Tanatoprassi sempre più richiesta
Redazione Tan Magazine 17/09/2020 0
La recente tragedia di Venezia, che ha visto un motoscafo offshore schiantarsi contro la diga San Nicoletto e ha causato 3 morti (tra cui il pilota motonautico Fabio Buzzi, ferito gravemente anche l’altro pilota italiano Mario Invernizzi). Ha visto un nuovo intervento della tanatoprassi.
Il fatto
L' imbarcazione offshore si è schiantata contro la diga di San Nicoletto a quasi 80 nodi. Una delle vittime è il progettista e pilota motonautico Fabio Buzzi, detentore di numerosi primati nell'offshore: stava tentando il record della Venezia-Montecarlo. Ferito gravemente un altro pilota italiano, Mario Invernizzi. Gli altri due morti sono invece due piloti inglesi le cui salme sono state affidate agli operatori dell'Istituto Nazionale Italiano di tanatoprassi per la ricomposizione e la dovuta conservazione del corpo per il rimpatrio in Gran Bretagna.
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Nicolas Tiburzi 14/12/2022
L’ importanza di idonei servizi funebri per dare alla “morte” la valenza sociale che merita
Recuperare una cultura del fine vita e re-inventare il rito funebre è fondamentale: la rilevanza di
questa necessità non riguarda solo il campo psicologico dell’ individualità, ma la dimensione
sociale della collettività.
Il rito funebre permette di esorcizzare la morte, fare fronte all’angoscia che essa rappresenta,
alleviare il senso di solitudine. Condividere il dolente momento ed elaborare la perdita consente
numerosi vantaggi anche a livello psicologico. Da una dimensione individuale, a una dimensione
condivisa: i servizi funebri devono restituire all’ “evento morte” la valenza socio – culturale che
decisamente merita!
Senza dubbio, il culto della morte e dei morti è da sempre un elemento caratterizzante di ogni
popolazione.
Il rito funebre, variabile per culture, usi, tradizioni, epoche, è stato nel corso del tempo oggetto
di diverse modifiche, ma nei fatti, si parla sempre di gesti e comportamenti socialmente
condivisi e riconosciuti, finalizzati a dare dignità e in qualche modo “esorcizzare” il timore e la
paura dell' evento morte, ma anche ad elaborare il doloroso momento della perdita.
Ad oggi, la tematica è quasi un tabù, un tema scomodo che si cerca di evitare. Come se la
morte non ci toccasse, un po' come rimandare il pensiero per non volercisi “soffermare”.
Nei fatti, invece, essendo questo un dolente accadimento che ci dobbiamo trovare tutti, prima o
poi, ad affrontare, merita di essere preso in considerazione con luce nuova.
La morte è a tutti gli effetti circondata da gesti simbolici e questo è un tratto distintivo dell’uomo.
Fa parte della natura umana, infatti, rivolgere cure, attenzioni e sentimenti verso i defunti.
Secondo noi di Tanmagazine, non è solamente quanto mai necessario recuperare una cultura
del fine vita, ma esiste anche - e soprattutto - un grande bisogno di re-inventare il rito funebre, e
i servizi ad esso collegati.
E la rilevanza di questa necessità non riguarda solo il campo psicologico dell’ individualità, ma
la dimensione sociale della collettività.
Non ci sono dubbi, infatti, che il dolore provato e mostrato per la perdita di una persona cara
segua una serie di rituali, amari e consolatori, nonché il bisogno di elaborare il lutto e la perdita.
In questo senso, i servizi funebri non possono esimersi dall’ esserne all’ altezza: si tratta di
accompagnare questo momento verso un passaggio naturale, da vita terrena a “memoria”, in
modo quanto più dignitoso possibile.
Siamo pienamente consapevoli che ad, oggi, il rito funebre, nell' immaginario e nella cultura
condivisa, non sia affatto “sentito”.
Un tempo c’era più attenzione e cura per il defunto, ma, anche in questo campo, gli usi e i
costumi cambiano, e adesso, molte tradizioni che prima erano rilevanti, non esistono più.
E’ come se il tema della morte e le questioni ad essa connesse fossero state socialmente
rimosse, destinate all’ombra di un inconscio collettivo, cercando di negare e rimuovere le
emozioni negative che la perdita porta con sé.
Eppure, l’ importanza del rito funebre è fondamentale.
Oggi, la ritualità sociale legata alla morte rimane sì, ma in forma ridotta.
Basti vedere cosa avviene dopo la scomparsa di una persona cara. Il più delle volte parenti e
amici porgono l’ ultimo saluto al defunto abbastanza frettolosamente, o all’interno delle mura
domestiche,
oppure nelle strutture sanitarie, dentro i freddi obitori degli ospedali, luoghi profondamente
inidonei a garantire la necessaria intimità e riservatezza. Altre volte, invece, ci si limita
solamente ad un saluto presso la camera ardente.
