FORMALDEIDE: APPROVATE NUOVE RESTRIZIONI IN EUROPA
La nuova Norma UE accende l'allarme sulla Salute
Nicolas Tiburzi 20/09/2024 0
La formaldeide è stata classificata dal 2016 come agente chimico di Categoria 1B (con le frasi di rischio H350 e H341). Questo significa che ci sono prove sufficienti che attribuiscono alla sostanza proprietà cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione negli animali, mentre per l'uomo vi sono solo sospetti. La formaldeide possiede anche proprietà sensibilizzanti per le vie respiratorie, corrosive per la pelle, e un'elevata tossicità acuta.
Presenza e utilizzi della formaldeide
La formaldeide si trova naturalmente in molti organismi viventi e nell'ambiente. È presente in alimenti, frutta e viene prodotta come metabolita endogeno nei mammiferi, attraverso il metabolismo ossidativo.
Oltre alle fonti naturali, la formaldeide viene emessa dai processi di combustione, come le emissioni dei veicoli, impianti di produzione energetica, termovalorizzatori, fiamme libere e fumo di tabacco.
Viene ampiamente utilizzata come intermedio nella produzione di resine, materiali termoplastici e altre sostanze chimiche, a loro volta impiegate in una vasta gamma di applicazioni. Oltre all’industria del legno, dei materiali da costruzione, cosmetici e prodotti medico-sanitari (come disinfettanti), l'uso più delicato riguarda l'ambito alimentare (conservazione e disinfezione degli alimenti).
Tra le principali fonti di emissione di formaldeide si annoverano traffico veicolare, materiali da costruzione, tappeti, tessuti, rivestimenti, vernici e pitture.
Esposizione professionale alla formaldeide
I settori industriali in cui si utilizzano grandi quantità di formaldeide o suoi derivati includono:
- Produzione di resine fenoliche (bachelite), urea e melammina (plastiche, adesivi, schiume isolanti);
- Sintesi di composti chimici (es. 1,4-butanediolo, 4,4′-metilendifenil diisocianato, pentaeritritolo, esametilentetrammina);
- Conservanti;
- Verniciatura e lavorazione del legno;
- Servizi funerari e necroscopici (uso di formalina);
- Disinfettanti e fissativi in ambito medico.
In questi settori, in base al D.Lgs. 81/08, devono essere adottate misure di protezione collettive per limitare l'esposizione dei lavoratori. Inoltre, è obbligatorio fornire dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie e indumenti adeguati.
Restrizioni vigenti
Dal 2016, con la classificazione della formaldeide come cancerogeno di Categoria 1B, i prodotti contenenti formaldeide sono soggetti a restrizioni previste dal Regolamento REACH (Allegato XVII, voce n. 28), che regola le sostanze cancerogene di categoria 1A o 1B.
Il Regolamento vieta l'immissione sul mercato di prodotti con concentrazione di formaldeide pari o superiore allo 0,1%, destinati al pubblico. Tali prodotti devono riportare la dicitura “Uso ristretto agli utilizzatori professionali” in modo visibile e leggibile. Sono previste deroghe solo per medicinali e alcuni combustibili.
Sempre nel 2016, la Regione Lombardia ha approvato una “Linea guida regionale sulla stima e gestione del rischio da esposizione a formaldeide", che fornisce un importante riferimento per la valutazione del rischio.
Nuove restrizioni sull'uso della formaldeide
Negli ultimi anni, l’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) ha avviato, su richiesta della Commissione Europea, una procedura per introdurre ulteriori restrizioni sulle emissioni di formaldeide da miscele e articoli. Il 10 febbraio 2023, il Comitato degli Stati Membri UE ha approvato questa procedura.
I prossimi passaggi prevedono l'esame da parte del Parlamento e del Consiglio UE, con la pubblicazione finale attesa sulla Gazzetta Europea nei prossimi mesi.
