L’importanza di Costruire le Case Funerarie Lontano da Ospedali e Strutture Sanitarie: Riflessioni su Vita, Morte e la Cultura dei Luoghi
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Barbara Ruscitti 24/01/2025 1
La società moderna è sempre più consapevole dell'importanza di progettare spazi pubblici e privati in modo da rispettare la funzione culturale ed emotiva di ciascun luogo. In questo contesto, il tema della collocazione delle case funerarie – strutture dedicate alla gestione delle salme e all’accoglienza dei parenti dei defunti – assume un’importanza cruciale. È indispensabile, infatti, che tali strutture siano progettate e costruite lontano da ospedali, case di cura e strutture sanitarie. La ragione di questa separazione risiede non solo in motivazioni logistiche, ma soprattutto nel rispetto di una differenza culturale profonda tra luoghi destinati alla vita e luoghi associati alla morte.
La Cultura dei Luoghi: Ospedali come Simboli della Vita
Gli ospedali sono luoghi che, nonostante accolgano anche momenti difficili, rappresentano per eccellenza la speranza e la cura. Sono ambienti dove si combatte per la vita, dove si attende una guarigione e dove la medicina si impegna per alleviare la sofferenza. Sono anche luoghi di nascita, di nuova vita e di ricongiungimento con la salute.
L’idea di affiancare una casa funeraria a una struttura sanitaria mina questa percezione culturale. Inserire un simbolo di morte accanto a un simbolo di vita rischia di generare un cortocircuito emotivo e valoriale. Gli ospedali devono rimanere spazi in cui i pazienti, i familiari e il personale sanitario possano concentrarsi esclusivamente sul percorso di guarigione o sulla gestione delle situazioni critiche. Introdurre un luogo che richiama il lutto e la perdita potrebbe compromettere questa energia positiva e aumentare il carico emotivo di chi frequenta tali strutture.
Il Clown in Ospedale: Un Simbolo di Vita e Speranza
Negli ospedali, è fondamentale introdurre elementi che promuovano la speranza e il sollievo emotivo. Ne è un esempio l’arte della clownterapia, che attraverso la leggerezza e il sorriso riesce a portare conforto a pazienti di ogni età, in particolare ai bambini. La figura del clown, con la sua capacità di comunicare empatia e gioia, rappresenta l’antitesi culturale della casa funeraria. L’ospedale, anziché essere affiancato da simboli di lutto, dovrebbe essere arricchito da iniziative che ne rafforzino il ruolo di spazio dedicato alla vita e al benessere.
La Casa Funeraria: Un Luogo di Riflessione e Commiato
La casa funeraria, al contrario, è un luogo che deve essere pensato come spazio di raccoglimento e memoria. È il luogo dove i familiari possono elaborare il lutto e dare l’ultimo saluto alla persona cara. La sua funzione è strettamente legata alla dimensione del commiato, che richiede calma, rispetto e un distacco simbolico dalla frenesia della vita quotidiana.
Costruire una casa funeraria accanto a un ospedale non solo confonde i significati culturali associati ai due luoghi, ma rischia anche di interferire con il processo di elaborazione del lutto stesso. I familiari che frequentano una casa funeraria hanno bisogno di trovarsi in un contesto separato dalla quotidianità ospedaliera, in un luogo che consenta loro di concentrarsi sul ricordo e sull’intimità del momento.
Motivazioni Logistiche e Urbanistiche
Oltre agli aspetti culturali, ci sono anche motivazioni pratiche che rendono inopportuna la costruzione di case funerarie accanto agli ospedali.
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Sovraccarico del traffico locale: La vicinanza a un ospedale, che è già di per sé un centro di elevata affluenza, può creare problemi di congestione del traffico e ostacolare l’accesso ai servizi sanitari.
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Rischio di interferenze emotive: La coesistenza di una casa funeraria e di un ospedale può creare disagio nei pazienti e nei familiari, che potrebbero sentirsi oppressi dalla presenza costante del simbolo della morte.
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Incompatibilità ambientale: Gli standard di sicurezza e igiene richiesti per una casa funeraria, soprattutto per quanto riguarda la conservazione delle salme, possono non essere compatibili con la natura degli ambienti sanitari circostanti.
