"Il Ruolo Cruciale del Ministero della Salute nella Regolamentazione del Settore Funerario, Cimiteriale e della Tanatoprassi: Salute Pubblica e Dignità al Centro"
Nicolas Tiburzi 01/01/2025 0
La Responsabilità del Dipartimento di Prevenzione Sanità Pubblica del Ministero della Salute nel Settore Funerario, Cimiteriale e nella Tanatoprassi
Il Dipartimento di Prevenzione Sanità Pubblica del Ministero della Salute è l’organo cardine nella regolamentazione e gestione del settore funerario, cimiteriale e della tanatoprassi in Italia. Questo ambito multidisciplinare, che intreccia salute pubblica, etica e tradizioni culturali, è essenziale per garantire il rispetto della dignità umana, il controllo igienico-sanitario e la sicurezza della popolazione. La tanatoprassi, in particolare, rappresenta una componente emergente e fondamentale per migliorare la gestione delle salme e per offrire un servizio dignitoso alle famiglie.
1. La Tanatoprassi: Definizione e Regolamentazione
La tanatoprassi è una pratica che comprende interventi conservativi e igienico-estetici sulle salme, finalizzati a preservarle temporaneamente, migliorandone l’aspetto e riducendo i rischi igienico-sanitari. Il Dipartimento di Prevenzione Sanità Pubblica si occupa di:
- Definire le norme tecniche: Stabilire requisiti e procedure per la tanatoprassi, con particolare attenzione ai prodotti chimici utilizzati e alle metodologie applicate.
- Garantire la sicurezza sanitaria: Regolamentando l’uso di disinfettanti e conservanti per minimizzare i rischi di esposizione chimica per gli operatori e per l’ambiente.
- Formare il personale: Promuovere programmi di formazione specifici per i tanatoprattori, definendo standard per certificazioni professionali.
La tanatoprassi offre vantaggi significativi, il primo una miglione igiene cimiteriale, poi la possibilità di rimandare i funerali per esigenze familiari o logistiche, e migliora la conservazione delle salme in caso di trasporti internazionali, inoltre lascia un aspetto naturale e sereno del defunto.
2. Regolamentazione e Supervisione del Settore Funerario, Cimiteriale e della Tanatoprassi
Il Dipartimento si occupa di emettere e supervisionare normative riguardanti:
- Gestione delle salme: Inclusa la tanatoprassi come pratica volontaria o obbligatoria in situazioni specifiche, come decessi legati a malattie infettive.
- Trasporto delle salme: Norme igienico-sanitarie che regolano il trasporto a breve e lunga distanza, garantendo condizioni adeguate anche in presenza di trattamenti tanatoprattici.
- Certificazione e autorizzazioni: Controlli sulle strutture che offrono servizi di tanatoprassi e sui professionisti del settore.
La tanatoprassi, se integrata correttamente nelle procedure funerarie, diventa uno strumento di prevenzione sanitaria e un’opportunità per elevare gli standard qualitativi del settore.
3. Prevenzione Sanitaria e Salute Pubblica
Il Dipartimento pone particolare attenzione all’aspetto preventivo, considerando il settore funerario e la tanatoprassi come elementi chiave per proteggere la salute pubblica. Le principali azioni includono:
- Riduzione dei rischi infettivi: La tanatoprassi elimina o riduce drasticamente la proliferazione di agenti patogeni nelle salme, proteggendo operatori e familiari.
- Protocolli specifici: Per la gestione di salme di persone decedute per malattie infettive (es. COVID-19), stabilendo se e quando la tanatoprassi sia consentita o obbligatoria.
- Controllo sui prodotti chimici: Verifica dell’uso sicuro e conforme delle sostanze impiegate nella conservazione e igienizzazione delle salme.
4. Formazione e Qualificazione degli Operatori
Il Dipartimento è responsabile della formazione degli operatori del settore funerario, cimiteriale e della tanatoprassi. Questo include:
- Programmi di formazione certificata: Corsi specifici per tanatoprattori, con moduli su tecniche operative, sicurezza e gestione delle emergenze.
