La tanatoprassi riparatrice
Nicolas Tiburzi 15/04/2022 1
Il mondo della tanatoprassi è un insieme di specilizzazioni, che permettono ad un tanatoprattore professionista di raggiungere soluzioni anche nei casi piu complicati!!
Entriamo insieme nello specifico dei casi di forte dimagrimento del viso e stato cachettico, come si interviene?
Ricostruzione ipodermica
· La ricostruzione
La ricostruzione ipodermica del tessuto è un trattamento per la faccia, il collo e le mani. La perdita di tessuto adiposo nell’anzianità non deve essere considerata un problema per la restaurazione. Un naturale infossamento può essere presente nelle guance di molte persone: anche questo non è un problema per la restaurazione. Comunque, il contenuto normale di acqua nel corpo di una persona è approssimativamente l’80% del peso corporeo. Una malattia deturpante che provoca la disidratazione, potrebbe togliere l’umidità dalle cellule del tessuto e creare delle cavità tra la struttura ossea. L’unico difetto della ricostruzione ipodermica è che si rischia di riempire eccessivamente le strutture da uno dei due lati del viso, il viso risulterebbe perfetto su un lato e gonfio sull’altro. Anche se c’è un limite di iniezione nei tessuti, grazie alle ossa che impediscono di penetrare in profondità. Anche una leggera iniezione di troppo su di un lato porterebbe ad ulteriori iniezioni per compensare l’altro lato. Lo squilibrio dei due lati può produrre una distorsione della superficie naturale. È consigliabile iniettare il ricostruente in piccole dosi, sottovalutando le quantità necessarie finché entrambi i lati sono stati iniettati. Si può sempre ritornare al punto d’iniezione per effettuare altre iniezioni.
· Punti di entrata
Una siringa ed un ago ipodermico sono utilizzati per iniettare la sostanza ricostruente sotto la pelle. Un punto nascosto viene selezionato per l’inserimento dell’ago: il buco diventa scuro dopo l’esposizione all’aria, perciò ulteriore lavoro sulla superficie visibile potrebbe rendersi necessario.
Punti nascosti sul viso possono essere: la linea dei capelli, le narici, gli angoli della mandibola. In alcune aree del viso è sufficiente un solo punto d’entrata per raggiungere tutte le parti da restaurare; altre aree invece a causa della grandezza o delle curvature, necessitano di più punti di iniezione.
· Sostanze ricostruenti
Può essere utilizzato come ricostruente la crema massaggio; è comunque necessaria una crema morbida. Una quantità minima di olio minerale può essere aggiunta alle creme più dure per semplificare l’iniezione. Per caricare la siringa di crema, si deve rimuovere la testina in modo da riempire la siringa con una spatola. Premendo lo stantuffo l’aria nella siringa verrà espulsa ed il ricostruente uscirà dall’ago.
· Gli aghi ipodermici
È disponibile una vasta quantità di aghi con misure diverse. I diametri grandi sono i più pratici per l’iniezione della crema. La punta dell’ago ipodermico è tagliata in modo da facilitare l’inserimento e lasciare un’apertura più piccola del diametro dell’ago. La lunghezza dell’ago si determina in base alla grandezza dell’area da riempire.
· Procedura generale
L’ago viene direzionato nel tessuto più superficiale fino al punto più distante della cavità. L’ago si tiene il più vicino possibile alla superficie del derma; l’iniezione nella profondità dei tessuti risulterebbe completamente inefficace. È richiesta la massima cura nel direzionare l’ago in modo da evitare di bucare la pelle in superficie; per evitare tali inconvenienti si può posizionare la mano libera sulla superficie della pelle in modo da seguire la profondità dell’ago. Se la pelle si buca accidentalmente, è necessario ridirezionare l’ago; dopo aver completato il riempimento, il buco deve essere chiuso e coperto con la cera restaurativa.