Un Approccio Culturale e Pianificatorio
La progettazione degli spazi urbani non può prescindere dall’impatto psicologico che tali luoghi hanno sulla comunità. È necessario adottare un approccio consapevole, che rispetti la funzione simbolica e pratica di ciascun luogo. Gli ospedali devono rimanere spazi di speranza, cura e guarigione, mentre le case funerarie devono essere collocate in contesti che permettano di preservare il rispetto e la solennità del commiato.
Separare i luoghi della vita da quelli della morte non è solo una questione logistica, ma soprattutto un atto di rispetto verso le emozioni e le esigenze delle persone. Gli ospedali devono essere ambienti che alimentano la speranza e la vita, dove i pazienti possono concentrarsi sulla guarigione e dove i professionisti sanitari lavorano per salvare vite.
Le case funerarie, invece, devono essere concepite come spazi dedicati alla riflessione, alla memoria e al saluto, lontani dalla frenesia e dall’energia degli ospedali. Solo attraverso questa chiara distinzione è possibile costruire una società che rispetti il valore della vita, il significato del lutto e il bisogno di equilibrio tra speranza e ricordo.
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Redazione Tan Magazine 17/09/2020
Jean-Nicolas Gannal, ideatore della tanatoprassi moderna
Personaggio eccentrico e controverso, Jean-Nicolas Gannal (1791-1852) ha dato il suo nome al metodo Gannal, considerato il metodo alla base della tanatoprassi moderna. Come molto spesso accade, la fama di cui gode Gannal nel campo della tanatoprassi, è in parte usurpata in quanto il procedimento di conservazione dei corpi per via d’iniezione vascolare era già stato attuato dal medico italiano Giuseppe Tranchina qualche anno prima di Gannal, e addirittura un secolo prima
dall’anatomista olandese Frederik Ruysch che con il suo liquor balsamicum è considerato il primo ad avere utilizzato l’iniezione arteriosa per la conservazione dei cadaveri.
Le parti anatomiche e i corpi conservati da Ruysch suscitarono un notevole interesse tanto che, a quasi un secolo dalla sua morte, Giacomo Leopardi scrisse un’ opera intitolata Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie.
Sembra che, attraverso le sue mummie, Ruysch volesse trasmettere il messaggio che lui – e solo lui – fosse in grado di sfidare la morte rendendo l’aspetto di un morto simile a quello di un dormiente. Enfatizzò sempre la naturalezza delle forme e la flessibilità dei corpi diversi da quelli vivi solo per la mancanza di movimento. Era convinto che nessuno sarebbe stato in grado di raggiungere il suo livello di perfezione. Per questo non volle divulgare il suo metodo. Mantenendo il segreto sarebbe potuto rimanere l’unico valido intermediario tra il mondo dei vivi e la morte. Il metodo non sopravvisse quindi all’autore.
Tornando a scrivere di Gannal va altresì ricordato che l’americano Holmes, che gode di fama ancora maggiore rispetto allo stesso Gannal, specie negli Stati Uniti dove l’embalming nel senso moderno del termine è diventata ormai routine, trasse il suo metodo dalla traduzione in inglese di Histoire des Embaumements scritto da Gannal nel 1838 e tradotto in inglese nel 1840.
Fino al XIX° secolo i metodi di conservazione dei corpi erano molto invasivi, con asportazione di alcuni organi e tagli sulla muscolatura per fare penetrare polveri, aromi e altre sostanze.
Una rivista del 1842 descrive così il metodo Gannal: “Grazie al procedimento inventato dal sig. Gannal nulla è più come prima. Una piccola incisione sulla parte laterale del collo per introdurre il liquore di conservazione, tramite una pompa; poi, all’esterno, tessuti bagnati con liquori aromatici; due ore di tempo ed è tutto finito … non serve nemmeno spogliare il corpo che deve essere imbalsamato … il corpo di un bambino trattato con questo metodo è stato esposto per tre mesi nell’obitorio di Parigi … Un condannato, imbalsamato dal sig. Gannal è stato esposto a Londra per due anni agli occhi del pubblico … è auspicabile che il procedimento del sig. Gannal diventi popolare e questo sarà possibile grazie al prezzo contenuto di questo trattamento …
Su Gannal si sono scritte tante cose. Ad esempio che avesse sperimentato il suo metodo per rimpatriare i corpi di alcuni soldati morti nella battaglia della Berezina durante la campagna di Russia di Napoleone. Questo appare molto improbabile in quanto lo stesso Gannal fu fatto prigioniero dai russi alla Berezina. E’ invece vero che, come addetto ai reparti sanitari, partecipò a numerose campagne napoleoniche, fu fatto sette volte prigioniero e riuscì sempre ad evadere. Sopravvisse a Waterloo.
