Regolamentiamo la tanatoprassi
Andrea Pastore 18/03/2022 0
Ci troviamo di fronte ad una società, caratterizzata da una evoluzione socio culturale e da mutamenti in termini di valori e di consuetudini ad essa collegati, il comparto delle Onoranze Funebri non rimane fuori da questo processo che influenza il culto della morte: prolungare la veglia, avere un lutto in un luogo confortevole e personale e non di poca importanza è la possibilità di godere del buon aspetto del caro defunto nel caso di incidenti e lesioni fisiche.
Molti sono gli operatori che credono fortemente nella propria professionalità e in un codice deontologico, ciò porta alla consapevolezza dell’esigenza di adeguarsi agli elevati standard delle Nazioni più evolute che vedono, nello sviluppo di nuove figure professionali, quali gli Esperti in tanatoprassi, una grande opportunità di crescita, sia in termini economici che culturali.
Non è affatto sciocco considerare la Tanatoprassi un importante bagaglio culturale del futuro pur affondando le proprie radici storiche in epoche lontane, lo spiega il fatto che sia un'arte già radicata in molti paesi civili:
nel Nordamerica, con oltre il 95% dei corpi trattati, seguito dalla Gran Bretagna con oltre l'80% nelle grandi città e la Francia con una percentuale superiore al 40%.
Possiamo citare anche il Belgio, la Spagna, il Venezuela e, ben presto, anche altri paesi dell'America Latina, nei paesi scandinavi la tanatoprassi viene praticata con una percentuale superiore al 70%, ma con un procedimento diverso, che comporta obbligatoriamente l'autopsia, in alcuni paesi africani, sono diffuse altre forme di conservazione su oltre il 90% della popolazione.
Per quanto riguarda il resto dell'Europa, cresce la richiesta di formazione di Tanatoprattori in Germania, Svizzera e, anche, nei paesi dell'Est.
Nel nostro Paese, il primo ponte in tale direzione è stato gettato agli inizi degli anni novanta in Lazio, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Campania, Abruzzo, Sardegna, Sicilia, Trentino Alto Adige ecc. questo grazie a ASSOTAN (Associazione Italiana di Tanatoprassi), e I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi). Oggi la tanatoprassi è in attesa di una regolamentazione Statale.
La Tanatoprassi, presenta i suoi vantaggi anche nell'ambito della medicina legale, infatti fermando la decomposizione della salma, si fissano i tessuti e le lesioni come in una preparazione istologica, agevolando le indagini.
In conclusione, possiamo dire che la tanatoprassi risponde a diverse esigenze, infatti, se da un lato assolve il bisogno umano di onorare il proprio defunto, dall’altro soddisfa un livello igienico completo ed efficace per il periodo della veglia funebre che può protrarsi anche per più giorni.
Potrebbero interessarti anche...
Redazione Tan Magazine 17/09/2020
Jean-Nicolas Gannal, ideatore della tanatoprassi moderna
Personaggio eccentrico e controverso, Jean-Nicolas Gannal (1791-1852) ha dato il suo nome al metodo Gannal, considerato il metodo alla base della tanatoprassi moderna. Come molto spesso accade, la fama di cui gode Gannal nel campo della tanatoprassi, è in parte usurpata in quanto il procedimento di conservazione dei corpi per via d’iniezione vascolare era già stato attuato dal medico italiano Giuseppe Tranchina qualche anno prima di Gannal, e addirittura un secolo prima
dall’anatomista olandese Frederik Ruysch che con il suo liquor balsamicum è considerato il primo ad avere utilizzato l’iniezione arteriosa per la conservazione dei cadaveri.
Le parti anatomiche e i corpi conservati da Ruysch suscitarono un notevole interesse tanto che, a quasi un secolo dalla sua morte, Giacomo Leopardi scrisse un’ opera intitolata Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie.
Sembra che, attraverso le sue mummie, Ruysch volesse trasmettere il messaggio che lui – e solo lui – fosse in grado di sfidare la morte rendendo l’aspetto di un morto simile a quello di un dormiente. Enfatizzò sempre la naturalezza delle forme e la flessibilità dei corpi diversi da quelli vivi solo per la mancanza di movimento. Era convinto che nessuno sarebbe stato in grado di raggiungere il suo livello di perfezione. Per questo non volle divulgare il suo metodo. Mantenendo il segreto sarebbe potuto rimanere l’unico valido intermediario tra il mondo dei vivi e la morte. Il metodo non sopravvisse quindi all’autore.