- Norme etiche e deontologiche: Linee guida per garantire il rispetto della dignità del defunto durante le pratiche di tanatoprassi.
- Aggiornamenti periodici: In base all’evoluzione delle normative europee e internazionali.
5. Innovazione nel Settore Funerario e della Tanatoprassi
L’innovazione tecnologica e procedurale è al centro delle attività del Dipartimento, con particolare attenzione a:
- Nuove tecniche di conservazione: Sviluppo e regolamentazione di metodi meno invasivi e più sostenibili per la tanatoprassi.
- Digitalizzazione del settore funerario: Sistemi di tracciabilità per monitorare le pratiche effettuate e garantire la conformità alle norme.
- Sostenibilità ambientale: Promozione di pratiche ecocompatibili, anche nell’ambito della tanatoprassi, per ridurre l’impatto ambientale delle sostanze chimiche.
6. Coordinamento con gli Enti Locali e Internazionali
Il Dipartimento di Prevenzione Sanità Pubblica coordina le attività con:
- Enti regionali e locali: Per armonizzare l’applicazione delle norme relative al settore funerario, cimiteriale e alla tanatoprassi.
- Organizzazioni internazionali: Per uniformare le pratiche in linea con standard globali, specialmente per la gestione di salme nei trasporti transfrontalieri.
7. Gestione delle Emergenze Sanitarie
In situazioni di emergenza, come pandemie o calamità naturali, il Dipartimento:
- Stabilisce linee guida: Per la gestione delle salme e l’applicazione della tanatoprassi in condizioni di emergenza.
- Fornisce supporto tecnico: Alle strutture funerarie e agli operatori locali per affrontare scenari complessi.
- Pianifica la logistica: Inclusa la costruzione di strutture temporanee per la gestione delle salme.
8. Comunicazione e Sensibilizzazione
Il Dipartimento lavora anche per informare e sensibilizzare il pubblico su:
- I benefici della tanatoprassi: Sottolineando come possa migliorare l’esperienza delle famiglie e ridurre i rischi igienico-sanitari.
- I diritti dei cittadini: Per garantire che siano rispettate le volontà del defunto e dei familiari.
- La professionalità del settore: Promuovendo una maggiore consapevolezza sul valore delle pratiche regolamentate.
Conclusioni
Il Dipartimento di Prevenzione Sanità Pubblica del Ministero della Salute svolge un ruolo fondamentale nel garantire che il settore funerario, cimiteriale e della tanatoprassi rispetti standard igienico-sanitari, etici e culturali elevati. L’attenzione alla regolamentazione, alla formazione degli operatori e alla prevenzione sanitaria rende questo Dipartimento un pilastro essenziale per il rispetto della dignità umana e la tutela della salute pubblica. La crescente integrazione della tanatoprassi come pratica riconosciuta e regolamentata rappresenta un ulteriore passo verso un sistema più moderno, sicuro e rispettoso delle esigenze delle famiglie e della comunità.
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Chiara Ricciarelli 31/01/2022
Case Funerarie: strutture in crescita, ma senza la Tanatoprassi non hanno senso!
Boom di Case Funerarie: fenomeno in crescita, soprattutto
nel Nord Italia. Le strutture nascono velocemente, ma,
senza praticare la Tanatoprassi, riescono davvero a
esplicitare l' obiettivo per il quale hanno preso vita? Ossia:
umanizzare e dare dignità alla morte? Come sempre
abbiamo asserito, a nostro avviso, la risposta,
decisamente, è NO!
322 è, ad oggi, il numero di Case Funerarie in Italia. Il trend è
infatti molto diffuso nei paesi anglosassoni e in America, ma
adesso è in rapido sviluppo anche nel nostro Paese.
Concentrate nel Nord, soprattutto in Lombardia, le Case
Funerarie stanno prendendo piede in Italia con una crescita
esponenziale: parlando in parole povere, si potrebbe dire che
“spuntano come funghi”.
La ragione di quest' incremento è presto detta. Ossia il
cambiamento, anche qui, della concezione del rito funebre.
Infatti, per la veglia del caro defunto scomparso, la Casa
Funeraria, luogo accogliente e idoneo, si configura come un'
alternativa alle mura domestiche - dove la famiglia continuerà a
vivere, conservando un ricordo spiacevole dell' evento.