La proposta prevede nuovi limiti di emissione per articoli contenenti formaldeide, in linea con quanto già stabilito per i pannelli di legno dalla norma EN 13986 e dal D.M. 10 ottobre 2008, che regola le emissioni di aldeide formica nei materiali a base di legno. Attualmente, tessuti, pelle e cuoio, già regolati dalla restrizione n. 72 dell'Allegato XVII del Regolamento REACH, dovrebbero restare esclusi.
Le nuove restrizioni vietano l’immissione sul mercato di articoli con emissioni di formaldeide superiori a:
- 0,062 mg/m³ per mobili, articoli a base di legno e veicoli stradali;
- 0,080 mg/m³ per altri articoli.
Sono previste deroghe per articoli destinati a uso esterno, materiali da costruzione, articoli e veicoli esclusivamente industriali o professionali, e per articoli regolati da altre normative, come biocidi, DPI, dispositivi medici e prodotti a contatto con alimenti.
È previsto un periodo di transizione di 36 mesi per la maggior parte degli articoli e di 48 mesi per i veicoli stradali.
La versione inglese del testo approvato è disponibile online.
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Andrea Pastore 08/03/2025
La Tanatoprassi: Un'Importante Azione di Sanità Pubblica
La tanatoprassi è una pratica che, sebbene ancora poco conosciuta dal grande pubblico, riveste un ruolo fondamentale nel contesto della sanità pubblica. Essa consiste in una serie di trattamenti conservativi del corpo del defunto, volti a garantirne una migliore presentazione estetica e un rallentamento del processo di decomposizione. Questa disciplina si configura non solo come un supporto per le famiglie in lutto, ma anche come un'importante misura igienico-sanitaria.
Il Ruolo della Tanatoprassi nella Sanità Pubblica
Uno degli obiettivi principali della sanità pubblica è la tutela della salute collettiva attraverso la prevenzione delle malattie e il controllo delle situazioni potenzialmente pericolose per la comunità. In questo contesto, la tanatoprassi contribuisce a:
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Prevenire la diffusione di agenti patogeni I corpi in decomposizione possono rappresentare un veicolo per la diffusione di batteri e virus. Grazie alle tecniche di tanatoprassi, è possibile ridurre significativamente il rischio biologico, proteggendo sia gli operatori del settore funerario che i familiari del defunto.
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Migliorare le condizioni igienico-sanitarie nei contesti funerari L'uso di soluzioni disinfettanti e conservanti permette di mantenere gli ambienti funerari più salubri, riducendo il rischio di contaminazione ambientale. Questo è particolarmente importante in situazioni di emergenza sanitaria o in presenza di epidemie.
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Favorire una gestione più sicura del corpo nei trasporti funebri Il trattamento tanatoprattico è essenziale quando il corpo del defunto deve essere trasportato su lunghe distanze, sia a livello nazionale che internazionale. La stabilizzazione del corpo impedisce la fuoriuscita di liquidi organici e il diffondersi di cattivi odori, migliorando le condizioni sanitarie durante il trasporto.
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Supportare la dignità del defunto e il benessere psicologico dei familiari Una presentazione dignitosa del corpo del defunto aiuta i familiari nel processo di elaborazione del lutto. Questo aspetto psicologico è strettamente collegato alla sanità pubblica, poiché un miglior benessere emotivo riduce l'insorgenza di disturbi psicologici legati alla perdita di una persona cara.
L'Integrazione della Tanatoprassi nei Protocolli Sanitari
In molti paesi europei, la tanatoprassi è già regolamentata e riconosciuta come una pratica essenziale per la gestione igienico-sanitaria dei defunti. In Italia, tuttavia, manca ancora una normativa specifica che ne disciplini l'applicazione su larga scala. L'integrazione della tanatoprassi nei protocolli sanitari potrebbe portare numerosi benefici, tra cui:
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Miglioramento della sicurezza per il personale funebre: grazie all'utilizzo di prodotti chimici sicuri e procedure standardizzate, si ridurrebbe il rischio di esposizione a patogeni.
