UNA RIVOLUZIONE PER LA CONSERVAZIONE E IL TRATTAMENTO DELLE SALME
Chiara Ricciarelli 27/07/2022 0
Fluytan è un prodotto rivoluzionario, specifico e professionale, per trattare e conservare in igiene
e sicurezza le salme (fino a quattro giorni!), indispensabile per Case Funerarie e imprese funebri.
Non diciamo certo una novità quando affermiamo che lo scopo della Casa Funeraria e dell’ impresa funebre è quello di dare dignità alla morte e rappresentare al meglio le volontà e i desideri delle famiglie e delle persone vicine al defunto.
Questi hanno il diritto di vegliare sulla salma, in un ambiente idoneo e adeguato, in grado di custodirla al meglio, in un’ atmosfera serena, ma soprattutto in sicurezza ed igiene.
Allo scopo, sicuramente è indispensabile che la visione del caro defunto non sia deturpata, ossia dotata di quella sgradevolezza tipica dei fisiologici processi di trasformazione post mortem (fuoriuscita di liquidi organici, presenza di vapori nauseanti, lividi, ecchimosi sul corpo…).
Siamo tutti d’accordo che una salma non trattata non può essere certamente adeguatamente presentabile, davanti agli occhi delle famiglie e dei cari, per poter conservare un buon ricordo del caro scomparso, ma anche della veglia.
E questo discorso vale sia per le imprese funebri, quanto anche per le Case Funerarie, che, fra l’ altro, ampliano la veglia per diversi giorni.
Ecco che la necessità, soprattutto per queste strutture, di avvalersi dell tecniche all' avanguardia della Tanatoprassi, e nello specifico del rivoluzionario fissativo Fluytan, per dare la migliore dignità alla morte, è, secondo noi, quanto mai stringente.
La domanda ci sorge spontanea. Le strutture delle Case Funerarie e delle imprese funebri sono ad oggi dotate di strumenti adeguati per arrestare il processo esterno di putrefazione della salma? E per fronteggiare opportunamente uno stato avanzato di decomposizione?
Ovviamente no! Ecco che Italtan ha brevettato allo scopo un prodotto rivoluzionario: il Fluytan!!
Alternativa migliore alla formalina (strumento generalmente usato allo scopo, economico sì, ma pieno di effetti indesiderati, come alta tossicità, effetti dannosi sul sistema nervoso e mutageni, irritazioni per pelle e mucose, e non da ultima, breve efficacia d’ impiego nel tempo), il Fluytan è stato concepito per essere utilizzato in Case Funerarie, ospedali e domicili.
Ideale per conservare le salme fino a quattro giorni, e sappiamo bene che con altre alternative questo sarebbe impossibile!
Il Fluytan paralizza il processo di putrefazione, arresta la decomposizione, quanto meno quella aerobica, ed elimina i cattivi odori dei liquidi cadaverici.
Ma non solo! Oltre a conservare bene la salma, ha un’ ottima efficacia anche col sangue, poiché agisce eliminando totalmente la lividità cadaverica e donando grande elasticità ai tessuti, con un semplice utilizzo topico su tutto il corpo o a profusione sul viso.
Trattato in questo modo, il cadavere presenta molteplici aspetti positivi:
1 – è conservato igienicamente, in sicurezza e a lungo (fino a
quattro giorni!) tramite l’ utilizzo di un prodotto funzionale, atossico,
davvero efficace e dotato di estrema facilità di utilizzo.
2 - può essere esposto a temperatura ambiente, senza dover
ricorrere alla conservazione in ambienti refrigerati.
3 – presenta un aspetto esteriore che consente di ridargli dignità: i
tessuti sono maggiormente elastici, la lividità e le ecchimosi
spariscono, l’ aspetto estetico è più disteso e sereno (per quanto
possibile!).
E se cadono del sangue o dei liquidi sulle tavole d’acciaio delle strutture preposte, sugli abiti e sulle superfici adibite alla vestizione della salma? Con Fluytan questo non può succedere!
Le cure della Tanatoprassi sono quindi indispensabili per un’ impresa funebre o una Casa Funeraria!
Mirando a conservare il corpo il più a lungo possibile in condizioni di sicurezza, ma anche a trattarlo in modo da renderlo, esteticamente, il più possibile vicino a rappresentare un’ immagine serena del defunto, sono tecniche all’ avanguardia assolutamente doverose di utilizzo nel settore!
*Fluytan è un prodotto distribuito da Italtan Srl.
Fluytan Topic: ad applicazione topica, utilizzabile da tutti, non ha bisogno di nessuna formazione specifica per il suo uso.
Fluytan Neutral: specifico per il settore cimiteriale, risolve la fuoriuscita di liquidi e cattivi odori dai loculi.
Fluytan Professional: prodotto professionale, ad uso di coloro che esercitano la professione della Tanatoprassi.
