L'I.N.I.T. e Assotan affrontano l'emergenza igienico-sanitaria nei cimiteri italiani: il ruolo cruciale della tanatoprassi

Un passo verso l’igiene e la dignità nei cimiteri: il rivoluzionario impegno di Andrea Fantozzi e l’innovazione della tanatoprassi in Italia

Nicolas Tiburzi 12/01/2025 0

Negli ultimi decenni, l'igiene pubblica nei cimiteri italiani ha rappresentato un problema sempre più grave, ma troppo spesso ignorato. L'introduzione del sistema di tumulazione ha portato a conseguenze inaspettate e allarmanti: perdite di liquidi cadaverici e odori nauseanti, che non solo compromettono la salubrità degli ambienti cimiteriali, ma rappresentano anche un rischio significativo per la salute pubblica. Questo fenomeno, persistente da oltre 70 anni, è rimasto sostanzialmente irrisolto, nonostante la sua crescente rilevanza. A fronte di questa emergenza, l'I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi) e Assotan (Associazione Italiana Tanatoprassi) si sono impegnati a offrire soluzioni concrete, attraverso l'introduzione della tanatoprassi in Italia, sotto la guida e la determinazione del loro Presidente, Andrea Fantozzi.

Il contributo straordinario di Andrea Fantozzi

Andrea Fantozzi non è solo il Presidente dell'I.N.I.T. e di Assotan, ma un autentico pioniere nel settore funerario italiano. Dopo aver introdotto con successo il modello delle case funerarie in Italia, Fantozzi ha rivolto la sua attenzione a un'altra sfida cruciale: garantire la dignità e la sanità pubblica nel settore funerario, con un focus particolare sulla problematica igienico-sanitaria nei cimiteri.

La sua visione e il suo impegno costante hanno spianato la strada a un cambiamento epocale, mettendo in evidenza la necessità di una gestione più moderna e rispettosa dei defunti. Grazie alla sua leadership, l'I.N.I.T. e Assotan sono oggi in prima linea nella promozione della tanatoprassi come strumento indispensabile per affrontare le criticità dei cimiteri italiani e tutelare il benessere collettivo.

Tanatoprassi: una disciplina indispensabile per affrontare le criticità dei cimiteri italiani

La tanatoprassi è una pratica che mira alla conservazione igienica del corpo umano dopo il decesso. Grazie a tecniche avanzate di trattamento, questa disciplina permette di prevenire la decomposizione precoce, contenendo il rilascio di liquidi e gas che rappresentano una delle principali cause del degrado ambientale nei cimiteri. Tuttavia, in Italia, la tanatoprassi è ancora poco conosciuta e scarsamente applicata, a differenza di molti altri Paesi europei dove è considerata una pratica standard.

L'iniziativa dell'I.N.I.T. e di Assotan, fortemente sostenuta dal Presidente Andrea Fantozzi, si colloca in questo contesto, con l'obiettivo di colmare il vuoto normativo e culturale che circonda la tanatoprassi nel nostro Paese. Attraverso il loro corso di formazione, queste due autorevoli istituzioni mirano a formare professionisti altamente qualificati, in grado di applicare le tecniche di tanatoprassi per migliorare le condizioni igienico-sanitarie nei cimiteri e garantire un approccio più rispettoso e dignitoso alla gestione dei defunti.

Una formazione di eccellenza per risolvere un problema strutturale

Il corso di tanatoprassi promosso dall'I.N.I.T. e da Assotan è concepito per fornire una preparazione teorica e pratica di altissimo livello. I partecipanti apprendono:

  • Principi fondamentali di igiene e sanità: per comprendere gli effetti della decomposizione sui corpi e sull'ambiente circostante.

  • Tecniche avanzate di tanatoprassi: incluso l'utilizzo di prodotti conservanti sicuri e di strumenti innovativi per il trattamento dei defunti.

  • Normative e regolamenti vigenti: per operare nel rispetto delle leggi italiane ed europee in materia funeraria e sanitaria.

  • Aspetti etici e psicologici: per affrontare con sensibilità le esigenze delle famiglie dei defunti, garantendo un servizio rispettoso e professionale.