La punta dell’ago viene bloccata dal tessuto sottocutaneo verso il quale è stato direzionato; si sblocca la punta, ritraendo l’ago indietro di 1cm prima di iniziare l’iniezione. Mentre si inietta, l’ago si ritira lentamente verso il punto d’entrata. Questo processo viene ripetuto finché tutta la regione interessata è riempita; solo a quel punto viene ritirato l’ago. Il riempimento in eccesso rimasto all’interno dell’ago deve essere espulso dall’ago prima che indurisca. Non è necessario ritirare l’ago dal punto d’entrata quando si deve riempire la siringa; si può staccare la siringa dall’ago in modo da riempirla senza togliere l’ago. Aghi e siringa devono essere lavati dopo l’uso; prima devono essere lavati in acqua calda con sapone, poi si sgrassano con un disinfettante liquido. Siringa e aghi si conservano separatamente proteggendo le punte degli aghi.
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Chiara Ricciarelli 17/05/2021
Un Centro nazionale di servizi di Igiene Funeraria
tanatoprattori professionisti di pronto intervento
I tanatoprattori professionisti della Italtan a disposizione del sistema funerario per applicare, all’ interno delle case funerarie, delle strutture sanitarie, e nei domicili le utili tecniche di conservazione ed igiene della salma tipiche della Tanatoprassi.
Che importanza assume oggi la figura del tanatoprattore all’ interno del settore funebre italiano? Benchè si sia già fatta sentire, prepotentemente, l'esigenza di uniformare a livellonazionale una legislazione ancora frammentaria relativa alle norme fondamentali sul settore funerario e sulla tanatoprassi, il complesso ed articolato disegno di legge che ne è conseguito è ancora fermo e stagnante all’ esame delle Camere. Ma nella pratica, il discorso è ben altro.
Nella pratica, infatti, il fenomeno delle Case Funerarie, nato nei paesi anglosassoni, ha fatto la sua bella comparsa anche in Italia, diffondendosi a macchia d’olio, soprattutto nel Settentrione e prendendo piede un po’ ovunque: la Casa Funeraria, ambiente accogliente, dove poter dare l’ estremo saluto al caro scomparso, in silenzio, raccoglimento e meditazione, offrendo la possibilità di un vero e proprio luogo di memoria, per creare una nuova concezione del rito funebre, ben lontano dai tradizionali luoghi, come le mura domestiche e i freddi obitori.
Ma sela società moderna ha senza dubbio necessità delle Case Funerarie, che umanizzano e sdogmatizzano lentamente il doloroso evento morte - vissuto ancora, purtroppo, come un tabù -; altrettanto vero è che una Casa Funeraria che si esime dall’ applicazione delle utili tecniche di Tanatoprassi, possiamo quasi dire che venga meno alla sua finalità principale, al suo scopo ultimo.
Ci spieghiamo meglio: noi come Italtan siamo fermamente convinti che il ruolo della disciplina della Tanatoprassi all’ interno di una Casa Funeraria è tutt’ altro che secondario, ma, bensì, essenziale per riuscire a perseguire il fine per il quale, d’ altronde, nasce il concetto di Casa Funeraria stessa, quello di ridare dignità alla morte.
Essenziali e propedeutiche al giusto “funzionamento” di una Casa Funeraria, le tecniche di Tanatoprassi, ossia quell'insieme di cure rivolte alla salma prima delle esequie - in termini di igiene, di conservazione e di presentazione estetica -, svolgono la funzione di preservare il corpo il più a lungo possibile, in condizioni di sicurezza, e di trattare la salma in modo da renderla, esteticamente, il più vicina possibile a rappresentare un’ immagine serena del defunto, laddove, e questo succede sia in casi straordinari che ordinari (pensiamo al deturpamento di un corpo causato da una malattia o da un incidente), nelle ore che seguono immediatamente l’ evento morte, essa subisce naturalmente una - più o meno - repentina trasformazione, con la fuoriuscita di liquidi organici o la presenza di vapori nauseanti, che la rendono, se non trattata, ai limiti della decenza e della presentabilità. Ossia, in altre parole, la Tanatoprassi ha lo scopo di umanizzare l’ evento morte, volendone cancellare o alleggerire (anche agli occhi dei cari, della famiglia o degli amici) i segni inevitabili della sofferenza.