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Maggiore efficienza nella gestione delle salme: l'adozione di questa pratica potrebbe snellire le procedure amministrative, facilitando il lavoro delle autorità sanitarie e degli operatori del settore.
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Adattamento alle esigenze moderne della società: con l'aumento della mobilità internazionale, la tanatoprassi si rivela essenziale per garantire un'adeguata conservazione dei corpi durante i rimpatri e i lunghi trasporti funebri.
La tanatoprassi non è solo una pratica estetica, ma rappresenta una vera e propria azione di sanità pubblica. I suoi benefici in termini di igiene, sicurezza e benessere psicologico sono innegabili e dovrebbero essere riconosciuti e regolamentati a livello normativo. L'integrazione di questa disciplina nella gestione sanitaria dei decessi potrebbe rappresentare un passo significativo verso un miglioramento complessivo della sanità pubblica, contribuendo a garantire dignità ai defunti e sicurezza ai vivi.
Chiara Ricciarelli 15/10/2020
CASE FUNERARIE E TANATOPRASSI.
COME CAMBIA IL RITO FUNEBRE E LA CONCEZIONE DELL’ EVENTO MORTE. L’ IMPORTANZA DELLA TANATOPRASSI NELLE CASE FUNERARIE PER “UMANIZZARLA”.
Il culto della morte, e dei morti, è, fin dall’ alba dei tempi, un elemento caratterizzante della
cultura dei popoli. La concezione del rito funebre è nel tempo stata oggetto di modifiche
nella pratica e nell’ immaginario collettivo. In questo articolo, TanMagazine vuole
ripercorrerne brevemente l’ excursus fino ai giorni nostri, e sintetizzare il fenomeno sempre
più incalzante delle case funerarie e della tanatoprassi come atti rivoluzionari sia per il rito
che per la veglia funebre.
Il culto della morte, e dei morti, è, fin dall’ alba dei tempi, un
elemento caratterizzante della cultura dei popoli, nella storia;
tuttavia, le tradizioni e gli usi legati alla morte e al suo rito funebre
sono variati incredibilmente a seconda dell’ età storica, del luogo,
della fede religiosa, e, non da ultimo, a seconda delle estreme
volontà del deceduto e dei suoi cari.
Durante il percorso della storia e dei popoli, il rito funebre ha
assunto caratteristiche e connotati diversi, fino a giungere ai giorni
d’ oggi, in questa nostra società moderna, dove se, non altro, esiste
una maggior consapevolezza razionale all’idea stessa della morte.
La morte, in quanto limite supremo all’agire umano, su questa terra.
Nonostante questa nostra maggior consapevolezza, la morte e l’
idea che l’ accompagna, sembrano essere ancora un tabù, nei fatti,
un argomento“scottante” o comunque, forse, indigesto, oppure, ad
ogni modo, e sempre, un tema che si cerca di evitare.
Eppure, purtroppo, l’ evento morte è un doloroso accadimento che
tutti ci dobbiamo trovare, prima o poi, ad affrontare; pertanto l’
obiettivo ultimo di questa nostra società, dovrebbe essere quello di
cercare di umanizzare il più possibile una tematica che continua a
farci così paura.
Vero è, ad ogni modo, che è proprio tramite il rito funebre che,
anche oggi, si riesce a condividere l’ evento morte, e a convivere
forse con questa idea che incute ancora così timore.
Se il culto della morte è frutto della cultura e della tradizione dei
popoli, e il rito funebre contribuisce in un certo senso ad aumentare
la tolleranza umana verso il doloroso evento del trapasso, quali
sono le tendenze, nel prossimo futuro, in questo senso?
E’ in un contesto come questo, che per far fronte ad un’ idea di
morte che continua a far paura, si è inserito, piano piano,
lentamente, il concetto di “Casa Funeraria”.