Per informazioni: tel 800.136.086 o mail italtansrl@gmail.com
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Redazione TanMagazine 22/09/2021
Infezioni ospedaliere senza tregua nell’intera Unione Europea
Le infezioni ospedaliere in Italia: si contano 50.000 morti l’anno tutti morti per sepsi
Non accennano a calare le richieste di risarcimento in seguito a
infezioni contratte durante il ricovero: anche per il 2021 sembra
confermarsi il dato esposto nel 2019 secondo cui ogni 100 infezioni
contratte durante la degenza ospedaliera si avrebbe una richiesta di
risarcimento danni.
Il costo medio per sinistro è di circa 59mila euro;
Più della metà dei casi (56,2%) sono riferibili a prestazioni erogate
nell’area chirurgica, dato che porta a ipotizzare, come principale
causa, una carenza nell’utilizzo delle precauzioni standard
nell’assistenza dei pazienti sottoposti ad interventi e quindi
maggiormente esposti al rischio di contaminazione da agenti esterni.
In particolare, circa il 30% delle infezioni ospedaliere denunciate sono
riferibili a Ortopedia e Traumatologia e il 15% a Chirurgia Generale
LA RESPONSABILITA’ DELL’INFERMIERE NELL’AMBITO DELLE INFEZIONI
Nel caso in cui si verifica un danno (infezione) alla persona, i riferimenti giuridici sono contenuti nel
codice civile e penale del nostro ordinamento e nell’orientamento giurisprudenziale.
Gli elementi che definiscono il tipo di responsabilità professionale sono due:
il carattere colposo;
la necessaria sussistenza del nesso causa-effetto.
Nel primo elemento, la colpa professionale si riconduce sostanzialmente alla negligenza,
imprudenza e imperizia. Esempi pratici sono la condotta superficiale, la mancanza di
conoscenze specifiche e/o abilità tecniche, il mancato rispetto delle buone pratiche.
Nel secondo invece, per l’accertamento della responsabilità professionale, è fondamentale
verificare la sussistenza di un rapporto tra condotta colposa e il danno subito dalla parte lesa.
La condotta colposa può essere attribuita ad un intervento effettuato in modo errato (es.
contaminazione di uno strumento durante la manovra invasiva), oppure per una omissione
(es. mancato controllo delle scadenze di sterilizzazione di uno strumento).
L’infermiere, così come qualsiasi altro professionista, ha l’obbligo dei mezzi e non del risultato.
Non può garantire che le infezioni non possono insorgere, ma deve fare di tutto per erogare un
assistenza ottimale. Deve dimostrare di aver adottato tutte le misure atte a prevenire il danno.
Se il giudice stabilisce la sussistenza tra la condotta colposa dell’infermiere e il danno subito dal
paziente, nella fattispecie l’insorgenza di un' infezione, il professionista può essere chiamato a
rispondere per lesioni colpose (art 590 c.p) e punito con reclusione, o multa, a seconda della
gravità delle lesioni cagionate. Nel caso in cui l’infezione comportasse la morte del paziente, il reato contestato potrebbe essere l’omicidio colposo.
. 83% degli episodi di polmoniti Ospedaliere sono associate all'utilizzo di ventilazione meccanica
. Il 97% del infezioni delle vie urinarie sono catetere-correlate
. l'87% di infezioni ematiche si manifesta su pazienti con catetere venoso centrale
MDRO
sono definiti come microrganismi resistenti ad una o più classi di antibiotici oggi
disponibili; alla luce di ciò, la gestione di pazienti con positività microbiologica ad un
MDRO, nelle strutture sanitarie, richiede necessariamente l’adozione di specifici
comportamenti assistenziali atti a ridurne quanto più possibile la circolazione , la
trasmissione e i notevoli rischi correlati alla loro presenza in ospedale. Tali rischi si
possono riassumere in:
- aumento della probabilità di fallimento terapeutico;
- aumento del rischio di morbilità e mortalità;
-aumento della durata della degenza ospedaliera.
E’ importante inoltre specificare che tali microrganismi multiresistenti non devono essere
confusi con i microrganismi in grado di causare malattie infettive diffusive, infatti:
-i microrganismi che causano malattie infettive diffusive sono microrganismi che partendo
da un soggetto malato possono contagiare e infettare soggetti sani venuti a contatto con
tale microrganismo (ivi inclusi gli operatori sanitari), per tali malattie è obbligatoria la
notifica di malattia infettiva e l’adozione di specifiche precauzioni atte ad interrompere la
catena di trasmissione. Il personale sanitario è pertanto soggetto a rischio di malattia come
un qualsiasi altro soggetto venuto a contatto con tali microrganismi senza le dovute
precauzioni.