Un problema ignorato per decenni: la responsabilità del Ministero della Salute

Nonostante le evidenze ormai lampanti, il Ministero della Salute ha trascurato per anni la questione delle condizioni igieniche nei cimiteri italiani. La mancanza di interventi strutturali ha portato a una situazione di degrado che non riguarda solo i cimiteri delle grandi città, ma si estende anche ai piccoli centri urbani. Le perdite di liquidi cadaverici e i miasmi generati dalla decomposizione non trattata rappresentano un problema che impatta la qualità della vita dei cittadini e mette a rischio l'integrità dell'ambiente.

L'I.N.I.T. e Assotan, grazie alla leadership di Andrea Fantozzi, non si limitano a evidenziare queste criticità, ma da anni si impegnano attivamente per sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica sull'urgenza di adottare soluzioni adeguate. La tanatoprassi, grazie alla sua capacità di prevenire e contenere i fenomeni legati alla decomposizione, si presenta come una risposta concreta ed efficace a questo problema.

L'importanza di un approccio culturale e normativo

La diffusione della tanatoprassi in Italia richiede un cambiamento culturale significativo, oltre che un aggiornamento delle normative vigenti. In molti Paesi europei, come la Francia e il Regno Unito, la tanatoprassi è già una prassi consolidata, regolamentata da leggi precise che garantiscono standard elevati di igiene e sicurezza. L'Italia, invece, è ancora lontana dal raggiungere questi livelli, a causa di una mancanza di consapevolezza e di interesse politico verso il tema.

Il corso di formazione dell'I.N.I.T. e di Assotan, frutto degli sforzi instancabili di Andrea Fantozzi, rappresenta un passo fondamentale in questa direzione, formando una nuova generazione di professionisti capaci di promuovere e applicare la tanatoprassi come strumento per migliorare la gestione dei defunti e degli spazi cimiteriali.

La problematica delle condizioni igieniche nei cimiteri italiani non è più ignorabile. Per decenni, il degrado causato dalla decomposizione incontrollata è stato trascurato, con gravi conseguenze per l'ambiente e la salute pubblica. Grazie all'impegno dell'I.N.I.T. e di Assotan, guidati dal Presidente Andrea Fantozzi, la tanatoprassi sta finalmente emergendo come una soluzione concreta e sostenibile per affrontare questa crisi.

Attraverso il loro corso di formazione, queste due istituzioni stanno ponendo le basi per un cambiamento profondo, che richiede non solo competenze tecniche, ma anche una nuova consapevolezza culturale e una volontà politica di intervenire.

Il futuro dell'igiene pubblica nei cimiteri italiani dipende dalla capacità di adottare pratiche moderne ed efficaci come la tanatoprassi. Solo attraverso un approccio integrato, che combini formazione, sensibilizzazione e regolamentazione, sarà possibile garantire spazi cimiteriali più salubri, dignitosi e rispettosi delle esigenze della collettività.

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Julie Carpentieri 17/09/2020

Tanatoprassi: parlano i fatti

Ci sono delle cose, delle tecniche o delle discipline che esistono nei fatti prima di essere codificati. Qualche decennio fa non c’era nessuna norma che disciplinava l’uso dei computer eppure i computer esistevano e nessuno poteva dubitare della loro reale esistenza. Così è della tanatoprassi. Quando la Chiesa la richiede per il proprio pontefice, quando un’università ne sancisce l’apprendimento con un diploma, quando alcune disposizioni regionali la regolamentano, chiedersi se esiste o meno in Italia è stare fuori dalla realtà.

E’ proprio perché esiste che va disciplinata. E’ una materia che ha molteplici risvolti e implicazioni di tipo sociale, morale e anche legale dato il suo crescente utilizzo nel campo della medicina legale, dove in alcuni casi particolari può risultare addirittura determinante.

E’ una materia troppo importante per essere lasciata al dilettantismo e all’improvvisazione. Siamo stati i primi a portare la tanatoprassi in Italia dopo averla studiata in Francia, conseguendo un regolare diploma, ma vogliamo che la tanatoprassi sia di tutti e per tutti e che sia tutelata contro facili speculazioni.

L’obiettivo di TAN è quindi di documentare e informare allargando l’orizzonte al di fuori dei nostri confini non solo geografici ma anche e soprattutto conoscitivi.