Tra l’ altro, in queste situazioni, la salma, provata dal trapasso, si presenta agli occhi delle
famiglie, ovviamente, non in perfette condizioni, anche da un punto di vista puramente
“sensoriale”.
In ogni caso, gesti frettolosi e impersonali non sono certo adatti a rappresentare a pieno i
desideri e le volontà di raccoglimento di famiglia, parenti e amici, che avrebbero bisogno di
tempo per ricongiungersi col caro scomparso, per pregare o, ad ogni modo, per ricordarlo.
Le cerimonie poi sono sempre più spesso laiche, oppure si opta per una breve benedizione,
sbrigativamente, senza particolari emozioni.
Il rischio di tutto questo? Sicuramente, la “spersonalizzazione”. Il lutto è privato, nella pratica, di
gran parte della potenza emotiva e simbolica di un tempo.
Oggi è un evento vissuto spesso sotto forma non pubblica, un dolore che la persona deve
superare essenzialmente da sola, poiché la società tende, come già abbiamo detto, a negarne
e rimuoverne le dimensioni.
Nei fatti, possiamo dire che manca una vera e propria cultura, per il tessuto sociale e per le
famiglie, che possa far capire quanto il rito funebre sia invece importante.
Di fronte alla perdita di una persona cara, spesso si è confusi, insicuri, presi dall’onda delle
emozioni, travolti da un senso di angoscia e di tristezza.
Ecco che le ritualità legate alla morte hanno invece la funzione di agevolare il distacco di chi è
“mancato”, consentendo di avere a disposizione una rete sociale di supporto.
Psicologicamente e socialmente, il rito può presentare anche una lettura simbolica.
Permettendo di “mettere in scena” il dolore, il rito funebre lo porta infatti da una dimensione
individuale a una dimensione collettiva di condivisione.
Numerosi studi e ricerche sono infatti concordi nell’ affermare che il lutto non elaborato e non
trattato provoca angoscia e depressione negli individui e, di conseguenza, nella nostra società.
Il rito funebre, in quest’ ottica, permette invece di esorcizzare la morte, fare fronte all’angoscia
che essa rappresenta, alleviare il senso di solitudine.
Ecco che il ruolo di servizi funebri adeguati, in questo contesto, è essenziale.
Prima di tutto, si rende necessario dedicare attenzione e cura al defunto nelle operazioni di
veglia. E qui diventa cruciale la nostra Tanatoprassi, che consente di offrire maggiore dignità
alla morte, permettendo la conservazione della salma a lungo, in condizioni di igiene e
sicurezza.
E poi, diventano fondamentali una serie di operazioni “sociali”: partecipare attivamente al rito e
dedicare il tempo idoneo al caro defunto, vegliandone le passate spoglie e condividendo questo
momento, in serenità e raccoglimento, con le altre persone.
Tutto questo consente a “chi resta” di alleviare la sofferenza legata al lutto, elaborando il dolore,
il senso di solitudine e di abbandono. Un sostegno, un aiuto, anche pratico, per affrontare la
quotidianità e per riprendere la vita di sempre.
Non solo. La partecipazione attiva al rituale consente di evitare anche possibili complicazioni
future per chi ha subito la perdita, quali depressione e disturbi post traumatici da stress, su cui
numerosi sono gli studi - nel settore della psicologia e delle neuroscienze - che ne attestano la
profonda correlazione.
In conclusione, possiamo dire che di fronte alla tragedia o al dolore, il rito funebre può
consentire alle persone in lutto di accettare emozioni così complesse.
Spesso, i rituali significativi sono in grado di “placare”, “alleviare” sentimenti o sensazioni
negativi o, anche, esprimere ciò che le parole non possono e contribuire, così, all’ elaborazione
della perdita.
In quest’ ottica, riteniamo fondamentale quindi che i servizi funebri si porgano al servizio dell’
individuo e della collettività, contribuendo a dare all’ evento morte, ossia a quel momento
evolutivo dell’ indivuiduo che corrisponde al “fine vita”, la valenza socio – culturale che
decisamente merita.
Barbara Ruscitti 12/01/2024
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L'impegno per la promozione della qualità nelle pratiche di tanatoprassi
Benvenuti a tutti! Oggi vi presentiamo un'opportunità unica per tutti coloro che operano nel campo della tanatoprassi: l'ASSOTAN - Associazione Italiana Tanatoprassi.*
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La missione è promuovere l'eccellenza nella tanatoprassi attraverso la formazione continua, l'aggiornamento professionale e la condivisione delle migliori pratiche. Vogliamo garantire standard elevati per preservare la dignità e il rispetto nei confronti dei defunti.*
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