- i microrganismi multiresistenti, non causano malattie infettive contagiose trasmissibili da
soggetto infetto a soggetto sano né da soggetto infetto agli operatori sanitari. Tuttavia, ove
non siano adottate le precauzioni necessarie ad evitare la trasmissione, prima fra tutte il
corretto lavaggio delle mani, gli operatori sanitari sono il principale veicolo di trasmissione
dell’infezione ad altri pazienti suscettibili e possono a loro volta diventare colonizzati e/o
ammalarsi successivamente durante un periodo di immunodeficienza.
LA STAMPA
«Vorrei chiarire una cosa: io non ho nessun tumore, ho un’infezione da batterio killer
che per essere debellato necessita di una cura antibiotica molto potente di 6 settimane,
due le ho già fatte, quindi manca poco». «Sono contento, sto bene, non sono malato -
ribadisce ancora - non ho nessuna malattia, devo semplicemente debellare un batterio
che abbiamo tutti, ma che invece di lavorare a favore della vita, comincia a lavorare per
distruggere tutto quello che c’è. Questo batterio si chiama staffilococco aureo, poi
ce ne sono anche degli altri - spiega Vasco - ma capita a volte di avere queste cose,
quando c’è un’abrasione o un abbassamento delle difese immunitarie». «Il batterio
bisogna farlo fuori - conclude il cantante - per questo ci vogliono antibiotici molto potenti
e per molto tempo, ma alla fine, ripeto, sarà lui a morire non io».
Dott. Lazzarin (infettivologo San Raffaele)
Si tratta di un microrganismo gram positivo comunissimo, disposto sulla superficie
cutanea esposta di qualsiasi uomo. Quindi la sua presenza non è inusuale, e
normalmente non porta a malattie. Il fatto che dia infezioni non rappresenta
un’eccezione, ma è una situazione di convivenza biologica comune con l’organismo
umano. Siccome è molto diffuso può essere la causa di infezioni che finiscono all’interno
dell’organismo (polmoniti, ascessi, gastroenteriti), e questo è più raro. Questo può essere
dovuto ad un taglio delle barriere anatomiche o all’inserimento di farmaci per via
endovenosa. L’infezione è di solito facilmente curabile con gli antibiotici, a meno che non
ci siano situazioni di particolari gravità e in certi casi il batterio può sopravvivere anche
agli antibiotici diventando molto resistente e difficilmente controllabile. Lo stafilococco
può diventare anche mortale, soprattutto se passa ad un soggetto poco
competente dal punto di vista immunologico e quando diventa non
sensibile agli antibiotici l’infezione non guarisce e in questi casi non
c’è molto da fare….
In un’indagine di prevalenza (SIPIO) effettuata nel 1983 su un campione
di letti ospedalieri (36 mila in 142 ospedali), si è rilevato che il 6,8% dei
pazienti ospedalizzati per ogni motivo è risultato affetto da un’infezione
ospedaliera.
Nel 2000 uno studio di prevalenza condotto
Valter Manzone 05/10/2021
Professione e competenze
La regolamentazione delle professioni come la tanatoprassi dovrebbero seguire principi specifici. In particolare nella definizione delle norme di pratica professionale.
Il mondo Funerario è seriamente soggetto a interventi normativi, e la nuova regolamentazione dovrebbe essere motivata dall’esigenza di proteggere le famiglie dalle conseguenze di servizi di scarsa qualità qualora esistano problemi di informazione asimmetrica. Per esempio, può essere molto difficile per una persona comune individuare – e quindi evitare – un tanatoprattore incompetente. Poiché essere serviti da un tanatoprattore poco capace può avere conseguenze potenzialmente molto sgradevoli, è preferibile regolamentare l’accesso alla professione tanatopratica per impedire agli incapaci di operare sul mercato.
Naturalmente, limitare l’accesso a un mercato come quello della tanatoprassi ha necessariamente un costo: rispetto a uno non regolamentato, vi opererà un minor numero di professionisti e di conseguenza i prezzi saranno più elevati. Non c’è dubbio che preservare o migliorare la qualità dei servizi (tanatopratici) offerti a un sistema funerario che si trova in un momento storico come quello che stiamo attraversando con la nascita e diffusione delle Case Funerarie su tutto il territorio sia desiderabile o forse necessario.
Nonostante la ragionevolezza del principio oggi il settore funebre italiano manca sul problema più serio: nella maggior parte dei casi si osservano persone del settore o impresari funebri partecipare a corsi di 3/5 giorni senza alcun esercizio pratico su casi reali, quando per una buona formazione accorerebbero almeno 100 casi reali a partecipante. No invece gli impresari italiani a fine dei 3/5 giorni portano a casa un attestato che subito appendono dietro la loro scrivania e si sentono tanatoprattori super professionisti. Tutto questo assolutamente non garantisce il miglioramento della qualità dei servizi rivolti alla salma oggi sempre più presenti.
