INIMITABILE FLUYTAN "UNA SCOPERTA UTILE AL SETTORE SANITARIO E QUELLO FUNERARIO"

FLUYTAN IL SOSTITUTO NON TOSSICO DELLA FORMALINA

Andrea Fantozzi 17/09/2020 0

UN GRAN PASSO AVANTI NASCE FLUYTAN

FISSATIVO ALTERNATIVO ALLA FORMALINA

 

 

Introduzione - Formalina è uno dei fissativi più comunemente usati nella conservazione della materia organica in generale, avvolte previa diluzione in acqua e/o in alcoli o altro.

La nocività della sostanza per la salute umana è oramai assodata e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC), a partire dal 2004, l’ha inserita nell’elenco delle sostanze considerate con certezza cancerogene per la specie umana.

A tal riguardo nasce l’esigenza di non utilizzare più tale fissativo a scopo di conservazione delle salme e dei campioni del cadavere nei vari settori. In questo lavoro è stata sperimentata una soluzione fissativa alternativa alla Formalina: il Fluytan .

Gli obiettivi di questa sperimentazione sono stati quelli di stabilire la validità del Fluytan nel risultare valido come alternativa alla formalina e di valutare le capacità di conservazione per periodi di tempo medio-lunghi.

Materiali e metodi - Sono stati esaminati 50 individui appartenenti ai gruppi

Animale vertebrato (36 rispettivamente) reperiti senza vita, mediante raccolta su aree montane dove erano presenti abbondanti comunità di faina, cinghiale, cornacchia, topo, scoiattolo etc.

Animale invertebrato (14 rispettivamente) reperiti senza vita, mediante raccolta su strade montane nel periodo primaverile.

In particolare gli organismi animali impiegati durante la sperimentazione sono stati: Scoiattolo, piccolo cinghiale, topi, faina, serpente, lucertola, vipera, coniglio e maiale. Tali organismi sono stati conservati con il Fluytan diluito a diverse concentrazioni con alcol isobutilico e glicerina, e valutati secondo una scadenza temporale (180-365 giorni)

Inoltre altri test preliminari, condotti su tessuti, organi isolati e cadaveri umani, hanno dimostrato l’efficacia conservativa della formulazione per oltre sei mesi.

Le parti trattate hanno conservato nel tempo, a temperatura ambiente, forma, volume e colore indicando l’assenza di fenomeni putrefattivi.

Il fissativo Fluytan garantisce, rispetto alla Formalina, una migliore preservazione degli acidi nucleici: ciò consente un più ampio range di indagini di “molecular profiling” anche su materiale d’archivio, ottenuto senza particolari precauzioni, permettendo ricerche su ampie casistiche nonché l’utilizzo immediato di eventuali nuovi marcatori molecolari utili ai fini clinici

 

L’ alcol utilizzato nella formulazione, l’alcol isobutilico, è anch’esso caratterizzato da una bassa tossicità animale (LD50 nel ratto: orale 2460 mg/kg – cutanea 4200 mg/kg – inalatoria LC50/4h 24 mg/l) ed è classificato poco pericoloso per le acque classe I (WGK1).

Inoltre, la formulazione allo studio, a differenza della formaldeide (formalina) non sembra interferire con le indagini medico legali, in particolare con quelle tossicologiche, in quanto non altera le molecole esogene eventualmente presenti nei tessuti e nei fluidi biologici e non interferisce con la determinazione dell’alcol etilico.

Questa proprietà permette la utilizzabilità dei tessuti a scopo giudiziario anche dopo l’eventuale tanatoprassi ed in caso di esumazione.

L’altra sostanza utilizzata nella formulazione è il glicerolo è un composto organico nella cui struttura sono presenti tre gruppi -OH. Il glicerolo è un componente dei lipidi e dei fosfolipidi o glicolipidi, dai quali viene ottenuto per idrolisi o trans esterificazione.

Vantaggi di Fluytan

. Tossicità nulla

. Non è necessario dopo l’applicazione nessun altro metodo di conservazione

. Elimina la lividità cadaverica

. Applicazione sopra cutanea

. Applicazione sottocutanea

. Applicazione vascolare

. Applicazione ad immersione

. Elimina la Formalina

Il fissativo alternativo Fluytan può quindi entrare nella routine delle varie attività, soprattutto considerando i notevoli vantaggi sotto il profilo della sicurezza degli ambienti di lavoro.

