"Formazione d'Élite in Tanatoprassi: L'I.N.I.T. Accoglie Quattro Nuove Professioniste per un Servizio Sempre Più Efficiente"

Aumenta il numero dei Tanatoprattori dell'equipe di ASSOTAN

Barbara Ruscitti 19/03/2025 0

L'I.N.I.T. Forma Nuove Tanatoprattrici: Un Passo Avanti per la Tanatoprassi in Italia

L'Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi (I.N.I.T.), leader nella formazione e nella pratica della tanatoprassi in Italia, ha recentemente avviato un importante corso di specializzazione volto ad ampliare la propria equipe di professionisti altamente qualificati. Il corso vede la partecipazione di quattro nuove tanatoprattrici provenienti da diverse regioni italiane: Milano, Vercelli, Torino ed Emilia-Romagna. Queste professioniste, dopo un percorso formativo altamente specializzato, si uniranno agli esperti già operanti su tutto il territorio nazionale, rafforzando ulteriormente il servizio offerto dall’Istituto.

Un Percorso di Formazione di Eccellenza

Il corso di tanatoprassi dell’I.N.I.T. si distingue per il rigore accademico e pratico con cui vengono formati i nuovi professionisti del settore. La formazione prevede un’ampia gamma di insegnamenti teorici e pratici, con focus su discipline come anatomia umana, igiene e sicurezza, tecniche di conservazione e presentazione del defunto, nonché il rispetto delle normative vigenti in materia funeraria. Gli allievi ricevono un addestramento intensivo sotto la guida di docenti esperti, al fine di acquisire le competenze necessarie per operare con professionalità e sensibilità in un ambito tanto delicato quanto essenziale.

L'Importanza della Tanatoprassi nel Settore Funerario

La tanatoprassi è una disciplina fondamentale per garantire una preparazione estetica e conservativa ottimale del defunto, consentendo ai familiari di vivere il momento del commiato con maggiore serenità. Questo trattamento igienico-conservativo permette di rallentare i processi naturali di decomposizione, offrendo un aspetto più naturale e composto al defunto e facilitando così le esequie anche in caso di trasporti prolungati o cerimonie differite nel tempo.

Un Servizio Disponibile su Tutto il Territorio Nazionale

L'equipe di tanatoprattori dell'I.N.I.T. è operativa 24 ore su 24, garantendo interventi tempestivi su tutto il territorio nazionale a supporto delle imprese funebri. Questo servizio è fondamentale per offrire un'assistenza professionale e immediata, assicurando il rispetto della dignità del defunto e delle esigenze delle famiglie in un momento di grande delicatezza emotiva.

L’Istituto collabora con numerose realtà del settore funerario, fornendo consulenza e interventi su richiesta, con un approccio che coniuga efficienza, discrezione e rispetto. L’inserimento delle nuove tanatoprattrici all’interno dell’equipe rappresenta un valore aggiunto, garantendo una maggiore capillarità operativa e una risposta sempre più tempestiva alle richieste delle imprese funebri.

Un Impegno Costante per l’Eccellenza

La missione dell’I.N.I.T. è quella di promuovere l’eccellenza della tanatoprassi in Italia attraverso la formazione continua e l’aggiornamento professionale. L’istituto lavora a stretto contatto con l’Associazione Italiana Tanatoprassi (ASSOTAN), contribuendo alla diffusione della cultura della tanatoprassi e all’adozione delle migliori pratiche del settore.

Grazie alla costante evoluzione delle tecniche e alla professionalità dei suoi operatori, l’I.N.I.T. si conferma come punto di riferimento per chi desidera intraprendere una carriera in questo ambito o per le imprese funebri che necessitano di un servizio altamente qualificato.

Per ulteriori informazioni sui corsi di formazione e sui servizi offerti dall'Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi, è possibile visitare il sito ufficiale all’indirizzo www.tanatoprassi.it o contattare la segreteria al numero 800.136.086.