Tornato a Parigi lavora come chimico al laboratorio di chimica del Politecnico di Parigi prima e a quello dell’Accademia delle scienze, dopo.
E’ protagonista di diverse invenzioni: cere industriali, collanti, inchiostri, gelatine da sotto-prodotti animali che conserva con procedimenti chimici.
Fa ricerche sulla conservazione dei cadaveri per i laboratori di anatomia. Nel 1837, l’accademia delle scienze lo invita a fare delle prove sul metodo di conservazione dei corpi dell’italiano Tranchina per via di iniezione arteriosa di acido arsenico. Dà parere negativo insistendo sui pericoli, per la salute pubblica, rappresentati dall’arsenico. Facendo così finta di dimenticare che anche il suo liquido di conservazione, brevettato nello stesso anno 1837 contiene arsenico.
Ma quando nel 1845 l’Accademia di Medicina di Parigi fa un confronto tra il metodo Gannal e il metodo Sucquet, viene rivelata la presenza di arsenico nel liquido di Gannal che proprio per questo viene screditato. Il suo liquido è soppiantato da quello del suo concorrente, l’imbalsamatore J.P. Sucquet, a base di cloruro di zinco. Nonostante le critiche del mondo accademico e scientifico, grazie alla traduzione in inglese del suo libro, Gannal è noto in America ed è studiando il suo metodo e il suo liquido che Thomas Holmes svilupperà il proprio fluido togliendo la componente d’arsenico. Il metodo di Holmes conoscerà un notevole successo con la guerra di secessione. Holmes dichiarerà di aver praticato personalmente 4028 trattamenti. Al prezzo di 100 dollari per intervento, Holmes tornò nella sua natia Brooklyn da uomo ricco. Successo e ricchezza dovute in gran parte ad un eccentrico inventore parigino di nome Jean-Nicolas Gannal.
Sandra Bergamelli 15/05/2022
Ecco chi potrà prelevare subito i soldi dal conto cointestato del defunto anche se non erede sia in banca che alle Poste
Alla morte di un nostro caro defunto oltre a dover affrontare il dolore per la perdita, sono tante le incombenze da svolgere. Talvolta innanzi al mare magnum di adempimenti ci si ritrova impreparati e spaesati e se non si presta la dovuta attenzione si rischiano sanzioni salate. Infatti vedove ed eredi di coloro che sono deceduti dal 1°agosto al 30 novembre 2021 devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione persone Fisiche 2021. Ovviamente se il de cuius era titolare di partita IVA. Chi non invia questa dichiarazione entro il 31 maggio potrà ricevere dall’Agenzia delle Entrate, anche prima dell’estate, pesanti sanzioni. Pertanto, anche se è difficile e doloroso, è necessario andare avanti perché la legge non ammette scuse.
Si dovranno programmare tutte le scadenze e ricercare anche i conti di cui era titolare il defunto dove magari vi sono depositate somme importanti. Questi infatti non si estinguono automaticamente con la morte del titolare ma sarà necessario seguire un preciso iter sia da partedei successori che della banca. Ma cosa accade se il conto del de cuius era intestato con altro soggetto ancora in vita? Chi potrà prelevare le eventuali somme giacenti sul conto? A fornire la soluzione è proprio la Suprema Corte con pronunce anche piuttosto recenti.
Ecco chi potrà prelevare subito i soldi dal conto cointestato del defunto anche se non erede sia in banca che alle Poste
In particolare dopo la morte di uno dei cointestatari del conto, a firme disgiunte, il contitolare superstite potrà continuare ad utilizzare liberamente il conto corrente. La banca sarà tenuta a corrispondere al correntista superstite le somme depositate sul conto qualora questi le chieda. Ciò a prescindere dalla rispettiva quota e in virtù del principio della solidarietà attiva. Pertanto il cointestatario superstite potrà continuare ad operare sul conto, effettuando prelievi o versamenti.