 

 

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Redazione TanMagazine 22/09/2021

Infezioni ospedaliere senza tregua nell’intera Unione Europea

Le infezioni ospedaliere in Italia:  si contano 50.000 morti l’anno tutti morti per sepsi

 Non accennano a calare le richieste di risarcimento in seguito a

infezioni contratte durante il ricovero: anche per il 2021 sembra

confermarsi il dato esposto nel 2019 secondo cui ogni 100 infezioni

contratte durante la degenza ospedaliera si avrebbe una richiesta di

risarcimento danni.

Il costo medio per sinistro è di circa 59mila euro;

Più della metà dei casi (56,2%) sono riferibili a prestazioni erogate

nell’area chirurgica, dato che porta a ipotizzare, come principale

causa, una carenza nell’utilizzo delle precauzioni standard

nell’assistenza dei pazienti sottoposti ad interventi e quindi

maggiormente esposti al rischio di contaminazione da agenti esterni.

In particolare, circa il 30% delle infezioni ospedaliere denunciate sono

riferibili a Ortopedia e Traumatologia e il 15% a Chirurgia Generale

LA RESPONSABILITA’ DELL’INFERMIERE NELL’AMBITO DELLE INFEZIONI

Nel caso in cui si verifica un danno (infezione) alla persona, i riferimenti giuridici sono contenuti nel

codice civile e penale del nostro ordinamento e nell’orientamento giurisprudenziale.

Gli elementi che definiscono il tipo di responsabilità professionale sono due:

il carattere colposo;

la necessaria sussistenza del nesso causa-effetto.

Nel primo elemento, la colpa professionale si riconduce sostanzialmente alla negligenza,

imprudenza e imperizia. Esempi pratici sono la condotta superficiale, la mancanza di

conoscenze specifiche e/o abilità tecniche, il mancato rispetto delle buone pratiche.

Nel secondo invece, per l’accertamento della responsabilità professionale, è fondamentale

verificare la sussistenza di un rapporto tra condotta colposa e il danno subito dalla parte lesa.

La condotta colposa può essere attribuita ad un intervento effettuato in modo errato (es.

contaminazione di uno strumento durante la manovra invasiva), oppure per una omissione

(es. mancato controllo delle scadenze di sterilizzazione di uno strumento).

L’infermiere, così come qualsiasi altro professionista, ha l’obbligo dei mezzi e non del risultato.

Non può garantire che le infezioni non possono insorgere, ma deve fare di tutto per erogare un

assistenza ottimale. Deve dimostrare di aver adottato tutte le misure atte a prevenire il danno.

Se il giudice stabilisce la sussistenza tra la condotta colposa dell’infermiere e il danno subito dal

paziente, nella fattispecie l’insorgenza di un' infezione, il professionista può essere chiamato a

rispondere per lesioni colpose (art 590 c.p) e punito con reclusione, o multa, a seconda della

gravità delle lesioni cagionate. Nel caso in cui l’infezione comportasse la morte del paziente, il reato contestato potrebbe essere l’omicidio colposo.

 . 83% degli episodi di polmoniti Ospedaliere sono associate all'utilizzo di ventilazione meccanica

 . Il 97% del infezioni delle vie urinarie sono catetere-correlate

 . l'87% di infezioni ematiche si manifesta su pazienti con catetere venoso centrale

 

MDRO

 

sono definiti come microrganismi resistenti ad una o più classi di antibiotici oggi

disponibili; alla luce di ciò, la gestione di pazienti con positività microbiologica ad un

MDRO, nelle strutture sanitarie, richiede necessariamente l’adozione di specifici

comportamenti assistenziali atti a ridurne quanto più possibile la circolazione , la

trasmissione e i notevoli rischi correlati alla loro presenza in ospedale. Tali rischi si

possono riassumere in:

- aumento della probabilità di fallimento terapeutico;

- aumento del rischio di morbilità e mortalità;

-aumento della durata della degenza ospedaliera.

E’ importante inoltre specificare che tali microrganismi multiresistenti non devono essere

confusi con i microrganismi in grado di causare malattie infettive diffusive, infatti:

-i microrganismi che causano malattie infettive diffusive sono microrganismi che partendo

da un soggetto malato possono contagiare e infettare soggetti sani venuti a contatto con

tale microrganismo (ivi inclusi gli operatori sanitari), per tali malattie è obbligatoria la

notifica di malattia infettiva e l’adozione di specifiche precauzioni atte ad interrompere la

catena di trasmissione. Il personale sanitario è pertanto soggetto a rischio di malattia come

un qualsiasi altro soggetto venuto a contatto con tali microrganismi senza le dovute

precauzioni.