Il rito funebre, nella nostra tradizione italiana, si svolge, infatti,
storicamente, in questo modo. Ovviamente, prima che le esequie
del caro defunto vengano sepolte, o cremate, esse vengono
riposte in un luogo per dargli l’ ultimo addio ed accompagnarlo alla
vita ultraterrena.
Nel nostro paese, di solito, fino ad ora, l’ ultimo saluto, l’ addio
estremo al proprio caro defunto è offerto o all’interno delle mura
domestiche o nelle strutture sanitarie, all’ interno degli obitori degli
ospedali.
Nel primo caso, spesso, i cari del defunto, continueranno a vivere in
quell’ abitazione, seguitando, dopo la sua morte, ad avere un
ricordo spiacevole dell’ evento. Nel secondo caso, gli obitori sono
spesso “freddi”, sia nelle strutture che nell’ idealità: luoghi
profondamente inidonei a garantire la necessaria intimità e
riservatezza e a poter esprimere, a pieno, nella propria sensibilità,
tutte le emozioni e i sentimenti che inevitabilmente i congiunti e le
famiglie del caro scomparso, devono affrontare.
In entrambi i casi, comunque, si tratta di un rito spesso inadeguato
a rappresentare a pieno le volontà e i desideri, le volontà di
raccoglimento delle famiglie, che hanno bisogno di tempo per
ricongiungersi col caro scomparso, per pregare, per ricordarlo e per
accompagnarlo, nel caso siano credenti, nel suo viaggio verso l’
aldilà.
Spesso il rito funebre viene eseguito senza particolari emozioni, in
tutta velocità, per poter permettere di svolgere il funerale
rapidamente, per ovvie questioni igieniche della salma, che fra l’
altro, provata dal trapasso e in molti casi dalla sofferenza, si
presenta agli occhi delle famiglie, ovviamente, non in perfette
condizioni, anche da un punto di vista puramente “sensoriale”.
E’ in un contesto come questo che il fenomeno delle Case
Funerarie e della Tantatoprassi si inseriscono.
La Casa Funeraria si configura quindi come luogo idoneo e
adeguato, in cui la salma del caro congiunto scomparso può
essere custodita, in tutta tranquillità e sicurezza. L’ atmosfera è
giusta e rilassata, quella di tranquillità, raccoglimento, serenità e
possibilità di preghiera.
L’ idea ha preso, in origine, avvio molto tempo fa ormai, negli USA e
in Inghilterra. Tuttavia, questo fenomeno - nonostante le sopracitate
paure e i timori per l’ evento morte e per i suoi tabù che di fatto,
continuano ad essere presenti nella nostra cultura e nella nostra
mentalità -, piano piano si è fatto spazio anche nel nostro paese,
soprattutto in tempi recenti e nel Settentrione, cercando di cambiare
un po’ questa concezione, e contribuendo piano piano alla
creazione di un concetto di rito funebre completamente diverso da
quello che è sempre stato.
Con la Casa Funeraria, la concezione del rito funebre è tesa
progressivamente a modernizzarsi, scacciando o provando ad
allontanare in qualche modo paure e tristezze, o, comunque,
alleggerendone il carico e il doloroso e straziante impatto emotivo.
La Casa Funeraria è un luogo accogliente e tranquillo, nel quale si
possono creare le condizioni per vivere l’ evento morte e per dare l’
ultimo addio al caro scomparso, in silenzio, raccoglimento,
meditazione, tranquillità, offrendo la possibilità di un vero e proprio
luogo di memoria.
La Casa Funeraria offre spazi idonei, adeguati, puliti, rispondendo a
dovuti e precisi canoni igienici e strutturali e consentendo di
ampliare la veglia funebre per più giorni, rispetto ad adesso, dove
tutto deve essere fatto (per forza di cose) velocemente.
In questo contesto, è doveroso ricordare che il ruolo della disciplina
della Tanatoprassi è, all’ interno della Casa Funeraria, tutt’ altro che
accessorio, ma anzi, indispensabile per riuscire a sposare bene l’
obiettivo ultimo di ridare dignità alla morte.