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Valter Manzone 07/12/2021

Chi può proporre prestazioni di tanatoprassi

Riprendiamo oggi un argomento anche alla luce degli avvenimenti degli ultimi anni, sul tema della tanatoprassi.

La questione rimane molto controversa ma, dovendo sintetizzare, la risposta oggi è diventata, sul piano della legalità, negativa: non si può esercitare come tanatoprattori (o tanatoesteti) senza essere tanatoprattori autorizzati dal proprio Ordine Professionale all'esercizio della professione..

Infatti, attraverso una recente indagine, si nota che la tanatoprassi veniva considerata una professione non regolamentata per l'esercizio della quale lo Stato nulla avrebbe potuto imporre, oggi non è più così. Afferma infatti in sostanza la Assotan  che la tanatoprassi è una cura sanitaria, che può essere praticata previe autorizzazioni sanitarie solo da un tanatoprattore abilitato e menbro dell’Ordine Nazionale tanatoprattori.

Ricordo  che lo Stato sta regolamentando la tanatoprassi attraverso una legge che disciplina la professione del tanatoprattore, e suggerisce i luoghi dove eseguire le cure di tanatoprassi, i prodotti da utilizzare in base alla tipologia di sepoltura, e tutte le norme attuative necessarie.

Resto dell'avviso che esista la tanatoprassi come percorso di conoscenza non regolamentato nè regolamentabile  e che esista parallelamente una tanatoprassi di orientamento professionale ovviamente riservata a chi è un tanatoprattore abilitato.

Ci si può legittimamente chiedere quale sia la differenza sostanziale tra l'esercitare la professione di tanatoprassi con una formazione biennale o quella di  tanatoestetica con una formazione di 3 giorni e la risposta non è affatto semplice.

Sul piano meramente giuridico-professionale tutto si giocherà sulla chiarezza del contratto tra il professionista  ed il suo cliente (il cliente del tanatoesteta" cioè, non dovrà in alcun modo essere indotto a pensare di avere di fronte un tanatoprattore abilitato).

Sul piano scientifico culturale c'è chi sostiene, che la differenza sta nella totale assunzione di responsabilità e di capacità da parte dei due partecipanti (il professionista ed il suo cliente) al lavoro tanatopratico.

Mi spiego meglio, nella relazione che si instaura in assenza di regolamentazione non ci sono garanzie esterne (se non quelle generiche dei codici civile e penale che valgono per tutti allo stesso modo), nella relazione che si instaura all'interno di una professione regolamentata vi è invece, per entrambe i partecipanti, un "paracadute" (la garanzia dei titoli posseduti dal professionista, il codice deontologico, la vigilanza dei colleghi del professionista sul suo operato etc.). Il tanatoprattore abilitato non potrà neppure volendo rinunciare a tale "paracadute" così come il suo cliente non potrà far finta di non sapere che tale garanzia esiste. La relazione professionale dunque è in qualche modo protetta da terzi (lo Stato, la comunità professionale, la deontologia di tale comunità...).

Non vi è alcun dubbio sul fatto che questa professione debba privilegiare le garanzie che la tanatoprassi offre ai suoi utenti. Anche lo Stato ha interesse a che, in qualunque rapporto professionale, il cittadino sia fortemente tutelato. Ma non esistono solo le regole per un buon funzionamento del mercato professionale.

Credo che se dobbiamo considerare oggi la tanatoprassi come una professione regolamentata certo non abbiamo risolto il problema centrale. Uno dei grandi temi del Rapporto riguarda i tempi di formazione e la competenza dei formatori. 

Altro punto fondamentale è la necessità della trasparenza dei prezzi che devono essere determinati secondo criteri di totale obiettività per facilitare le scelte delle famiglie. Si dovrebbero istituire dei preventivi-tipo da depositare annualmente nei Comuni che dovrebbero metterli a disposizione del pubblico.