- i microrganismi multiresistenti, non causano malattie infettive contagiose trasmissibili da

soggetto infetto a soggetto sano né da soggetto infetto agli operatori sanitari. Tuttavia, ove

non siano adottate le precauzioni necessarie ad evitare la trasmissione, prima fra tutte il

corretto lavaggio delle mani, gli operatori sanitari sono il principale veicolo di trasmissione

dell’infezione ad altri pazienti suscettibili e possono a loro volta diventare colonizzati e/o

ammalarsi successivamente durante un periodo di immunodeficienza.

 

LA STAMPA

«Vorrei chiarire una cosa: io non ho nessun tumore, ho un’infezione da batterio killer

che per essere debellato necessita di una cura antibiotica molto potente di 6 settimane,

due le ho già fatte, quindi manca poco». «Sono contento, sto bene, non sono malato -

ribadisce ancora - non ho nessuna malattia, devo semplicemente debellare un batterio

che abbiamo tutti, ma che invece di lavorare a favore della vita, comincia a lavorare per

distruggere tutto quello che c’è. Questo batterio si chiama staffilococco aureo, poi

ce ne sono anche degli altri - spiega Vasco - ma capita a volte di avere queste cose,

quando c’è un’abrasione o un abbassamento delle difese immunitarie». «Il batterio

bisogna farlo fuori - conclude il cantante - per questo ci vogliono antibiotici molto potenti

e per molto tempo, ma alla fine, ripeto, sarà lui a morire non io».

 Dott. Lazzarin (infettivologo San Raffaele)

Si tratta di un microrganismo gram positivo comunissimo, disposto sulla superficie

cutanea esposta di qualsiasi uomo. Quindi la sua presenza non è inusuale, e

normalmente non porta a malattie. Il fatto che dia infezioni non rappresenta

un’eccezione, ma è una situazione di convivenza biologica comune con l’organismo

umano. Siccome è molto diffuso può essere la causa di infezioni che finiscono all’interno

dell’organismo (polmoniti, ascessi, gastroenteriti), e questo è più raro. Questo può essere

dovuto ad un taglio delle barriere anatomiche o all’inserimento di farmaci per via

endovenosa. L’infezione è di solito facilmente curabile con gli antibiotici, a meno che non

ci siano situazioni di particolari gravità e in certi casi il batterio può sopravvivere anche

agli antibiotici diventando molto resistente e difficilmente controllabile. Lo stafilococco

può diventare anche mortale, soprattutto se passa ad un soggetto poco

competente dal punto di vista immunologico e quando diventa non

sensibile agli antibiotici l’infezione non guarisce e in questi casi non

c’è molto da fare….

In un’indagine di prevalenza (SIPIO) effettuata nel 1983 su un campione

di letti ospedalieri (36 mila in 142 ospedali), si è rilevato che il 6,8% dei

pazienti ospedalizzati per ogni motivo è risultato affetto da un’infezione

ospedaliera.

Nel 2000 uno studio di prevalenza condotto 

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Chiara Ricciarelli 03/02/2021

Fluytan un collaboratore eccellente all'interno delle Case Funerarie e non solo.

IL FLUYTAN: RIVOLUZIONARIO FISSATIVO DALLE SORPRENDENTI

PRESTAZIONI!

In questo articolo, conduciamo una panoramica e un' analisi sul FLUYTAN,

fissativo innovativo utilizzabile nel settore funerario (pensiamo alla

Tanatoprassi e Tanatoestetica), ma anche nell'istologia, nell'istopatologia e

nelle tecniche di immunoistochimica. Il FLUYTAN è una validissima

alternativa alla Formalina: scopriamo perché.

 

Esistono fissativi non tossici che permettono di essere utilizzati in una pluralità di

campi, come nel settore funerario, nell'istologia, nell'istopatologia e nelle tecniche

di immunoistochimica?

Oggi la formalina è uno dei fissativi più comunemente usati per la protezione della

materia organica: questo fissativo generalmente è usato diluito con acqua e / o

alcool.