Le tecniche di Tanatoprassi, ossia quell'insieme di tutte le cure
rivolte alla salma prima delle esequie, in termini di igiene, di
conservazione e di presentazione estetica, sono essenziali, infatti,
al corretto funzionamento di una Casa Funeraria.
Nelle ore immediatamente successive alla morte, infatti, il corpo del
dipartito subisce naturalmente una repentina trasformazione, con
la fuoriuscita di liquidi organici e la presenza di vapori nauseanti,
che lo rendono, se non trattato, ai limiti della decenza e della
presentabilità davanti agli occhi delle proprie famiglie e dei propri
cari. Questo può contribuire a rendere la veglia funebre traumatica:
l’ obiettivo della Tanatoprassi è proprio quello di conservare il corpo
il più a lungo possibile, farlo in condizioni igieniche e di sicurezza e
trattare la salma in modo da renderla, esteticamente, il più possibile
vicina a rappresentare un’ immagine serena del defunto,
umanizzando l’ evento morte, e cancellandone o alleggerendone i
segni inevitabili della sua sofferenza.
Ecco perché le Case Funerarie, senza la pratica della Tanatoprassi,
non svolgono completamente la loro funzione, e noi di
TanMagazine ci auguriamo che sia proprio in questa direzione che
si svolgano le prossime tendenze, per cambiare in modo radicale e
rivoluzionare il concetto della morte e il rito funebre, in condizioni di
maggiore igiene, sicurezza, tranquillità, raccoglimento, che il
defunto merita.
Per riportare davvero il povero “caro scomparso” ad essere
“protagonista”, con estrema dignità, anche di questa fase inevitabile
della propria esistenza, quella che è il fine vita.
Nicolas Tiburzi 16/09/2021
I miracoli della Tanatoplastica
Aperta la tomba di Carlo Acutis, il corpo è davvero incorrotto o c’è altro dietro?
Dopo tante dicerie sul corpo incorrotto di Carlo Acutis, una nota del Vescovo di Assisi, spiega che non risponde a verità che il corpo del prossimo beato sia stato trovato incorrotto: “All’atto dell’esumazione nel cimitero di Assisi, avvenuta il 23 gennaio 2019 in vista della traslazione al Santuario, – spiega monsignor Sorrentino – esso fu trovato nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica. Non essendo tuttavia molti gli anni della sepoltura, il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro connessione anatomica, è stato trattato con quelle tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi. Un’operazione che è stata svolta con arte e amore. Particolarmente riuscita la ricostruzione del volto con maschera in silicone. Con specifico trattamento è stato possibile recuperare la reliquia preziosa del cuore che sarà utilizzata nel giorno della beatificazione”.
Il corpo di Padre Pio è incorrotto o no? Rispondono i periti del Vaticano
Di recente molte persone si chiedono se i resti mortali di Padre Pio siano incorroti o la salma è stata ricostruita Un fatto curioso: nessuna autorità della Chiesa ha mai dichiarato che il corpo di Padre Pio sia miracolosamente incorrotto, eppure vari siti cattolici divulgano questa “informazione” e portano milioni di persone a crederci.
La faccia di padre Pio, di colore vivido, con una bella barba e con un’espressione quasi viva, semplicemente, non è la sua. Si tratta, infatti, di una maschera di silicone realizzata dalla Gems Studio, azienda londinese specializzata nella ricostruzione di volti in silicone di personaggi famosi per gli usi più vari: uno dei suoi maggiori clienti è il museo delle cere di Madame Tussaud. Come ben spiega il sito religioso ‘Fides et Forma', quello di padre Pio non affatto un volto vero "coperto da una sottilissima maschera di silicone", bensì una "finta testa di silicone scolpita ex novo".
Per rispetto nei confronti di tutti coloro che accompagnano il nostro lavoro, presentiamo quindi il parere dei periti del Vaticano sul corpo del nostro venerato Padre Pio.