Tornando a scrivere di Gannal va altresì ricordato che l’americano Holmes, che gode di fama ancora maggiore rispetto allo stesso Gannal, specie negli Stati Uniti dove l’embalming nel senso moderno del termine è diventata ormai routine, trasse il suo metodo dalla traduzione in inglese di Histoire des Embaumements scritto da Gannal nel 1838 e tradotto in inglese nel 1840.
Fino al XIX° secolo i metodi di conservazione dei corpi erano molto invasivi, con asportazione di alcuni organi e tagli sulla muscolatura per fare penetrare polveri, aromi e altre sostanze.
Una rivista del 1842 descrive così il metodo Gannal: “Grazie al procedimento inventato dal sig. Gannal nulla è più come prima. Una piccola incisione sulla parte laterale del collo per introdurre il liquore di conservazione, tramite una pompa; poi, all’esterno, tessuti bagnati con liquori aromatici; due ore di tempo ed è tutto finito … non serve nemmeno spogliare il corpo che deve essere imbalsamato … il corpo di un bambino trattato con questo metodo è stato esposto per tre mesi nell’obitorio di Parigi … Un condannato, imbalsamato dal sig. Gannal è stato esposto a Londra per due anni agli occhi del pubblico … è auspicabile che il procedimento del sig. Gannal diventi popolare e questo sarà possibile grazie al prezzo contenuto di questo trattamento …
Su Gannal si sono scritte tante cose. Ad esempio che avesse sperimentato il suo metodo per rimpatriare i corpi di alcuni soldati morti nella battaglia della Berezina durante la campagna di Russia di Napoleone. Questo appare molto improbabile in quanto lo stesso Gannal fu fatto prigioniero dai russi alla Berezina. E’ invece vero che, come addetto ai reparti sanitari, partecipò a numerose campagne napoleoniche, fu fatto sette volte prigioniero e riuscì sempre ad evadere. Sopravvisse a Waterloo.
Tornato a Parigi lavora come chimico al laboratorio di chimica del Politecnico di Parigi prima e a quello dell’Accademia delle scienze, dopo.
E’ protagonista di diverse invenzioni: cere industriali, collanti, inchiostri, gelatine da sotto-prodotti animali che conserva con procedimenti chimici.
Fa ricerche sulla conservazione dei cadaveri per i laboratori di anatomia. Nel 1837, l’accademia delle scienze lo invita a fare delle prove sul metodo di conservazione dei corpi dell’italiano Tranchina per via di iniezione arteriosa di acido arsenico. Dà parere negativo insistendo sui pericoli, per la salute pubblica, rappresentati dall’arsenico. Facendo così finta di dimenticare che anche il suo liquido di conservazione, brevettato nello stesso anno 1837 contiene arsenico.
Ma quando nel 1845 l’Accademia di Medicina di Parigi fa un confronto tra il metodo Gannal e il metodo Sucquet, viene rivelata la presenza di arsenico nel liquido di Gannal che proprio per questo viene screditato. Il suo liquido è soppiantato da quello del suo concorrente, l’imbalsamatore J.P. Sucquet, a base di cloruro di zinco. Nonostante le critiche del mondo accademico e scientifico, grazie alla traduzione in inglese del suo libro, Gannal è noto in America ed è studiando il suo metodo e il suo liquido che Thomas Holmes svilupperà il proprio fluido togliendo la componente d’arsenico. Il metodo di Holmes conoscerà un notevole successo con la guerra di secessione. Holmes dichiarerà di aver praticato personalmente 4028 trattamenti. Al prezzo di 100 dollari per intervento, Holmes tornò nella sua natia Brooklyn da uomo ricco. Successo e ricchezza dovute in gran parte ad un eccentrico inventore parigino di nome Jean-Nicolas Gannal.
Barbara Ruscitti 24/09/2024
L'Importanza della Conservazione delle Salme per i Trasporti Aerei, Marittimi e su Strada
Il trasporto di salme rappresenta un momento delicato e solenne, soprattutto quando il viaggio deve attraversare lunghe distanze, come nel caso dei trasporti aerei, marittimi o su strada. Questo processo non riguarda solo il trasferimento fisico, ma deve tenere conto di una serie di aspetti sanitari, legali e logistici. Tra questi, uno dei fattori più cruciali è la corretta conservazione delle salme, un passaggio essenziale per preservare la dignità del defunto e garantire la sicurezza di tutte le persone coinvolte nel trasporto.