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Redazione Tan Magazine 17/09/2020

Jean-Nicolas Gannal, ideatore della tanatoprassi moderna

Personaggio eccentrico e controverso, Jean-Nicolas Gannal (1791-1852) ha dato il suo nome al metodo Gannal, considerato il metodo alla base della tanatoprassi moderna. Come molto spesso accade, la fama di cui gode Gannal nel campo della tanatoprassi, è in parte usurpata in quanto il procedimento di conservazione dei corpi per via d’iniezione vascolare era già stato attuato dal medico italiano Giuseppe Tranchina qualche anno prima di Gannal, e addirittura un secolo prima

dall’anatomista olandese Frederik Ruysch che con il suo liquor balsamicum è considerato il primo ad avere utilizzato l’iniezione arteriosa per la conservazione dei cadaveri.

Le parti anatomiche e i corpi conservati da Ruysch suscitarono un notevole interesse tanto che, a quasi un secolo dalla sua morte, Giacomo Leopardi scrisse un’ opera intitolata Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie.

Sembra che, attraverso le sue mummie, Ruysch volesse trasmettere il messaggio che lui – e solo lui – fosse in grado di sfidare la morte rendendo l’aspetto di un morto simile a quello di un dormiente. Enfatizzò sempre la naturalezza delle forme e la flessibilità dei corpi diversi da quelli vivi solo per la mancanza di movimento. Era convinto che nessuno sarebbe stato in grado di raggiungere il suo livello di perfezione. Per questo non volle divulgare il suo metodo. Mantenendo il segreto sarebbe potuto rimanere l’unico valido intermediario tra il mondo dei vivi e la morte. Il metodo non sopravvisse quindi all’autore.

Tornando a scrivere di Gannal va altresì ricordato che l’americano Holmes, che gode di fama ancora maggiore rispetto allo stesso Gannal, specie negli Stati Uniti dove l’embalming nel senso moderno del termine è diventata ormai routine, trasse il suo metodo dalla traduzione in inglese di Histoire des Embaumements scritto da Gannal nel 1838 e tradotto in inglese nel 1840.

Fino al XIX° secolo i metodi di conservazione dei corpi erano molto invasivi, con asportazione di alcuni organi e tagli sulla muscolatura per fare penetrare polveri, aromi e altre sostanze.

Una rivista del 1842 descrive così il metodo Gannal: “Grazie al procedimento inventato dal sig. Gannal nulla è più come prima. Una piccola incisione sulla parte laterale del collo per introdurre il liquore di conservazione, tramite una pompa; poi, all’esterno, tessuti bagnati con liquori aromatici; due ore di tempo ed è tutto finito … non serve nemmeno spogliare il corpo che deve essere imbalsamato … il corpo di un bambino trattato con questo metodo è stato esposto per tre mesi nell’obitorio di Parigi … Un condannato, imbalsamato dal sig. Gannal è stato esposto a Londra per due anni agli occhi del pubblico … è auspicabile che il procedimento del sig. Gannal diventi popolare e questo sarà possibile grazie al prezzo contenuto di questo trattamento …

Su Gannal si sono scritte tante cose. Ad esempio che avesse sperimentato il suo metodo per rimpatriare i corpi di alcuni soldati morti nella battaglia della Berezina durante la campagna di Russia di Napoleone. Questo appare molto improbabile in quanto lo stesso Gannal fu fatto prigioniero dai russi alla Berezina. E’ invece vero che, come addetto ai reparti sanitari, partecipò a numerose campagne napoleoniche, fu fatto sette volte prigioniero e riuscì sempre ad evadere. Sopravvisse a Waterloo.

Tornato a Parigi lavora come chimico al laboratorio di chimica del Politecnico di Parigi prima e a quello dell’Accademia delle scienze, dopo.

E’ protagonista di diverse invenzioni: cere industriali, collanti, inchiostri, gelatine da sotto-prodotti animali che conserva con procedimenti chimici.