Il primo da ascoltare è Stefano Campanella, giornalista, scrittore e direttore di Teleradio Padre Pio e Padre Pio TV. Gli intervistati sono i membri della commissione di periti designati dal Tribunale Ecclesiastico per la questione.
In che condizioni è stato trovato il corpo dopo l’esumazione?
Ha risposto a questo dubbio Nazzareno Gabrielli, perito del Vicariato di Roma per la conservazione dei santi e biochimico al servizio della Santa Sede.
Gabrielli ha spiegato che quando è stata aperta la bara di Padre Pio si è verificato che:
- la pelle del volto esisteva ancora;
- c’erano ancora orecchie e labbra;
- c’erano barba e baffi;
- non c’erano più gli occhi né il naso;
- la testa, il tronco e il bacino erano in buone condizioni;
- gli arti inferiori erano molto deteriorati.
L’aspetto che ha sorpreso maggiormente tutti i membri della commissione durante l’esame è stata l’assenza assoluta di cattivi odori.
Secondo il vescovo diocesano, Domenico D’Ambrosio, che ha seguito l’esumazione, la parte superiore del cranio era parzialmente scheletrica, il mento era perfetto e il resto del corpo era ben conservato.
Il corpo ha ricevuto qualche trattamento dopo l’esumazione?
Sì, il corpo di Padre Pio ha ricevuto un trattamento chimico per rimanere conservato dopo l’esumazione. Gabrielli ha rivelato che è stata applicata “una soluzione di prodotti conservanti”. La procedura è stata completata con creosoto, acido benzoico ed essenza di trementina.
Il corpo è stato avvolto con fasce imbevute in una soluzione chimica imbalsamatrice, tranne la testa. In seguito è stato collocato su un materasso pieno di gel di silice, per assorbire l’umidità.
È stato infine collocato in un’urna con una tecnologia speciale: l’aria all’interno è stata sostituita da nitrogeno, che evita qualsiasi processo di ossidazione e inibisce lo sviluppo di microflora batterica e funghi aerobi.
È stato verificato qualcosa di soprannaturale nelle condizioni del corpo?
Ha risposto a questa domanda fondamentale Orazio Pennelli, medico legale. Dal 1977 al 2005 è stato direttore sanitario della Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale fondato da Padre Pio.
“Spero di non scandalizzare nessuno nell’affermare che è andata delusa la umana speranza, penso intimamente nutrita da ciascuno di noi, di trovare il suo corpo incorrotto od almeno di scoprire in esso qualche segno soprannaturale. Purtroppo le trasformazioni naturali, che pur hanno rispettato le sue umane sembianze, hanno cancellato ogni traccia dei ‘sacri sigilli’ che il Signore aveva impresso su ‘quel corpo’ che per mezzo secolo ha racchiuso la ‘vera essenza della Croce’ e che è stato il ‘crogiuolo di immensi doni spirituali’”.
In altre parole, intimamente nutre la speranza che ci sia qualche fattore soprannaturale in relazione ai resti mortali di Padre Pio, ma come scienziato non è in possesso di alcun indizio per poterlo affermare.
Proprio così. Padre Pio è stato un uomo di straordinaria santità, con una vita piena di sofferenze e umiliazioni. Ha anche manifestato vari doni straordinari e ha compiuto molti miracoli. Per questo alimentare illusioni sui suoi resti mortali è del tutto superfluo, e non aiuta nessuno ad essere un cristiano migliore.
Non dobbiamo essere come certi tipi di protestanti, ansiosi di credere al primo evento soprannaturale che viene annunciato loro. La fede cattolica è innanzitutto la chiamata ad essere santi nella banalità del quotidiano. Ci sono numerosi e bellissimi eventi soprannaturali che circondano il cattolicesimo – la Sacra Sindone, ad esempio, è una reliquia che la scienza non riesce a spiegare. Bisogna però essere sempre equilibrati e prudenti in relazione ai miracoli che la Chiesa non conferma.