1. Conservazione delle salme: una necessità sanitaria
La conservazione delle salme è fondamentale per motivi sanitari. Quando un corpo viene trasportato su lunghe distanze, specialmente in condizioni di temperature variabili, c’è il rischio di decomposizione accelerata, con conseguente proliferazione di batteri e cattivi odori. La conservazione della salma mediante refrigerazione o, in alcuni casi, mediante trattamenti chimici come l’imbalsamazione, serve a rallentare questo processo naturale, mantenendo il corpo in condizioni adeguate fino al suo arrivo a destinazione.
2. Regolamentazioni internazionali e requisiti legali
Ogni paese adotta regolamentazioni precise riguardo alla conservazione e al trasporto delle salme, con standard internazionali che si applicano soprattutto nel contesto di trasporti aerei o marittimi. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le autorità nazionali di controllo sanitario, come l’International Air Transport Association (IATA) per i trasporti aerei, stabiliscono linee guida per garantire che le salme siano adeguatamente conservate, sigillate in casse ermetiche e accompagnate da tutta la documentazione necessaria, come il certificato di morte e il permesso di trasporto internazionale.
3. Trasporto aereo: sfide e protocolli di sicurezza
Il trasporto aereo delle salme presenta sfide particolari. L’altitudine e le pressioni atmosferiche cambiano durante il volo, e il tempo di viaggio può essere particolarmente lungo, specialmente nei voli intercontinentali. Per questi motivi, le compagnie aeree richiedono che la salma venga preparata in modo speciale, spesso con imbalsamazione obbligatoria, per evitare problemi legati alla decomposizione. Le salme devono essere collocate in bare a tenuta stagna, che garantiscono la sicurezza dei passeggeri e del personale dell’aereo.
Inoltre, esistono regolamentazioni rigorose riguardo alla documentazione richiesta. Prima del decollo, il vettore aereo deve verificare che siano state ottenute tutte le autorizzazioni per il trasporto internazionale di resti umani e che il corpo sia imballato in modo conforme agli standard di sicurezza.
4. Trasporto marittimo: conservazione prolungata e logistica complessa
Il trasporto via mare richiede una preparazione altrettanto meticolosa, ma le sfide sono differenti. Le navi spesso impiegano giorni o settimane per raggiungere la loro destinazione, il che rende fondamentale l’uso di celle frigorifere per mantenere le salme in condizioni idonee per periodi prolungati. Molte navi sono dotate di strutture speciali per la conservazione delle salme, che possono mantenere il corpo a basse temperature per evitare la decomposizione.
Le lunghe distanze e i tempi di viaggio prolungati richiedono una gestione estremamente attenta della catena del freddo. Inoltre, come nel trasporto aereo, la documentazione è essenziale, e il rispetto delle norme internazionali e nazionali sulla gestione delle salme deve essere rigorosamente seguito.
5. Trasporto su strada: la soluzione più comune per brevi distanze
Il trasporto su strada è spesso utilizzato per trasferire salme su distanze più brevi, ad esempio tra ospedali, case funerarie e cimiteri, o per portare la salma dall’aeroporto o dal porto alla destinazione finale. Anche in questo caso, la conservazione è fondamentale, soprattutto se il viaggio dura più di poche ore. I veicoli funebri sono solitamente equipaggiati con sistemi di refrigerazione per mantenere la salma in condizioni adeguate, anche se per periodi di tempo più brevi rispetto al trasporto aereo o marittimo.
Per i trasporti su strada all'interno del paese, le normative possono variare, ma solitamente richiedono la verifica delle condizioni igieniche del veicolo e della bara in cui è contenuta la salma, assicurando così un trasferimento sicuro e rispettoso.
6. La dignità del defunto e il rispetto per le famiglie
Oltre agli aspetti sanitari e legali, la conservazione delle salme è importante anche per motivi etici. Le famiglie vogliono che i resti dei propri cari siano trattati con il massimo rispetto durante il viaggio, indipendentemente dal mezzo di trasporto utilizzato. Garantire che la salma arrivi in buone condizioni è un segno di rispetto per il defunto e per i suoi cari, che spesso devono affrontare già momenti di grande dolore e difficoltà organizzative.