Fa ricerche sulla conservazione dei cadaveri per i laboratori di anatomia. Nel 1837, l’accademia delle scienze lo invita a fare delle prove sul metodo di conservazione dei corpi dell’italiano Tranchina per via di iniezione arteriosa di acido arsenico. Dà parere negativo insistendo sui pericoli, per la salute pubblica, rappresentati dall’arsenico. Facendo così finta di dimenticare che anche il suo liquido di conservazione, brevettato nello stesso anno 1837 contiene arsenico.

Ma quando nel 1845 l’Accademia di Medicina di Parigi fa un confronto tra il metodo Gannal e il metodo Sucquet, viene rivelata la presenza di arsenico nel liquido di Gannal che proprio per questo viene screditato. Il suo liquido è soppiantato da quello del suo concorrente, l’imbalsamatore J.P. Sucquet, a base di cloruro di zinco. Nonostante le critiche del mondo accademico e scientifico, grazie alla traduzione in inglese del suo libro, Gannal è noto in America ed è studiando il suo metodo e il suo liquido che Thomas Holmes svilupperà il proprio fluido togliendo la componente d’arsenico. Il metodo di Holmes conoscerà un notevole successo con la guerra di secessione. Holmes dichiarerà di aver praticato personalmente 4028 trattamenti. Al prezzo di 100 dollari per intervento, Holmes tornò nella sua natia Brooklyn da uomo ricco. Successo e ricchezza dovute in gran parte ad un eccentrico inventore parigino di nome Jean-Nicolas Gannal.

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Andrea Pastore 18/03/2022

Regolamentiamo la tanatoprassi

Ci troviamo di fronte ad una società, caratterizzata da una evoluzione socio culturale e da mutamenti in termini di valori e di consuetudini ad essa collegati, il comparto delle Onoranze Funebri non rimane fuori da questo processo che influenza il culto della morte: prolungare la veglia, avere un lutto in un luogo confortevole e personale e non di poca importanza è la possibilità di godere del buon aspetto del caro defunto nel caso di incidenti e lesioni fisiche.

 

Molti sono gli operatori che credono fortemente nella propria professionalità e in un codice deontologico, ciò porta alla consapevolezza dell’esigenza di adeguarsi agli elevati standard delle Nazioni più evolute che vedono, nello sviluppo di nuove figure professionali, quali gli Esperti in tanatoprassi, una grande opportunità di crescita, sia in termini economici che culturali.

 

Non è affatto sciocco considerare la Tanatoprassi un importante bagaglio culturale del futuro pur affondando le proprie radici storiche in epoche lontane, lo  spiega il fatto che sia un'arte già radicata in molti paesi civili:

nel Nordamerica, con oltre il 95% dei corpi trattati, seguito dalla Gran Bretagna con oltre l'80% nelle grandi città e la Francia con una percentuale superiore al 40%.

Possiamo citare anche il Belgio, la Spagna, il Venezuela e, ben presto, anche altri paesi dell'America Latina, nei paesi scandinavi la tanatoprassi viene praticata con una percentuale superiore al 70%, ma con un procedimento diverso, che comporta obbligatoriamente l'autopsia, in alcuni paesi africani, sono diffuse altre forme di conservazione su oltre il 90% della popolazione.

 

Per quanto riguarda il resto dell'Europa, cresce la richiesta di formazione di Tanatoprattori in Germania, Svizzera e, anche, nei paesi dell'Est.

Nel nostro Paese, il primo ponte in tale direzione è stato gettato agli inizi degli anni novanta in Lazio, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Campania,  Abruzzo, Sardegna, Sicilia, Trentino Alto Adige ecc.  questo grazie a ASSOTAN (Associazione Italiana di Tanatoprassi), e I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi). Oggi la tanatoprassi è in attesa di una regolamentazione Statale.

La Tanatoprassi, presenta i suoi vantaggi anche nell'ambito della medicina legale, infatti fermando la decomposizione della salma, si fissano i tessuti e le lesioni come in una preparazione istologica, agevolando le indagini.

 

In conclusione, possiamo dire che la tanatoprassi risponde a diverse esigenze, infatti, se da un lato assolve il bisogno umano di onorare il proprio defunto, dall’altro soddisfa un livello igienico completo ed efficace per il periodo della veglia funebre che può protrarsi anche per più giorni.

 

 

 

 

 

 

 

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