Credo in fine inoltre sarebbe utile che fossero più precisi sul tema della tanatoprassi (così come anche su altri argomenti). Infatti si parla di “trattamento conservativo” da un lato e di “toilette mortuaria: preparazione e trucco del defunto” dall'altro. Per molte famiglie la prima definizione appare poco chiara e non viene percepita correttamente. Nei casi in cui la toilette e la vestizione vengano eseguite di prassi dagli obitori o dalle imprese di pompe funebri non si rende logicamente necessario prevederne un costo (e tantomeno un costo elevato). Pare invece estremamente importante, se non essenziale, differenziare la tanatoprassi completa, dai trattamenti di presentazione. Un numero rilevante di famiglie non comprende la differenza tra le due modalità, il cui prezzo che può variare in maniera sostanziale visto che si tratta di due prestazioni completamente diverse. Occorre perciò che il tutto venga ben precisato e che i prezzi siano scritti “nero su bianco”.

Parleremo di questo aspetto più approfonditamente nei prossimi numeri di TanMagazine.

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Andrea Fantozzi 30/05/2023

Tanatoprattori alla sbarra

E alla fine viene da chiedersi di nuo­vo: chi è il tanatoprattore? A tutt'og­gi, a metà dell'anno di grazia 2023, grazie anche (o nonostante) all'ingresso in campo dell'Associazione professionale ASSOTAN i corsi di formazione sulla tanatoprassi sembra che abbiano una svolta. Oggi con tutti i corsi propedeutici alla tanatoprassi, pare che di "ricettari per la cu­cina"del perfetto tana­toprattore ne escano sempre di più; detto in altre parole ci sono in giro diversi "manuali" per la formazione e "arti­coli" di vario genere, che illustrano i più re­centi principi gestio­nali per il "perfetto ta­natoprattore": tutti utili e interessanti. Tuttavia, la mia sen­sazione, peraltro con­divisa da molti colle­ghi, è che ciò che og­gi manca al "futuro tanatoprattore" è un luogo di riflessione. Un luogo che vada oltre la "formazione" e illustri il pensiero complessi­vo, l'aspettativa gene­rale della "professio­ne", il "senso" e il "si­gnificato" di quello che il tanatoprattore fa, rispetto a quello che in­vece gli viene chiesto di fare. Dietro que­st'ultima riflessione si nasconde il motivo principale per il quale in genere sono restio a scrivere sulle "atti­vità" e "funzioni del tanatoprattore", som­mato alla personale resistenza dell'idea che si possa rinchiu­dere in pochi reperto­ri teorici, quella che invece è la ricchezza e l'importanza di un ruolo costantemente "in progress".