Ecco perché crediamo fermamente che le Case Funerarie, senza la pratica della Tanatoprassi, non svolgono completamente la loro funzione, ossia quella di riportare il povero “caro scomparso” ad essere “protagonista”, con grande dignità, dell’ inevitabile ultima fase della propria esistenza.
E noi di Italtan ci battiamo da sempre in questa direzione, non solo augurandoci che le prossime tendenze mutino completamente, in modo radicale e rivoluzionario, il concetto della morte e il relativo rito funebre; ma lo facciamo anche, e soprattutto, tramite azioni concrete, ossia mettendo direttamente i nostri tanatoprattori - professionisti formati con corsi altamente qualificati e riconosciuti, abilitati ad esercitare ed operare la professione -, a disposizione di tutte quelle strutture e Case Funerarie che vogliono contribuire a diffondere questa nuova cultura dell’ evento morte.
I nostri esperti sono a disposizione in tutta Italia, Isole comprese, 24 h su 24, mettendo a servizio la propria competenza e professionalità, ed eseguendo, ovviamente, tutti gli interventi di Tanatoprassi con le regolari e necessarie autorizzazioni sanitarie, il cui ottenimento ed ottemperanza è curato direttamente da Italtan.
Per avere ulteriori informazioni sull’ essenziale ruolo del Tanatoprattore all’ interno di una Casa Funeraria, oppure per richiedere l’ intervento di un nostro professionista in struttura, contattaci con le seguenti modalità:
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N. verde 800.136.086 / cell 392.18.18.118
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Redazione Tan Magazine 17/09/2020
La nuova formazione per il tanatoprattore
Diventa abbastanza complicato e restrittivo parlare in poche righe di una nuova e così ampia figura professionale quale il Tanatoprattore, cercheremo comunque di restringere al massimo il campo descrittivo di questa nuova professione e di elencare i numerosissimi vantaggi che tale nuovo mestiere può presentare a chi vi dedica il necessario interesse.
Con un po’ di scetticismo si potrebbe pensare che l’affacciarsi di una nuova figura professionale possa portare a promesse di nuove occupazioni ed eventuali riscontri economici/sociali che lasciano il tempo che trovano ed invece il nuovo mestiere del Tanatoprattore apre nuovi orizzonti e nuove soluzioni sia a chi ancora deve affacciarsi al mondo del lavoro, sia a chi opera già da tempo nel campo e deve riqualificare la propria impresa. Ecco che la Tanatoprassi si rivolge allo stesso tempo al disoccupato in cerca di lavoro e all’imprenditore che ha già insita nel suo mestiere l’idea di pratica funeraria e vuole ampliare le proprie conoscenze con un’eventuale utile e completa formazione alla Tanatoprassi stessa.
E’ chiaro che per diffondere un mestiere con pratiche nuove e poco conosciute, è necessaria una preparazione di base adatta a formare Tanatoprattori sempre più motivati e competenti ed è qui che la formazione stessa può essere appoggiata da meritati riconoscimenti sia a livello governativo che delle stesse regioni ed è da qui che si può attingere per l’ottenimento di eventuali agevolazioni che già favoriscono sia i disoccupati che le nuove imprese anche nella nuova realtà europea.
Un’eventuale e necessaria formazione è un mezzo indispensabile per creare nuovi posti di lavoro a professionisti ai quali sia riconosciuto anche un titolo nazionale dai vertici ministeriali competenti.
In quest’ottica è più facile capire come una nuova figura professionale possa offrire i propri vantaggi e radicarsi nel mondo del lavoro come un mestiere sempre al servizio del sociale e aperto ogni giorno a nuove e moderne soluzioni applicative dettate dai tempi.