Abitualmente, la formalina viene impiegata come Formalina tamponata al 10%,

prodotto semplice ed economico sì, ma non privo di effetti indesiderati, come alta

tossicità, effetti dannosi sul sistema nervoso e mutageni, irritazioni per pelle e

mucose.

Anche a livello di efficacia d' impiego, l' effetto della formalina non è molto

duraturo nel tempo. Essa infatti viene consumata durante il suo processo

d'azione, in cui il lavoro della luce e dell'ossigeno ne determinano la conversione

in acido formico.

Non solo. La formalina è anche una sostanza tossica. Il pericolo per la salute

umana è stato pienamente confermato anche dall'Agenzia internazionale per la

ricerca sul cancro (AIRC) che nel 2004 l'ha inclusa nell'elenco delle sostanze con

cancerogenicità accertata per la specie umana.

Esiste quindi un' alternativa efficace? Sì, il FLUYTAN, che nasce appunto come

fissativo alternativo.

Vari studi ed esperimenti condotti su cadaveri di animali, sia vertebrati che non,

ma anche nel campo dell'anatomia umana, come conservazione dei cadaveri,

hanno dimostrato la sua utilità ed efficacia.

L' utilizzo del FLUYTAN, infatti, diluito con alcol isobutilico (caratterizzato da bassa

tossicità) e glicerina, è stato sottoposto ad analisi, secondo una scadenza

temporale determinata dai 3 mesi ad un anno.

Dopo una valutazione, in comparazione delle due sostanze, della qualità delle

immagini citistologiche convenzionali in alcuni tipi di campioni di tessuto e il

 

confronto delle prestazioni, dopo tempi fissi diversi e in condizioni di

conservazione, il FLUYTAN ha dimostrato la sua piena efficacia.

Come? Con un' ottima conservazione nel tempo, a temperatura ambiente, di

forma, volume e colore e senza fenomeni putrefattivi del cadavere, per un periodo

medio di oltre sei mesi.

 

Ma c'è di più. Il FLUYTAN, oltre a non essere tossico come la Formalina, fa sì che

non sia necessario, successivamente, nessun altro metodo di conservazione sul

cadavere, garantendo una pluralista di applicazioni (sopra o sotto cute, vascolare

o ad immersione).

Il FLUYTAN in definitiva mantiene e preserva il cadavere, consentendone il

successivo trattamento, conservazione e colorazione dei suoi tessuti utilizzando

più tecniche. Questo fissativo, oltre ad agire rapidamente e ad essere efficace a

lungo, non è tossico per gli occhi, la pelle e il tratto respiratorio, al contrario della

formalina, configurandosi quindi come ottima alternativa.

D' altronde, il FLUYTAN è un fissativo sorprendente e rivoluzionario, utilizzabile in

una pluralità di contesti e discipline.

Nel settore cimiteriale, infatti, il FLUYTAN è concepito come soluzione al

problema della fuoriuscita di liquami cadaverici da cimiteri o tombe a terra.

Tramite l' applicazione diretta sulle parti da trattare, si elimina in pochi minuti il

problema degli odori sgradevoli generati dal liquido che fuoriesce dalla tomba

cimiteriale.

In secondo luogo, il FLUYTAN permette la conservazione del cadavere,

contrastando la proliferazione di batteri e funghi: il corpo può essere preservato

per 2/4 giorni senza che compaiano i segni di decomposizione in assenza di

sistemi o ambienti di refrigerazione. Queste caratteristiche rendono il FLUYTAN

particolarmente adatto per i trattamenti di tanatoestetica e tanatoprassi,

permettendo così di ottenere e mantenere un colore della salma il più possibile

naturale.

ll corpo trattato con FLUYTAN, poi, ha un notevole grado di elasticità e flessibilità

del tessuto, garantendo la possibilità di svolgere tecniche di tanatoprassi su tutti i

tipi di cadaveri. Questa sostanza garantisce una corretta igiene del corpo e

un'evidente naturalezza, elasticità e flessibilità.

 

Ma non solo, il FLUYTAN trova applicazione anche nella ricerca genetica forense

e nella tassidermia.

In medicina legale, infatti è pratica comune che i tessuti biologici fissati in

formalina e possibilmente incorporati nella paraffina debbano talvolta essere

utilizzati come fonte di DNA.

Come abbiamo già detto la formalina è certamente uno dei fissativi più popolari,

ma purtroppo nel tempo questa ha un negativo effetto di degradazione chimica sul

 

DNA, di cui diversi studi hanno dimostrato una significativa perdita di quantità di

informazioni utili dei campioni di tessuti in essa mantenuti.