Quale tipo di tanato­prattore sarebbe mai preferibile per le aziende, per le case funerarie e per l'utenza?Lo specialista-tecnico" o il "tanatoeteta"? Il rischio è di ritrovarsi domani, nel primo caso, a svolge­re le stesse funzioni di un "infermiere esper­to"; nel secondo, in­vece, di pensare unicamente all'aspetto estetico trscurando il lato igienico-sanitario, e di sci­volare verso una deri­va bassifonda della professione. Esisto­no poi le giuste aspet­tative da parte dell'u­tenza, che sono le più importanti, e che non devono essere trala­sciate. L'utenza chie­de del "tanatopratto­re" e non di "qualcun altro". Per tornare alla distinzione, il tanato­prattore "specialista ", tende ad assu­mere atteggiamenti, per certi aspetti, profondamente diver­si, in relazione sia al lavoro da svolgere che alla funzione stessa di coordinamento. Anche gli stili diversi di "formazione"  pos­sono complicare lo "scenario" all'interno del quale si esplicita il ruolo del tanatoprat­tore. Modelli formativi giudicati troppo autocratici, si sono dimostrati, da un punto di vista empiri­co, poco efficaci, fors­e per l'impreparazione sia dei dirigenti sia degli allievi al delicato argomento della professione tanatopratica. Al contrario, lo stile partecipativo-democratico, in genere, mal si coniuga con le gerar­chie e risulta idoneo laddove i componenti del gruppo funerario hanno una profonda coscienza professiona­le ed una elevatissima consapevolezza del proprio ruolo. Proba­bilmente non tutti so­no preparati allo stes­so modo; allora, an­che in questo caso, è necessario pensare ad un tipo di "formazio­ne" e "selezione" per i tanatoprattori ade­guata all'approccio si­stemico ai problemi e alle situazioni concre­te. La differenza è so­stanziale, non sola­mente a livello d'inquadramento ma anche come ricaduta nell'espletamento del­la funzione stessa, nella stabilità del ruo­lo e sull'organizzazio­ne dell'assistenza all'allievo. L'applicazione "prati­ca" e non solo l'intuizione "teorica" di certe recenti innovati­ve "previsioni formative" e "declaratorie contrattuali", non ha trovato un reale svi­luppo nella quotidia­nità dello svolgimento delle "funzioni di una figura professionale che necessiata di una Categoria giuridicamente riconosciuta": lo stes­so d.d.l. per il "setto­re funerario e il profi­lo del tanatoprattore" è da anni fermo in Parlamento. Per chiunque svolga la funzione di tanato­prattore, adesso o in futuro, entrare di di­ritto nella dirigenza in­termedia con un pro­prio specifico "profilo", è tutt'altra cosa dall'essere considerato soggetto ad un incari­co "a termine", prov­visorio e discreziona­le, "primo tra i pari", senza autonomia e in balia. Sta proprio qui la differenza - e scu­sate il bisticcio - che fa la differenza. Su que­st'argomento mi pare però di poter afferma­re che non vi sia an­cora sufficiente condivisione d'intenti nep­pure all'interno della professione, ancor pri­ma che in ambito governativo e lavorativo generale. Dunque, mi piacerebbe provare a riflettere sul fatto che oggi le "funzioni" del "tanatoprattore" sono confinate in un "para­digma" in cui, di volta in volta, qualcuno svela un pezzo. E il mio vuol essere un invito a se­derci tutti intorno ad un tavolo virtuale per richiederci quale ef­fettiva figura di "tana­toprattore" desideria­mo al nostro fianco nelle case funerarie e negli ambienti sanita­ri. A me sembra che occorra fare un gran­de lavoro di sintesi e di selezione, facendo incontrare anche le menti di di­versi attori: Aziende, Università, Collegi, Associazioni, Sindaca­ti, Regioni, Ministero. Inoltre la selezione degli operatori della tanatoprassi è molto importante I.N.I.T. ha deliberato la scorsa settimana nel Consiglio Nazionale che per accedere alla formazione tanatopratica bisognerà iscriversi ad ASSOTAN l'Associazione della categoria che supervisionerà e porterà l'allievo sia alla selezione che alla formazione abilitativa. Perché il tanatoprat­tore quando serve, si sa, è utile, magari pu­re indispensabile ma deve essere preparato professionalmente al meglio e bene. Siamo coscienti che oggi ci si ricorda di lui solo quando serve quel contributo"urgente" ed "importante": Con­tributo che fino a quel momento, purtroppo, non era riconosciuto come "risolutivo" e "indispensabile" ai bi­sogni dell'organizza­zione, delle aziende funebri e dell'utenza.

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Chiara Ricciarelli 17/05/2021

Un Centro nazionale di servizi di Igiene Funeraria

 tanatoprattori professionisti di pronto intervento

 

I tanatoprattori professionisti della Italtan a disposizione del sistema funerario per applicare, all’ interno delle case funerarie, delle strutture sanitarie, e nei domicili le utili tecniche di conservazione ed igiene della salma tipiche della Tanatoprassi.

Che importanza assume oggi la figura del tanatoprattore all’ interno del settore funebre italiano? Benchè si sia già fatta sentire, prepotentemente, l'esigenza di uniformare a livellonazionale una legislazione ancora frammentaria relativa alle norme fondamentali sul settore funerario e sulla tanatoprassi, il complesso ed articolato disegno di legge che ne è conseguito è ancora fermo e stagnante all’ esame delle Camere. Ma nella pratica, il discorso è ben altro.