Alla luce di quanto detto finora diventa ovvio comprendere come il Tantoprattore possa farsi largo nel mondo del lavoro come una figura di chiara necessità nell’ambito sociale ed è altrettanto ovvio constatare quelle che possono essere negli anni le garanzie economico/sociali che questa nuova figura professionale potrà offrire ai suoi intermediari più assidui e competenti.
Pasqualino Caterisano 17/09/2020
Etica della tanatoprassi
Diversi termini sono utilizzati dai direttori delle pompe funebri per designare questo trattamento, come conservazione sanitaria, trattamento igienico, preparazione del cadavere ecc.. Nel far conoscere la Tanatoprassi al grande pubblico, il direttore delle pompe funebri, deve egli stesso essere convinto che essa è efficace e che fa parte di un moderno procedimento funerario. Legalmente, bisogna ottenere il permesso prima di procedere al trattamento, dando come ragioni di impiego le seguenti:
- in primo luogo ciò assicura che non sussistano rischi o paura d’infezione nel contatto con il cadavere;
- in secondo luogo ciò produce, senza mutilazioni, un colore e un’aria naturale sul corpo tali da far pensare ad un essere vivente;
- in terzo luogo ciò arresta le modificazioni dovute alla putrefazione che si presentano come emissioni e scoli da tutti gli orifizi del corpo.
La Tanatoprassi diventerà una pratica usuale in un circondario se la persona responsabile della sua introduzione darà a ciascun caso la cura e l’attenzione necessarie, se sarà all’altezza professionalmente e userà ogni misura igienica raccomandata per ogni articolo, persona o locale utilizzati sia nel trasporto che nella cura del cadavere: ciò è più importante delle costruzioni e delle apparecchiature ultra moderne. E’ importante avere dalla propria parte la classe medica e perciò è bene effettuare incontri con medici ed ufficiali sanitari locali e incoraggiarli a dare sostegno al trattamento. Come già detto in precedenza, il procedimento attuale di tanatoprassi è un metodo di conservazione temporanea e di presentazione del defunto, relativamente semplice in termini di principio, ma che richiede da parte del tanatoprattore delle solide conoscenze sia teoriche che pratiche, senza contare alcune qualità morali indispensabili per esercitare una professione così delicata.Si tratta in realtà di una iniezione intra-arteriosa di un liquido antisettico che disinfetta e conserva, ad una pressione abbastanza forte da farlo mescolare al sangue, la maggiore fonte di decomposizione. Viene praticato un drenaggio venoso di lieve entità, seguito dal drenaggio delle cavità addominali e toraciche, soprattutto in presenza di determinate malattie.
Questi trattamenti vengono completati da una accurata pulizia e sistemazione del cadavere e dalle cure al viso che renderanno così alla famiglia un defunto "tranquillo e tranquillizzante", una immagine serena che rimarrà per molto tempo nei loro ricordi. È forse necessario ricordare le orribili smorfie della morte, il rictus dell'agonia, la cianosi dei tessuti che mostra i corpi lividi e accartocciati.Tutti conosciamo la perfetta descrizione di Ippocrate del volto cadaverico, tanto osservato e sempre attuale.Non c'è bisogno di ricordare gli stadi classici iniziali della tanatomorfosi che cominciano con l'immobilità, la rigidità e l'adattamento alla temperatura ambiente; la lividezza che precede le macchie verdi, il rigonfiamento, l'odore e l'evacuazione delle cavità naturali. La descrizione del processo di decomposizione si ferma qui, ma tutti gli specialisti sanno benissimo fin dove può arrivare la putrefazione! Tutti questi esempi ci dimostrano qual è il contributo della tanatoprassi in particolare. Di seguito vengono riportate delle immagini dove possiamo osservare un corpo prima del trattamento e verificare il buon risultato su di esso di un trattamento di Tanatoprassi
Al contrario di altre professioni, il comportamento individuale del Tanatoprattore è considerato indice di comportamento dell’intera categoria e quindi occorre essere molto prudenti ai fini di una pubblicità negativa.
Lidia Medici
Interessata al corso e collaborare con servizi funebri 27/10/2023
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