Tanatoprattore: una professione multidisciplinare

Andrea Fantozzi 17/09/2020 0

Dal 17 luglio 2013 anche l’Italia dispone dei suoi primi Tanatoprattori. Grazie al primo corso di Tanatoprassi  effettuato dall’I.N.I.T. con il sostegno della cattedra di medicina legale dell’università degli Studi di Roma Tor Vergata diretta dal direttore, Prof Giovanni Arcudi.

Lentamente, ma inesorabilmente, la tanatoprassi si sta facendo strada anche in Italia dove si riscontra una maggiore presa di coscienza su questa nuova ed emergente disciplina. Ne consegue che i nostri servizi sono sempre maggiormente richiesti. Per questo, l’Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi ha deciso di iniziare a Roma un secondo corso di tanatoprassi sempre con la collaborazione dell'Università.

La collaborazione con l’Università sancisce i nostri corsi con quell’ufficialità che non può mancare in una disciplina che necessita di un’accurata preparazione sia sul piano teorico che pratico. Un livello di preparazione che non si può raggiungere con corsetti di 10 giorni come alcuni vogliono far credere.

La figura del Tanatoprattore è multidisciplinare in quanto la materia contempla varie discipline: chimica, anatomia e anche concetti di psicologia nei confronti delle famiglie. Ricordiamo in proposito che il tanatoprattore, pur lavorando sul corpo dei morti, svolge la sua attività a beneficio dei vivi.

Il programma del corso dell’I.N.I.T. è stato accuratamente studiato e preparato sulla base degli attuali programmi tutt’oggi in vigore in alcuni paesi europei ed anglosassoni come la Francia e l’Inghilterra dove la tanatoprassi viene regolarmente studiata e praticata da moltissimi anni. Corsi che richiedono uno studio in profondità sia a livello pratico che teorico.

Il corso è a numero chiuso e ha una durata di due anni, ma qualora i candidati non abbiano raggiunto il numero massimo di cure per poter accedere agli esami finali, si dilungherà fino al raggiungimento del numero minimo di cure stabilito dal programma.

I requisiti richiesti per frequentare il corso di Tanatoprattore sono un diploma di scuola superiore e soprattutto una buona predisposizione alla materia.

L’obbiettivo dell’I.N.I.T. è quello di formare e immettere nel mondo del lavoro un’equipe di Tanatoprattori professionisti, qualificati e riconosciuti  ufficialmente dalle autorità italiane per poter coprire le richieste del nostro paese, crescere insieme e diffondere questa disciplina che tende a rafforzare la coesione familiare e quella sociale in un mondo che scivola pericolosamente verso l’isolamento e l’individualismo.

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Andrea Pastore 17/09/2020

Etica della tanatoprassi

Diversi termini sono utilizzati dai direttori delle pompe funebri per designare questo trattamento, come conservazione sanitaria, trattamento igienico, preparazione del cadavere ecc.. Nel far conoscere la Tanatoprassi al grande pubblico, il direttore delle pompe funebri, deve egli stesso essere convinto che essa è efficace e che fa parte di un moderno procedimento funerario. Legalmente, bisogna ottenere il permesso prima di procedere al trattamento, dando come ragioni di impiego le seguenti:

  1. in primo luogo ciò assicura che non sussistano rischi o paura d’infezione nel contatto con il cadavere;
  2. in secondo luogo ciò produce, senza mutilazioni, un colore e un’aria naturale sul corpo tali da far pensare ad un essere vivente;
  3. in terzo luogo ciò arresta le modificazioni dovute alla putrefazione che si presentano come emissioni e scoli da tutti gli orifizi del corpo.

La Tanatoprassi diventerà una pratica usuale in un circondario se la persona responsabile della sua introduzione darà a ciascun caso la cura e l’attenzione necessarie, se sarà all’altezza professionalmente e userà ogni misura igienica raccomandata per ogni articolo, persona o locale utilizzati sia nel trasporto che nella cura del cadavere: ciò è più importante delle costruzioni e delle apparecchiature ultra moderne. E’ importante avere dalla propria parte la classe medica e perciò è bene effettuare incontri con medici ed ufficiali sanitari locali e incoraggiarli a dare sostegno al trattamento. Come già detto in precedenza, il procedimento attuale di tanatoprassi è un metodo di conservazione temporanea e di presentazione del defunto, relativamente semplice in termini di principio, ma che richiede da parte del tanatoprattore delle solide conoscenze sia teoriche che pratiche, senza contare alcune qualità morali indispensabili per esercitare una professione così delicata.Si tratta in realtà di una iniezione intra-arteriosa di un liquido antisettico che disinfetta e conserva, ad una pressione abbastanza forte da farlo mescolare al sangue, la maggiore fonte di decomposizione. Viene praticato un drenaggio venoso di lieve entità, seguito dal drenaggio delle cavità addominali e toraciche, soprattutto in presenza di determinate malattie.