Ma anche soprattutto alla – peggiore – fredda e sterile sala
mortuaria degli ospedali: luogo davvero poco consono a
garantire i bisogni umani di intimità e riservatezza e a poter
esprimere a pieno emozioni e sentimenti dolorosi legati alla
perdita.
Ma la Casa Funeraria senza la pratica della Tanatoprassi è
davvero funzionale? Noi di Tanmagazine abbiamo, da
sempre, asserito di no.
Il concept che è alla base della Casa Funeraria è quello di voler
rappresentare al meglio le volontà, i desideri e i bisogni di
raccoglimento delle famiglie.
I cari familiari, parenti e amici infatti hanno bisogno di tempo per
vegliare sul defunto, ricongiungendosi spiritualmente (sia che
siano credenti che non) col caro scomparso, ricordandolo e
omaggiandolo.
E tutto questo, deve essere fatto in un ambiente idoneo e
adeguato, in grado di custodire e “cullare” fra virgolette la salma
del defunto scomparso, in tutta tranquillità e sicurezza, all'
interno di un' area serena. Un' atmosfera rilassata, tranquilla,
raccolta.
Un momento, insomma, per pregare o per ricordare. Prima dell'
addio definitivo alle spoglie terrene.
Ma i cari congiunti hanno il sacrosanto diritto di conservare un
bellissimo ricordo non solo della struttura e dell' area.
A cosa serve avere a disposizione un'area magnifica, comoda,
confortevole, se la visione del caro defunto è deturpata ed
esteticamente sgradevole?
Purtroppo, il decorso fisiologico della salma non ha misteri:
dopo la morte, il corpo subisce naturalmente una veloce
trasformazione, tutt' altro che piacevole.
La fuoriuscita di liquidi organici e la presenza di vapori
nauseanti dal cadavere del congiunto non sono sicuramente
fenomeni ai quali i cari familiari vorrebbero trovarsi davanti.
Ma è questa la sorte di una salma, che, se non trattata,
possiamo dire sia ai limiti della decenza e della presentabilità
davanti agli occhi delle proprie famiglie e dei propri cari.
E una veglia di questo genere può diventare un buon ricordo?
Come è ovvio rispondere, secondo noi, NO!
Se la Casa Funeraria consente di ampliare la veglia funebre per
più giorni, che almeno questo sia fatto con criterio e al massimo
delle possibilità e potenzialità.
C'è una bella differenza nel presentare una salma non trattata,
piuttosto che invece avere un corpo “curato” con le tecniche all'
avanguardia della Tanatoprassi.
La Tanatoprassi è, infatti, indispensabile per riuscire a sposare
bene l’obiettivo ultimo, della Casa Funeraria, di dare la migliore
dignità alla morte.
La Tanatoprassi, con le cure rivolte alla salma prima delle
esequie - in termini di igiene e di presentazione estetica -, mira
non solo a conservare il corpo il più a lungo possibile in
condizioni di sicurezza, ma anche a trattarlo in modo da
renderlo, esteticamente, il più possibile vicino a rappresentare
un’ immagine serena del defunto.
Solo applicando le tecniche di Tanatoprassi, secondo noi, il
trend di crescita del numero di strutture di Case Funerarie in
Italia può avere una connotazione positiva.
Solo così, infatti, queste riescono a raggiungere bene l' obiettivo
e lo scopo per cui prendono vita: umanizzare e ridare dignità
alla morte, alleggerendone il più possibile, anche per chi resta, i
segni della sofferenza.
Quindi: sì a un luogo idoneo di raccoglimento e veglia, ma
anche sì ad una cura della salma meticolosa, professionale e
attenta!
Andrea Pastore 13/06/2021
La Tanatoprassi nei trasporti delle salme in Italia e all’estero
Il problema del trasporto sicuro delle salme sia che avvenga all'interno della stessa Regione o tra luoghi diversi, per esempio da una regione ad un’altra, o da uno Stato ad un altro è oggetto di particolare attenzione perché se non eseguito correttamente può comportare notevoli disagi e rischi per gli operatori e per tutti gli addetti al trasporto.