Questi risultati sul comportamento delle imprese funebri italiane deve necessariamente portarci a concludere che si debba Regolamentare l’accesso alla professione sulla cura della salma. Infatti, è del tutto evidente che in alcuni casi le conseguenze di un cattivo servizio sono talmente disastrose da giustificare largamente una forma di regolamentazione dell’accesso alla formazione sulla cura delle salme.
In realtà il punto cruciale riguarda il livello minimo di conoscenze (di vario tipo, comportamentali incluse) necessario per esercitare la professione del tanatoprattore.
Il tanatoprattore professionista iscritto all’Ordine Nazionale Tanatoprattori O.N.T. avrà dei requisiti professionali che saranno oggetto di verifiche periodiche perche si mantenga l’appartenenza all’ordine o alla professione.
L’Ordine è composto da quasi 30 professionisti.
Attraverso un numero verde è possibile richiedere un iscritto all’Albo, richiedere la sua scheda personale con la descrizione delle esperienze effettuate e trovare i suoi contatti.
La ricerca a breve potrà essere effettuata anche online per cognome o numero di matricola oppure in base alle esperienze professionali e ai principali ruoli svolti. Questo secondo criterio è valido solo per i professionisti che hanno compilato il proprio profilo professionale attraverso l’area iscritti.
I professionisti preparati e competenti hanno l’esigenza di essere tutelati dalla concorrenza non qualificata di professionisti improvvisati, offrendo al mercato la verifica oggettiva delle competenze realmente possedute.
I clienti, per affidarsi ad un professionista, hanno necessità di disporre di una forma di “garanzia preventiva” per ottenere prestazioni adeguate alle loro esigenze ed essere salvaguardati dal rischio di affrontare inconvenienti o incorrere, nella peggiore delle ipotesi, nel danno.
Sandra Bergamelli 15/05/2022
Ecco chi potrà prelevare subito i soldi dal conto cointestato del defunto anche se non erede sia in banca che alle Poste
Alla morte di un nostro caro defunto oltre a dover affrontare il dolore per la perdita, sono tante le incombenze da svolgere. Talvolta innanzi al mare magnum di adempimenti ci si ritrova impreparati e spaesati e se non si presta la dovuta attenzione si rischiano sanzioni salate. Infatti vedove ed eredi di coloro che sono deceduti dal 1°agosto al 30 novembre 2021 devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione persone Fisiche 2021. Ovviamente se il de cuius era titolare di partita IVA. Chi non invia questa dichiarazione entro il 31 maggio potrà ricevere dall’Agenzia delle Entrate, anche prima dell’estate, pesanti sanzioni. Pertanto, anche se è difficile e doloroso, è necessario andare avanti perché la legge non ammette scuse.
Si dovranno programmare tutte le scadenze e ricercare anche i conti di cui era titolare il defunto dove magari vi sono depositate somme importanti. Questi infatti non si estinguono automaticamente con la morte del titolare ma sarà necessario seguire un preciso iter sia da partedei successori che della banca. Ma cosa accade se il conto del de cuius era intestato con altro soggetto ancora in vita? Chi potrà prelevare le eventuali somme giacenti sul conto? A fornire la soluzione è proprio la Suprema Corte con pronunce anche piuttosto recenti.
Ecco chi potrà prelevare subito i soldi dal conto cointestato del defunto anche se non erede sia in banca che alle Poste
In particolare dopo la morte di uno dei cointestatari del conto, a firme disgiunte, il contitolare superstite potrà continuare ad utilizzare liberamente il conto corrente. La banca sarà tenuta a corrispondere al correntista superstite le somme depositate sul conto qualora questi le chieda. Ciò a prescindere dalla rispettiva quota e in virtù del principio della solidarietà attiva. Pertanto il cointestatario superstite potrà continuare ad operare sul conto, effettuando prelievi o versamenti.
A nulla potranno valere le rimostranze nei confronti della banca. La Corte di Cassazione in virtù del suindicato principio ha confermato che la banca è tenuta a corrispondere le somme depositate sul conto all’altro correntista. Ovvero si è espressa relativamente ad un deposito bancario intestato a più persone con la possibilità, per ognuna, di eseguire tutte le operazioni anche disgiuntamente. Ha evidenziato pertanto che in questi casi si realizza una solidarietà dal lato attivo dell’obbligazione che consente agli altri cointestatari di chiedere l’adempimento dell’intero saldo. In questo caso la banca sarà tenuta a soddisfare le richieste senza avere alcun obbligo nei confronti degli eredi non cointestatari del conto. Secondo la Cassazione questo rientra tra gli obblighi della banca, ovvero consentire agli altri contitolari di disporre pienamente e liberamente dei soldi sul conto. Pertanto ecco chi potrà prelevare subito i soldi depositati sul conto dopo la morte del de cuius.