A nulla potranno valere le rimostranze nei confronti della banca. La Corte di Cassazione in virtù del suindicato principio ha confermato che la banca è tenuta a corrispondere le somme depositate sul conto all’altro correntista. Ovvero si è espressa relativamente ad un deposito bancario intestato a più persone con la possibilità, per ognuna, di eseguire tutte le operazioni anche disgiuntamente. Ha evidenziato pertanto che in questi casi si realizza una solidarietà dal lato attivo dell’obbligazione che consente agli altri cointestatari di chiedere l’adempimento dell’intero saldo. In questo caso la banca sarà tenuta a soddisfare le richieste senza avere alcun obbligo nei confronti degli eredi non cointestatari del conto. Secondo la Cassazione questo rientra tra gli obblighi della banca, ovvero consentire agli altri contitolari di disporre pienamente e liberamente dei soldi sul conto. Pertanto ecco chi potrà prelevare subito i soldi depositati sul conto dopo la morte del de cuius.
Andrea Pastore 13/10/2024
Il Regolamento di Polizia Mortuaria: un quadro in evoluzione
Il Regolamento di Polizia Mortuaria, introdotto con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 10 settembre 1990, rappresenta un punto di riferimento fondamentale nell'ambito della gestione dei defunti in Italia. Questo complesso di norme, costantemente aggiornato in base alle evoluzioni sociali, sanitarie e tecnologiche, definisce le procedure da seguire in caso di decesso, dalla constatazione medica alla sepoltura, passando per il trasporto e la conservazione delle salme.
L'importanza di un quadro normativo aggiornato
Il settore funerario è profondamente legato alle tradizioni culturali e religiose di un paese, ma allo stesso tempo è soggetto a rapidi cambiamenti. L'allungamento della vita media, l'evoluzione delle pratiche mediche, l'emergenza sanitaria globale e le nuove esigenze della società civile richiedono un continuo adeguamento del Regolamento di Polizia Mortuaria.
Quali potrebbero essere i prossimi aggiornamenti?
Sulla base delle tendenze attuali e delle sfide future, è possibile ipotizzare alcune possibili evoluzioni del Regolamento:
- Digitalizzazione dei processi: L'introduzione di strumenti digitali per la gestione delle pratiche funerarie potrebbe semplificare le procedure, ridurre i tempi e garantire una maggiore trasparenza. Si potrebbe pensare a un'anagrafe dei defunti digitalizzata, alla dematerializzazione dei certificati e alla possibilità di effettuare alcune operazioni online.
- Valorizzazione della volontà anticipata: Sempre più persone desiderano esprimere le proprie volontà in merito alle proprie esequie. Una revisione del regolamento potrebbe prevedere una maggiore tutela della volontà anticipata, facilitando la sua espressione e garantendone il rispetto.
- Sostenibilità ambientale: Il tema della sostenibilità ambientale sta diventando sempre più centrale in tutti i settori. Anche il settore funerario potrebbe essere interessato da un processo di ecologizzazione, con l'incentivazione di pratiche più rispettose dell'ambiente, come la cremazione o la sepoltura naturale.
- Tutela dei diritti dei familiari: Il decesso di un congiunto rappresenta un momento molto delicato per i familiari. Il regolamento potrebbe essere aggiornato per garantire una maggiore assistenza e tutela dei loro diritti, sia dal punto di vista emotivo che pratico.
Conclusioni
Il Regolamento di Polizia Mortuaria è uno strumento dinamico, che si adatta ai cambiamenti della società. I prossimi anni potrebbero portare a significative novità in questo ambito, con l'obiettivo di garantire un servizio sempre più efficiente, trasparente e rispettoso delle esigenze di tutti.
Carla Stelli
Non ho capito,perché si deve cambiare posto alle camere mortuaria.Se uno va all'ospedale per curarsi,penso che non cambi niente anzi,dovrebbe pensare quello che vede.E poi quei soldi che spenderesti,datemi a chi lavora negli ospedali. Visto che devono firmare il contratto,speriamo che sia migliore di quello che hanno adesso.Vi vengono idee che fanno piangere.Invece l'idea DEI PAGLIACCI'Mi piace,visto che li avete già.LANDINI,MORTADELLA,CONTE. 29/01/2025
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