Questi trattamenti vengono completati da una accurata pulizia e sistemazione del cadavere e dalle cure al viso che renderanno così alla famiglia un defunto "tranquillo e tranquillizzante", una immagine serena che rimarrà per molto tempo nei loro ricordi. È forse necessario ricordare le orribili smorfie della morte, il rictus dell'agonia, la cianosi dei tessuti che mostra i corpi lividi e accartocciati.Tutti conosciamo la perfetta descrizione di Ippocrate del volto cadaverico, tanto osservato e sempre attuale.Non c'è bisogno di ricordare gli stadi classici iniziali della tanatomorfosi che cominciano con l'immobilità, la rigidità e l'adattamento alla temperatura ambiente; la lividezza che precede le macchie verdi, il rigonfiamento, l'odore e l'evacuazione delle cavità naturali. La descrizione del processo di decomposizione si ferma qui, ma tutti gli specialisti sanno benissimo fin dove può arrivare la putrefazione! Tutti questi esempi ci dimostrano qual è il contributo della tanatoprassi in particolare. Di seguito vengono riportate delle immagini dove possiamo osservare un corpo prima del trattamento e verificare il buon risultato su di esso di un trattamento di Tanatoprassi

Al contrario di altre professioni, il comportamento individuale del Tanatoprattore è considerato indice di comportamento dell’intera categoria e quindi occorre essere molto prudenti ai fini di una pubblicità negativa.

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Chiara Ricciarelli 08/01/2022

TANATOPRASSI PER LA PRIMA VOLTA PARTONO I CORSI PROFESSIONALI RICONOSCIUTI

Ci siamo. Dopo tanto tempo, finalmente, la Tanatoprassi avrà il dovuto riconoscimento, almeno nel campo della formazione.

In partenza, infatti, è una formazione riconosciuta, qualificata e altamente professionale e competente nel campo, grazie alla Partnership di I.N.I.T., Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi, con l’Università.

A dirla tutta, è da oltre 15 anni che I.N.I.T. grazie al prezioso sostegno delle Università, mette in campo percorsi formativi in materia.

La tanatoprassi: disciplina che seppur nostro malgrado non è ancora legittimata da una legge, ma che ovviamente, per la sua complessità ed importanza, si sta facendo strada nel nostro Paese, dove si riscontra, su di essa, nuova presa di coscienza e consapevolezza.

Ecco che appunto, Andrea Fantozzi, precursore e innovatore del settore funerario, Presidente e fondatore dell’ I.N.I.T., e di ASSOTAN ha pensato di fare ancora di più: ai 5 corsi sperimentali già svolti precedentemente in questi anni, se ne aggiunge adesso uno nuovo, riconosciuto e abilitante per formare la figura del Tanatoprattore in Italia.

Con questo articolo, possiamo quindi annunciare finalmente che a marzo inizieranno le selezioni per il percorso formativo!

 

Ma perché scegliere il corso abilitante I.N.I.T. per formare la figura del Tanatoprattore?

Le motivazioni sono presto dette. L’ I.N.I.T. tramite questo corso abilitante e riconosciuto vuole formare e immettere nel mondo del lavoro un’equipe di professionisti, per poter coprire le

richieste di cure di Tanatoprassi del nostro paese.

E’ proprio la collaborazione con le istituzioni che fa sì che i nostri percorsi formativi possano essere dotati di ufficialità: i professionisti che ne escono sono qualificati e riconosciuti ufficialmente dalle autorità italiane.

La disciplina abbisogna di un’accurata preparazione teorica e pratica: ben al di là dei “corsi fuffa” spesso proposti da organismi di dubbia rilevanza.

Il programma del corso dell’I.N.I.T., di durata annuale, è stato accuratamente studiato e preparato per garantire un’ analisi in profondità della disciplina, sia a livello pratico che teorico.

Le materie trattate nel nostro corso per fomare professionisti Tanatoprattori sono varie: chimica, anatomia, biologia, concetti di psicologia ecc. Si tratta di 150 ore di teoria e 200 di pratica circa. In particolare, le 200 ore di pratica equivalgono a 2 ore per ogni cadavere da trattare. 100 cadaveri di pratica, 100 esercizi pratici, ossia 100 cure di tanatoprassi da svolgere su casi reali, seguiti da un tanatoprattore specialista, già abilitato.

