, per almeno un periodo di un paio di

giorni, senza l’ausilio di sistemi o ambienti refrigeranti.

 

Inoltre, grazie alle sue azioni battericida, funghicida e virucida consente

all’operatore di lavorare in totale sicurezza.

Ad ogni modo, per una conservazione più a lungo, è sempre raccomandato, ad opera

esclusiva di operatori competenti, l’ uso di un prodotto professionale, per via arteriosa o

per cavità, che prolunga la conservazione del corpo anche per 4-5 giorni e oltre.

 

Fluytan Neutral

 

Fluytan Neutral, invece, è un prodotto specifico per il settore cimiteriale, in grado di

risolvere la fuoriuscita di liquidi e cattivi odori dai loculi.

In questo caso, è possibile utilizzare il prodotto a priori, tramite l' applicazione diretta

sulle parti da trattare, ma soprattutto a posteriori, dove il liquido che fuoriesce dalla

tomba cimiteriale può causare un problema non indifferente di odori fortemente

sgradevoli.

Sarà capitato a tutti di sentire notizie di bare del cimitero che scoppiano e vedono la

fuoriuscita di gas e liquami nauseabondi.

 

In verità, poi, si tratta di un problema tipico soprattutto dei fornetti.

Ecco, in queste situazioni, Fluytan Neutral è decisamente risolutivo, laddove gli operatori

funebri o gli addetti competenti possono intervenire nebulizzando con una cannula il

prodotto all’ interno del loculo e annullare la fastidiosa questione.

 

Fluytan Professional

 

Fluytan Professional infine è un prodotto professionale, ad uso esclusivo di coloro che

esercitano la professione della Tanatoprassi. La soluzione più idonea per una corretta e

valida conservazione della salma a 360°.

Si tratta di un prodotto innovativo e altamente funzionale.

• E’ in grado di conservare la salma, per un periodo generalmente equivalente a

quattro giorni e oltre, poiché utilizzato con un’ alta concentrazione di principi attivi.

• Ad uso esclusivo degli operatori competenti tanatoprattori, può essere utilizzato in

Case Funerarie, ma anche in ospedali e domicili.

• Anche il Professional, come la versione commerciale, può essere utilizzato per uso

topico, ma soprattutto per via arteriosa e all’ interno delle cavità del cadavere.

• Paralizzando e arrestando temporaneamente il processo di putrefazione, infatti,

permette di esporre il cadavere a temperatura ambiente, senza dover ricorrere alla

conservazione in ambienti refrigerati. Al termine del tempo ovviamente il processo di

decomposizione ricomincerà, ma lo farà in maniera controllata.

• L’ igiene è massima: anche qui grazie all’ azione battericida, funghicida e virucida

del prodotto, si consente all’operatore di lavorare in totale sicurezza.

• Fluytan Professional è un ottimo conservante che consente di eliminare la lividità

cadaverica totalmente, donando elasticità ai tessuti e conferendogli un aspetto

maggiormente naturale.

 

Ecco perché, per tutte le ragioni che abbiamo elencato, la veglia della salma può essere

garantita a lungo senza fastidiose visioni di trasformazioni cadaveriche sia negli ospedali

che all’ interno delle Case Funerarie.

Ma non solo. Queste caratteristiche rendono il Fluytan particolarmente adatto per

conservare il cadavere senza ulteriori tecniche aggiuntive per un periodo abbastanza

lungo e per trattarlo eventualmente con i trattamenti di Tanatoprassi.

 

Fluytan: conclusioni

 

Alla luce di quanto detto, si rivela quindi la piena efficacia del prodotto. La necessità del

suo utilizzo all’ interno del settore cimiteriale, negli ospedali e nelle Case Funerarie è

quanto mai stringente e noi di Italtan auspichiamo che sopraggiunga spontanea la

richiesta del suo uso, in considerazione degli ampi vantaggi in grado di condurre all’

interno del nostro settore di riferimento!

Atossicità, estrema facilità di utilizzo, igiene e sicurezza, alta efficacia di conservazione

permettono di esporre e conservare il cadavere a lungo, contribuendo a conferirgli un

aspetto quanto più dignitoso.

 

Tutto questo si ricollega alla nostra Tanatoprassi, tecnica all’ avanguardia assolutamente

indispensabile per un’ impresa funebre o una Casa Funeraria!

 

* Fluytan è un prodotto brevettato e distribuito da Italtan SRL. Per conoscere i dettagli e

tutte le informazioni utili, numero verde: 800 136086 (o altri contatti utili)

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