Nella pratica, infatti, il fenomeno delle Case Funerarie, nato nei paesi anglosassoni, ha fatto la sua bella comparsa anche in Italia, diffondendosi a macchia d’olio, soprattutto nel Settentrione e prendendo piede un po’ ovunque: la Casa Funeraria, ambiente accogliente, dove poter dare l’ estremo saluto al caro scomparso, in silenzio, raccoglimento e meditazione, offrendo la possibilità di un vero e proprio luogo di memoria, per creare una nuova concezione del rito funebre, ben lontano dai tradizionali luoghi, come le mura domestiche e i freddi obitori.

Ma sela società moderna ha senza dubbio necessità delle Case Funerarie, che umanizzano e sdogmatizzano lentamente il doloroso evento morte - vissuto ancora, purtroppo, come un tabù -; altrettanto vero è che una Casa Funeraria che si esime dall’ applicazione delle utili tecniche di Tanatoprassi, possiamo quasi dire che venga meno alla sua finalità principale, al suo scopo ultimo.

Ci spieghiamo meglio: noi come Italtan siamo fermamente convinti che il ruolo della disciplina della Tanatoprassi all’ interno di una Casa Funeraria è tutt’ altro che secondario, ma, bensì, essenziale per riuscire a perseguire il fine per il quale, d’ altronde, nasce il concetto di Casa Funeraria stessa, quello di ridare dignità alla morte.

Essenziali e propedeutiche al giusto “funzionamento” di una Casa Funeraria, le tecniche di Tanatoprassi, ossia quell'insieme di cure rivolte alla salma prima delle esequie - in termini di igiene, di conservazione e di presentazione estetica -, svolgono la funzione di preservare il corpo il più a lungo possibile, in condizioni di sicurezza, e di trattare la salma in modo da renderla, esteticamente, il più vicina possibile a rappresentare un’ immagine serena del defunto, laddove, e questo succede sia in casi straordinari che ordinari (pensiamo al deturpamento di un corpo causato da una malattia o da un incidente), nelle ore che seguono immediatamente l’ evento morte, essa subisce naturalmente una - più o meno - repentina trasformazione, con la fuoriuscita di liquidi organici o la presenza di vapori nauseanti, che la rendono, se non trattata, ai limiti della decenza e della presentabilità. Ossia, in altre parole, la Tanatoprassi ha lo scopo di umanizzare l’ evento morte, volendone cancellare o alleggerire (anche agli occhi dei cari, della famiglia o degli amici) i segni inevitabili della sofferenza.

Ecco perché crediamo fermamente che le Case Funerarie, senza la pratica della Tanatoprassi, non svolgono completamente la loro funzione, ossia quella di riportare il povero “caro scomparso” ad essere protagonista”, con grande dignità, dell’ inevitabile ultima fase della propria esistenza.

E noi di Italtan ci battiamo da sempre in questa direzione, non solo augurandoci che le prossime tendenze mutino completamente, in modo radicale e rivoluzionario, il concetto della morte e il relativo rito funebre; ma lo facciamo anche, e soprattutto, tramite azioni concrete, ossia mettendo direttamente i nostri tanatoprattori - professionisti formati con corsi altamente qualificati e riconosciuti, abilitati ad esercitare ed operare la professione -, a disposizione di tutte quelle strutture e Case Funerarie che vogliono contribuire a diffondere questa nuova cultura dell’ evento morte.

I nostri esperti sono a disposizione in tutta Italia, Isole comprese, 24 h su 24, mettendo a servizio la propria competenza e professionalità, ed eseguendo, ovviamente, tutti gli interventi di Tanatoprassi con le regolari e necessarie autorizzazioni sanitarie, il cui ottenimento ed ottemperanza è curato direttamente da Italtan.

 

Per avere ulteriori informazioni sull’ essenziale ruolo del Tanatoprattore all’ interno di una Casa Funeraria, oppure per richiedere l’ intervento di un nostro professionista in struttura, contattaci con le seguenti modalità: 

Mail   italtansrl@gmail.com

N. verde  800.136.086 / cell 392.18.18.118

Wathsapp  366.433.4454

 

 

 

 

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