Per i trasporti internazionali delle salme diversi Consolati e sempre piu compagnie aeree pretendono che tutti i trasporti di cadaveri devono garantire la massima garanzia sotto il profilo igienico sanitario e richiedono che venga eseguita una cura di conservazione sull’intero corpo del defunto, il tutto dovrà essere accompagnato dai relativi documenti che vanno riposti in una busta impermeabile di plastica che va collocata all'interno del sacco che avvolge la cassa.
Oggi l’unico trattamento conservativo, specificamente contemplato dall’attuale Regolamento di polizia mortuaria è l’iniezione nell’addome del cadavere di 500 c.c. di formalina, ma in prospettiva dell’attesa riforma che introdurrà, anche in Italia, nuovi interventi di conservazione come la tanatoprassi che già oggi viene praticata ottenendo regolari autorizzazioni dalle Autorità Sanitarie Territoriali dai tanatoprattori dell’I.N.I.T. Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi in tutto il territorio nazionale si stanno garantendo trasporti nazionale ed internazionali nel totale rispetto delle norme igienico sanitarie.
Riguardo la formalina un vasto fronte, composto da esperti ed addetti ai lavori, si mostra apertamente contro l’uso della formaldeide per i trattamenti conservativi disposti dai regolamenti sanitari, soprattutto riguardo la salvaguardia degli operatori che si occupano della conservazione ma anche gli addetti al trasporto delle salme.
Guardiamo la normativa in questione, prima affrontare l’argomento in questione.
L’art. 32 del vigente regolamento di polizia mortuaria prescrive alcuni comportamenti igienici, da osservarsi nel trasporto dei cadaveri.
Nei mesi primaverili o estivi, infatti, sino ai primi giorni dell’autunno, quando il rischio di giornate calde è ancora presente, per le salme destinate al trasporto da comune ad altro comune, oppure in partenza verso l’estero o, ancora, provenienti da un paese straniero, le norme nazionali di polizia mortuaria impongono di praticare sul cadavere l’iniezione antiputrefattiva , che altro non è che l’introduzione nelle cavità addominali di 500 c.c. di formalina, dopo che sia trascorso il periodo d’osservazione e non vi sia più dubbio alcuno sull’accertamento di morte effettiva (Art. 8 DPR n. 285/1990).
Tale trattamento antiputrefattivo sarà eseguito anche in caso la destinazione finale del feretro sia raggiunta dopo 24 ore di tempo, oppure quando siano già trascorse 48 ore dal decesso, prima del trasferimento dello stesso nel cimitero.
E’utile far notare che l’iniezione antiputrefattiva iniettata solo nell’addome agisce solo in quella parte e tutto il resto del corpo prosegue la sua fisiologica decomposizione. Da notare che nel regolamento: l’articolo 30, dedicato interamente alle modalità in cui il trasporto funebre debba esser svolto precisa, come la doppia cassa (cofano di legno con vasca zincata, chiusa con saldatura a tenuta stagna per il trasporto da comune a comune sia da ritenersi obbligatoria solo per i tragitti che superino i 100 Kilometri.
Nell’ipotesi di un trasporto funebre che si svolga, in un giorno di caldo estivo, verso una meta, distante meno di 100 kilometri, il rivestimento zincato della cassa non sarebbe dunque necessario ed i gas della decomposizione, accellerata dalle alte temperature, verrebbero contrastati solo dall’azione di una cura di conservazione dell’intero corpo ossia una cura di tanatoprassi..
Chiediamoci quale potrebbe esser la conseguenza se le cure di conservazione delle salme non venissero praticate.
Una regola assai conosciuta in ambito medico-legale istituisce una precisa relazione tra ambiente esterno e processi degenerativi della materia organica.
Secondo quest’equazione l’esposizione di un cadavere agli agenti atmosferici, in una sola ora d’estate, corrisponde all’abbandono dello stesso all’aggressione ossidativa dell’aria e dei suoi batteri nell’arco di un’intera settimana in inverno.