Rispetto alla formalina, quindi, il fissativo FLUYTAN garantisce una migliore

preservazione degli acidi nucleici e non interferisce particolarmente con le

eventuali indagini medico legali e tossicologiche, in quanto non altera le molecole

esogene eventualmente presenti nei tessuti/fluidi biologici e non disturba la

determinazione dell’alcol etilico. Ciò rende sicuramente il FLUYTAN alleato anche

delle indagini di “molecular profiling”.

Infine, in tassidermia il FLUYTAN permette di conservare nel tempo le “pelli da

studio”, di preservarne il materiale biologico, per renderlo disponibile agli scienziati

per le loro ricerche, e di conoscere più approfonditamente l’anatomia animale.

 

MA VEDIAMO ORA NEL DETTAGLIO COME PUO' ESSERE UTILE ALL'INTERNO DELLE CASE FUNERARIE

E’ la soluzione idonea per una conservazione delle salme, per un periodo che oscilla tra due e quattro giorni. Paralizza il processo di putrefazione, permettendo di esporre il cadavere a temperatura ambiente, senza dover ricorrere alla  conservazione in ambienti refrigerati. Agisce dando grande elasticità ai tessuti, facendo sparire il rigor mortis, attenuando la lividità cadaverica. Per il suo utilizzo non è necessario pulire il cadavere, si applica in modo topico con cotone su tutto il corpo e con profusione sul viso. E' un ottimo conservante che consente di eliminare la lividità cadaverica totalmente. È stato concepito per essere utilizzato in Case Funerarie come in ospedali e domicili.

 

 F L U Y T A N ®

F l u y t a n   p e r  il  s e t t o r e  f u n e r a r i o .

-Tecnica Fluytan di presentazione (FTP) È un procedimento che permette di migliorare e semplificare le operazioni di preparazione del cadavere per la sua esposizione. La sua applicazione è molto semplice, potendosi realizzare anche nel domicilio del defunto in presenza dei familiari, senza la necessità di nessun altro tipo di mezzo ausiliario. L’operazione consiste nello  spalmare con una spugna, o con il contenitore spray già presente nella confezione , circa 25 ml di FLUYTAN TOPIC sul viso, 200 ml per il corpo e altri 5 ml per ogni mano, praticando, simultaneamente, un massaggio nelle suddette zone, per facilitarne la penetrazione epidermica. Questa operazione si realizza in un tempo inferiore ai 5 minuti con un costo minimo di prodotto. Il primo effetto che si ottiene è la scomparsa del “rictus cadaverico”, o la prevenzione della sua comparsa, a seconda della tempistica con cui il prodotto viene applicato, dona l'impressione di non essere di fronte ad un cadavere, bensì ad una persona addormentata. Grazie alla sua applicazione, le operazioni di chiusura degli occhi e della bocca diventano particolarmente agevoli. Inoltre, qualora il cadavere presentasse macchie ipostatiche, o lividi sul volto o sulle mani, queste possono essere eliminate insistendo con il FLUYTAN nella zona interessata esse spariranno dopo qualche decina di minuti.

VANTAGGI

· Prodotto atossico

· Non è necessario dopo l’applicazione nessun altro metodo di conservazione

· Elimina la lividità cadaverica

· Permette una facile applicazioneper via:

* sopracutanea

* sottocutanea

* vascolare

 · Sostituisce completamente la Formalina

 Insomma, il FLUYTAN è un eccellente conservante e fissativo dei tessuti organici, dalle sorprendenti proprietà, alternativa validissima alla formalina.

FLUYTAN è un prodotto distribuito da Italtan SRL. Per conoscere i dettagli e tutte le informazioni utili, puoi visitare  www.fluytan.it

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Sandra Bergamelli 18/08/2021

Autopsie pericolose: I cadaveri sono ancora pieni di virus

 

I malati di Covid-19 restano infettivi anche per un certo lasso di tempo dopo la morte.

Patologi e altri specialisti devono bardarsi di tutto punto e prendere precauzioni per non contrarre il virus.