Conclusione
La conservazione delle salme per i trasporti aerei, marittimi e su strada rappresenta un aspetto cruciale e complesso di un processo che richiede attenzione, competenza e rispetto per le norme sanitarie e legali. La capacità di trasportare salme in modo sicuro e dignitoso non solo risponde a esigenze igieniche, ma è anche un dovere verso le famiglie che affidano alle autorità il trasferimento dei propri cari. Rispettare le normative e garantire che il corpo sia adeguatamente conservato lungo il viaggio è essenziale per proteggere la salute pubblica e preservare la dignità umana.
Chiara Ricciarelli 11/11/2020
Toscana e Tanatoprassi: a che punto siamo?
Ne parliamo con La Piramide, Casa Funeraria in Versilia
La tanatoprassi è un trattamento "post-mortem" che si occupa della
conservazione, cura igienica e presentazione estetica del corpo dopo il suo
trapasso: mentre è molto diffusa al Settentrione, in Toscana, ossia nella
Regione che prenderemo in esame per quest' articolo, sembra ancora non
essere ben radicata. Ne parliamo con La Piramide, Casa Funeraria in
Versilia.
In Toscana, viene praticata la tanatoprassi? Fra Case Funerarie e Sale o
Cappelle del Commiato, in Toscana, esistono ad oggi 29 strutture. Per la
maggior parte si tratta di Sale del Commiato, mentre sono 5 le Case Funerarie,
all' interno delle quali, tuttavia, risulta, da una ricerca da noi svolta, che non
vengono praticate particolari tecniche di tanatoprassi.
Questo mese abbiamo intervistato La Piramide, in Versilia, per parlare di
tanatoprassi e di organizzazione del rito funebre all' interno di una Casa
Funeraria. Ci siamo interfacciati con Emanuele Ricci, titolare, e Roberto
Rebughini, direttore delle Onoranze Funebri.
“All' interno della Vs. Casa Funeraria, viene praticata la tecnica della
tanatoprassi?”
Al momento, no. Adottiamo una serie di procedure per garantire e controllare le
condizioni del cadavere durante la sua permanenza all' interno della struttura;
per quanto riguarda invece la conservazione della salma stessa, in questa Casa
Funeraria, non usiamo mettere in pratica tecniche di tanatoprassi.
Ad esempio, cambiamo l' aria all' interno della sala, almeno 7 volte ogni ora.
Inoltre ci occupiamo del controllo dell' umidità e del controllo della salma, della
temperatura corporea e dei movimenti. Qualora si verificasse un evento in
questo senso, la nostra struttura è dotata di appositi dispositivi di allarme e
segnalazione.
Quella che viene chiamata comunemente “imbalsamazione” della salma, o in
termini migliori la sua cura e conservazione, invece, purtroppo, non è una
pratica molto usata qui nella nostra Regione, tanto che in 20 anni che
esercitiamo la nostra professione, ci è capitata una volta sola una richiesta in
questo senso. Ma stiamo parlando di 12 – 13 anni fa.
Attualmente, bisogna ammettere che nessuno dei nostri clienti ci ha manifestato
particolari richieste od esigenze in questo senso. C'è da dire che purtroppo i
tempi sono anche quelli che sono, dove le famiglie, soprattutto quelle di media
“classificazione” sociale, tendono spesso a risparmiare sulla cerimonia funebre,
prediligendo riti minimali.
Prova questa che la tanatoprassi, importante tecnica di cura, conservazione e
trattamento estetico della salma, non è ancora diffusa molto nel nostro Paese, o
quanto meno, praticamente quasi del tutto assente sul nostro territorio toscano.
Tuttavia, sarebbe importante una sensibilizzazione della cultura della nostra
società e dei nostri usi e costumi e tradizioni, per riconoscere l' importanza di
una pratica che è di notevole aiuto, sia dal punto di vista dell' igiene che dal
punto di vista della cura dell' ultima immagine del caro defunto scomparso.
“Come è nata la Vs. Casa Funeraria e cosa la contraddistingue?”
La Casa Funeraria è un luogo di ritiro e di preghiera, dove si respira intimità,
calore umano e sensibilità. Onoranze Funebri La Piramide è un azienda
giovane. Dopo quasi 20 anni nel settore, il titolare Emiliano Ricci, infatti, ha
intrapreso questo percorso 2 anni fa. La nostra è una struttura unica perché è la
sola casa funeraria della Versilia, nata adiacente all' area ospedaliera.