Non è quindi sbagliato immaginare che, nel tempo necessario a percorrere i 100 Km scarsi fissati dalla legge, potrebbe già essere iniziata la fase della decomposizione cadaverica enfisematosa, con la conseguente produzione di una notevole quantità di gas e liquidi.
Quando venisse a mancare la cura di tanatoprassi nei trasporti oltre i 100 km i processi putrefattivi potrebbero soprattutto d’estate compromettere la ermeticità, che la lamiera zincata, per definizione impermeabile a liquidi e gas, potrebbe garantire, i nauseabondi composti liquidi e gas, sprigionati dal cadavere, sarebbero completamente liberi di fuoriuscire dalla cassa e diffondersi nell’ambiente circostante con grave pregiudizio per l’incolumità stessa degli addetti ai lavori e per i dolenti.
Sulla base di queste informazioni, da più parti nel mondo sanitario, si auspica il divieto di praticare l’iniezione antiputrefattiva classica, proprio perché le cure di tanatoprassi, sarebbero in grado di risolvere il problema e arrestare per diverso tempo i processi putrefattivi della salma, assicurando condizioni di massima igiene durante il trasporto della salma , la veglia funebre e la celebrazione delle esequie.
Riguardo all’uso del prodotto da utilizzare la formalina è ormai bandita da molti paesi nel mondo per la sua tossicità e pericolosità sia per gli operatori che per le famiglie e l’ambiente. In tutti i trattamenti rivolti alla conservazione della salma oggi gli operatori del settore cercano nuovi prodotti per sostituire la formalina e lavorare senza rischi per la salute.
Oggi in Italia grazie al brevetto Europeo Fluytan (www.fluytan.it) un affidabile fluido di conservazione, gli operatori del settore riescono a garantire conservazioni delle salme per i trasporti internazionali anche per oltre 60 giorni. Sono numerose le testimonianze di interventi eseguiti con il Fluytan con risultati a dir poco fenomenali. Eppure nei paesi anglosassoni ed anche in Francia, dove risiedono le più prestigiose scuole di tanatoprassi, gli addetti ai lavori di questa disciplina continuano a consigliare l’uso di una soluzione, anche se molto annacquata, di formalina da iniettare nei vasi sanguigni dei cadaveri .
In occasione di trasporto salma internazionale la cura di tanatoprassi potrebbe esser ingiunta, in quanto diversi stati (il Canada, Australia, Inghilterra, e altri) per accogliere il rimpatrio di un cadavere pretendono che lo stesso sia stato sottoposto ad attenti trattamenti conservativi.
Proviamo ad immaginare un’ipotesi molto realistica..
Nel mese di luglio, con temperature oltre i 30 gradi centigradi, un’impresa è incaricata di un trasporto funebre di notevole distanza, anche se rimane, in ogni caso, entro i confini nazionali.
Se sulla salma non viene eseguita una corretta cura di tanatoprassi o, per motivi ideologici, o semplicemente economici, la famiglia non la richiede, gli addetti al trasporto dovranno rassegnarsi alla poco piacevole idea di viaggiare magari per un’intera giornata, in compagnia di un feretro, già, dopo poche ore dal suo confezionamento, fradicio di liquami e rigonfio di maleodoranti vapori cadaverici se il viaggio e su terra. Al contrario se il viaggio e via aereo sorgono molti dubbi sul fatto che quella salma sia accettata a bordo.
Si deve poi valutare il rischio, sempre presente, nonostante l’azione della valvola depuratrice, di un’improvvisa rottura della lamiera zincata con relativa perdita di liquidi organici fuori della vasca metallica cosa che accade molto frequentemente nel periodo estivo.
Inoltre se lo zinco è a diretto contato con la salma e non sono stati applicati materassini assorbenti o polveri super-assorbenti occorrono anche reggette oppure, in alternativa, altro sistema idoneo a neutralizzare i gas e i liquidi causati dalla decomposizione.
Con la pratica della tanatoprassi i trasporti nazionali e internazionali delle salme sono garantiti sotto ogni profilo igienico sanitario eliminando tutti i processi di decomposizione per più settimane.
Barbara Ruscitti 12/01/2024
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