Chiunque è contagioso prima di morire, lo è anche appena dopo il decesso». Parole di Aurel Perren, direttore dell'istituto di patologia all'Università di Berna. Quanto tempo lo rimanga e però tuttora uno dei tanti punti interrogativi attorno al Covid-19. Per questo motivo anche i patologi, per eseguire l'autopsia, devono bardarsi di tutto punto. «Indossiamo mascherine FFFP3, occhiali di sicurezza, guanti e tute protettive. Proprio come i dottori che eseguono i tamponi a potenziali malati in ospedale.

Le stesse precauzioni sulla sicurezza vengono prese anche dall'istituto di patologia a Basilea. Nell'ospedale universitario renano si è anche cambiato un po' il metodo per effettuare le autopsie. «Non estraiamo più gli organi dai cadaveri per esaminarli. L'osservazione, a eccezione per i polmoni, viene fatta nel corpo», precisa a 20 Minuten Alexander Tzankov, capo del dipartimento d'istopatologia e autopsia presso l'Università renana. 

Questo metodo di autopsia "interno" ha lo scopo di limitare al minimo il contatto con i fluidi corporei e il sangue di un paziente infetto. «Queste secrezioni rappresentano per i patologi il maggior rischio d'infezione». Anche Tzankov non sa esattamente quanto questo virus resti in vita in un cadavere. Poi fa l'esempio dell'Epatite C: «L'agente patogeno che trasmette l'infezione inizia a indebolirsi dopo tre ore dalla morte e ha una carica virale pari a zero dopo 24 ore».

Il lavoro dei patologi basilesi è stato però ripagato e ha contribuito ad acquisire conoscenze importanti nella lotta al coronavirus. Il team condotto da Tzankov ha infatti dimostrato che tutte le dodici vittime di Covid-19 analizzate - due donne e 10 uomini tra i 56 e 96 anni - soffrivano d'ipertensione. Undici su dodici (unica eccezione una donna) erano ancora altamente infettivi quando è sopraggiunto il decesso. «I loro corpi erano ancora pieni di virus», conclude Tzankov.

Il cadavere di chi è morto per il Covid-19 resta contagioso?

 

Il corpo di chi è morto a causa del Covid-19 continua a trasportare e a diffondere il virus? Questa è una nuova (e inquietante) ipotesi sviluppata in un articolo pubblicato sulla rivista Journal of Forensic and Legal Medicine.

 

“occhi possibile porta d’ingresso”

 

Dalle osservazioni raccolte in questo studio, riportate anche su Maxi-Sciences.com, sembrerebbe che un medico forense e un’infermiera di Bangkok, in Thailandia, abbiano contratto la malattia da pazienti deceduti.

«È improbabile che i professionisti forensi possano entrare in contatto con pazienti infetti ma lo è molto meno entrare in contatto con campioni biologici e cadaveri», si legge nell’articolo, rimarcando che i due sono gli unici casi positivi tra il personale sanitario su 272 riscontrati nel Paese a partire dal 20 marzo.

In poche parole, secondo lo studio, la probabilità che il medico e l’infermiere abbiano contratto il Covid-19 al di fuori della struttura professionale è bassa e, quindi, lo scenario più probabile tra quelli considerati è che la contaminazione sia avvenuta a causa delle secrezioni provenienti da un corpo contaminato dal Covid-19.

 

Allerta dai medici inglesi sul Covid-19, emersa complicanza nei bambini

 

«Un cadavere potrebbe essere contagioso almeno per ore, persino per giorni», ha detto il dr. Otto Yang, professore di medicina, microbiologia, immunologia e genetica molecolare presso la David Geffen School of Medicine (Stati Uniti) sul sito specializzato Live Science. «Il virus potrebbe essere ancora presente nelle secrezioni respiratorie e potrebbe potenzialmente riprodursi in cellule che non sono ancora morte nei polmoni», ha spiegato.

Anche in Francia, inoltre, un paziente morto da cinque giorni ha mostrato ancora segni della malattia, come rivelato da Le Parisien l’11 aprile scorso. «Questo non significa necessariamente che sia ancora attivo» ha affermato il  professor Lorin de la Grandmaison, direttore del servizio di anatomia patologica e medicina legale presso l’ospedale Raymond-Poincaré di Garches (Hauts-de-Seine) .

In assenza di una sufficiente esperienza medica con questa nuova malattia, sarà necessario attendere nuovi studi e nuovi dati per avere certezze sulla trasmissione del virus post mortem. Nel frattempo, si raccomanda ai professionisti forensi di indossare i dispositivi di protezione (tute, guanti, occhiali, maschera).

 

  

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