Ci sono, al suo interno, 3 Sale del Commiato ed ogni spazio è personalizzabile
per il proprio credo. Nelle Sale, si trova un monitor 38 pollici, dove
tradizionalmente, viene proiettato il manifesto funebre, ma c'è la possibilità di
mettere anche video o una canzone.
I congiunti e i familiari, così, hanno la possibilità di vegliare il proprio caro per
circa 24 ore, fino ad un massimo di 48, anche se non se ne consiglia il
prolungamento oltre questi tempi, per ovvie ragioni igieniche. Ecco quindi, che,
come dicevamo prima, le tecniche di tanatoprassi verrebbero, in queste
occasioni, davvero in aiuto per prolungare la veglia e per offrire il miglior
ricordo del caro scomparso, garantendone un' immagine quanto più dignitosa
possibile, e cercando di alleviare le sofferenze che è necessario spesso
affrontare nel fine vita.
Gli spazi interni sono molto curati, con arredamenti minimalisti ma efficaci per
trasmettere una sensazione di serenità, di quiete, di intimità e di preghiera.
L' ambiente intorno, poi, è degno di nota. La Casa Funeraria nasce all' interno di
una verde pineta, la struttura ha una bella vetrata che offre uno spazio arioso, le
pareti sono dorate, una diversa dall' altra, a testimonianza delle varie
sfaccettature umane. Ci sono anche alcune lastre di vetro, tutte alte uguali:
questo significa che siamo tutti uguali su questa terra.
Abbiamo un percorso, quello dell' acqua, che simboleggia la nascita, ma anche
il percorso della vita, con un paio di ostacoli e un vortice finale, che riporta all'
origine di tutto, come il ciclo di tute le cose.
Certamente, la Casa funeraria è ben diversa da una più semplice Cappella del
Commiato, dove per legge non si può tenere la salma aperta, e che ospita,
quindi, i cadaveri a cassa chiusa; per non parlare delle strutture ospedaliere,
ben più fredde e “ ostiche”.
“Qual' è lo scopo della Casa Funeraria? Come cambia, in questo senso, il
rapporto con le persone?”
Se vogliamo dirlo in poche parole, la finalità della Casa Funeraria è trasmettere
questo concetto: umanizzare e valorizzare anche un evento così tanto doloroso,
come l' evento morte. La perdita di un caro congiunto è sempre un evento
traumatico e destabilizzante, ma quello che apprezzano i clienti di una Casa
Funeraria è proprio il calore umano. Il personale mantiene un rapporto
particolare con la famiglia: nella Casa Funeraria, si è a contatto con la famiglia
8 - 10 ore durante la veglia funebre, si ha un rapporto giornaliero e quotidiano,
un rapporto continuativo, se vogliamo, e sicuramente tutto ciò è molto diverso
rispetto alle tradizionali attività che si svolgono in un luogo “freddo” come può
essere l' obitorio, dove il personale dell' impresa funebre si occupa delle
semplice attività ordinarie.
Le persone vedono sicuramente il nostro lavoro in modo diverso. Diciamo che
questa differenza si fa sentire molto. Un tempo, e parlo di 20 o 30 anni fa, si
faceva di tutto per poter vegliare il caro congiunto a casa. Adesso le cose però
sono cambiate: spesso e volentieri gli spazi delle mura domestiche sono quelli
che sono e sono mutate anche le esigenze familiari. Ci sono bimbi piccoli...
oppure, parenti che fanno visita a qualsiasi ora. In una Casa Funeraria è un' altra
cosa, l' ambiente è più intimo e raccolto, si ha tempo a disposizione in un
contesto di “tranquillità.”
Certo, si parla di un contesto più sano, anche igienicamente, anche se le
tecniche di tanatoprassi darebbero indubbiamente un nuovo impulso in questo
senso, contribuendo a migliorare il settore e sensibilizzare verso un' ottica
diversa, per porre massima attenzione sulla cura, sull' igiene, sull' estetica per
offrire un' immagine quanto più serena possibile del caro scomparso.
In questo modo, inoltre, si potrebbero, col tempo, correggere anche molte
concezioni. Il rito funebre sta cambiando, e nonostante il tabù e la riluttanza
verso le tematiche della morte siano sempre presenti (ci permettiamo di
segnalare anche una certa mancanza di valori, soprattutto da parte delle nuove
generazioni), il nostro auspicio è sicuramente quello di poter rivalorizzare e
umanizzare, a livello di costumi e di società, di pensieri, e di credi, questa fase
così importante della nostra esistenza.