Tuttavia, niente toglie che le persone più predisposte potrebbero aver bisogno di meno pratica, se a 40 – 50 casi maturano già una buona manualità e competenza.

 

Al termine del corso professionale è previsto, ovviamente, un esame abilitante. Questa formazione consentirà al Tanatoprattore di esercitare, volendo, anche in libera professione,

tuttavia, noi di I.N.I.T. riteniamo fermamente e fortemente che l’ iniziativa più giusta per garantire una più ampia copertura del servizio sia creare un’ equipe gestita da una struttura nazionale, che si occuperà di dare lavoro a tutti quelli che vorranno continuare a operare con noi.

Il “gioco di squadra”, in questo caso, è fondamentale, non solo per poter garantire un servizio con la massima continuità e professionalità di cui necessita; ma l’ affidamento ad un istituto professionale ed esperto in materia consente anche di utilizzare le tecniche idonee, le attrezzature giuste, e i giusti prodotti.

Come, ad esempio, il rivoluzionario Fluytan, nostro brevetto, che consente la risoluzione dei casi anche più complessi, tramite un’ efficacia di impiego e una caratteristica prestazionale non

equiparabili per niente al mondo alla tradizionale formalina.

Una formazione qualificata e riconosciuta dalle autorità, con la garanzia di un ente con una seniority rilevante e inestimabile per il settore! Quindi, se sei interessato alla materia ti invitiamo pertanto a contattarci tramite mail all’ indirizzo formazione@tanatoprassi.it o tramite il nostro Numero Verde 800.136.086.

I requisiti richiesti per frequentare il corso di Tanatoprattore sono un diploma di scuola superiore, ma, soprattutto, una buona predisposizione alla disciplina.

Ci occuperemo personalmente di ricontattarti, come verranno ricontattati tutti quelli che ci hanno già contattato per illustrarti principi, materie e importanza della nostra formazione e per partecipare alla selezione dei corsi per diventare un Tanatoprattore professionista!

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Redazione Tan Magazine 17/09/2020

La nuova formazione per il tanatoprattore

Diventa abbastanza complicato e restrittivo parlare in poche righe di una nuova e così ampia figura professionale quale il Tanatoprattore, cercheremo comunque di restringere al massimo il campo descrittivo di questa nuova professione e di elencare i numerosissimi vantaggi che tale nuovo mestiere può presentare a chi vi dedica il necessario interesse.

Con un po’ di scetticismo si potrebbe pensare che l’affacciarsi di una nuova figura professionale possa portare a promesse di nuove occupazioni ed eventuali riscontri economici/sociali che lasciano il tempo che trovano ed invece il nuovo mestiere del Tanatoprattore apre nuovi orizzonti e nuove soluzioni sia a chi ancora deve affacciarsi al mondo del lavoro, sia a chi opera già da tempo nel campo e deve riqualificare la propria impresa. Ecco che la Tanatoprassi si rivolge allo stesso tempo al disoccupato in cerca di lavoro e all’imprenditore che ha già insita nel suo mestiere l’idea di pratica funeraria e vuole ampliare le proprie conoscenze con un’eventuale utile e completa formazione alla Tanatoprassi stessa.

E’ chiaro che per diffondere un mestiere con pratiche nuove e poco conosciute, è necessaria una preparazione di base adatta a formare Tanatoprattori sempre più motivati e competenti ed è qui che la formazione stessa può essere appoggiata da meritati riconoscimenti sia a livello governativo che delle stesse regioni ed è da qui che si può attingere per l’ottenimento di eventuali agevolazioni che già favoriscono sia i disoccupati che le nuove imprese anche nella nuova realtà europea.

Un’eventuale e necessaria formazione è un mezzo indispensabile per creare nuovi posti di lavoro a professionisti ai quali sia riconosciuto anche un titolo nazionale dai vertici ministeriali competenti.

In quest’ottica è più facile capire come una nuova figura professionale possa offrire i propri vantaggi e radicarsi nel mondo del lavoro come un mestiere sempre al servizio del sociale e aperto    ogni giorno a nuove e moderne soluzioni applicative dettate dai tempi.

Alla luce di quanto detto finora diventa ovvio comprendere come il Tantoprattore possa farsi largo nel mondo del lavoro come una figura di chiara necessità nell’ambito sociale ed è altrettanto ovvio constatare quelle che possono essere negli anni le garanzie economico/sociali che questa nuova figura professionale potrà offrire ai suoi intermediari più assidui e competenti.

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