16 articoli dell'autore Andrea Pastore
Andrea Pastore 30/09/2021 0
Crioconservazione: 377 persone sono congelate nella speranza di vivere nel Futuro
Esiste un modo per allungarsi la vita? Stando a quanto riporta il sito della KrioRus, l’unica speranza di vita per l’uomo che sta per morire è la Crionica, ovvero una tecnica di congelamento del corpo che permette la sua conservazione fino a un futuro in cui, si spera, la scienza avrà fatto progressi tali da riuscire a risvegliare il defunto e sostituire le sue cellule malate con cellule sane.
Sul sito si consiglia di mettersi in lista per la crioconservazione quando il paziente è ancora in uno stato di buona salute perché è fondamentale, al momento della morte, che non si perda tempo prezioso a informare familiari della soluzione scelta dall’ormai defunto parente e che tutti i passaggi burocratici fino al trasporto dall’obitorio vengano eseguiti nella maniera più rapida possibile.
Questo perché solo con un tempestivo procedimento è possibile assicurare un’ottimale conservazione delle cellule.
Il contratto può prevedere la crioconsevazione dell’intero corpo o anche soltanto della testa e del cervello.
Dal momento che la personalità e i tratti caratteriali di ciascuno di noi dipendono dal cervello, è sufficiente conservare anche soltanto quest’ultimo cosicché in futuro sarà possibile creare un nuovo corpo sano che possa ospitarlo, soprattutto in considerazione del fatto, ribadisce l’azienda, che la ricerca medico-scientifica si sta muovendo in modo massiccio nell’ambito dell’utilizzo in questo senso delle cellule staminali.
Ovviamente questo tipo di servizio ha un costo minore – 12.000 dollari – rispetto al congelamento dell’intero corpo, mentre se si è legati a una visione più tradizionale della conservazione del corpo intero l’azienda suggerisce di chiedere il servizio completo, che costa 36.000 dollari.
Il procedimento per essere crioconservati comincia non appena il cuore smette di battere. Prima di tutto il sangue viene rimpiazzato con una sostanza che impedisce il congelamento dell’acqua all’interno delle cellule, dopodiché il corpo, a testa in giù, viene immerso nell’azoto liquido all’interno di speciali cisterne.
Oltre alla KrioRus, in Russia, esistono altri due centri che offrono il servizio di crioconservazione umana: il Cryonics Institute e l’Alcor, entrambi negli Stati Uniti. Questi ultimi hanno costi maggiori rispetto a quelli del centro russo e la conservazione dell’intero corpo arriva a costare anche 200.000 dollari.
In ogni caso, in tutto il mondo sono presenti agenzie che offrono i servizi di trasporto verso il centro con il quale si è stipulato il contratto.
Oggi nel mondo si contano circa quattrocento persone conservate nell’azoto liquido e altre duemila che hanno già stipulato un contratto di crioconservazione, tra questi ultimi sono presenti almeno otto italiani.
La prima persona al mondo a essere stata crioconservata, nel gennaio del 1967, è James Bedford, un professore di psicologia dell’Università della California. Nel 1991 il suo corpo è stato trasferito in un contenitore più moderno e con l’occasione si è potuto constatare il suo perfetto stato di conservazione.
Il primo italiano a farsi congelare nell’azoto liquido in attesa di una futura resurrezione è stato, nel 2012, A. Fuscetti, un imprenditore di Cassino deceduto a causa di un infarto.
Il servizio di crioconservazione è disponibile anche per gli animali domestici e nelle cisterne della KrioRus attualmente sono conservati, oltre a 74 persone, anche sette cani, sei gatti, tre uccelli e un cincillà.
E’ curioso riportare un caso, tutto italiano. Il signor Giuseppe Gobbi aveva pagato il servizio completo per la conservazione, pari a 33 mila euro. Quando morì, nel 2017, venne sepolto nel cimitero della città natale, a Imperia, e solo dopo 8 mesi è stato portato in Russia per la crioconservazione. La società assicurò che non ci sarebbero stati problemi futuri per la “resurrezione".
fonte: https://www.youtube.com/watch?v=cl2BuF40OrY
Andrea Pastore 13/06/2021 0
La Tanatoprassi nei trasporti delle salme in Italia e all’estero
Il problema del trasporto sicuro delle salme sia che avvenga all'interno della stessa Regione o tra luoghi diversi, per esempio da una regione ad un’altra, o da uno Stato ad un altro è oggetto di particolare attenzione perché se non eseguito correttamente può comportare notevoli disagi e rischi per gli operatori e per tutti gli addetti al trasporto.
Per i trasporti internazionali delle salme diversi Consolati e sempre piu compagnie aeree pretendono che tutti i trasporti di cadaveri devono garantire la massima garanzia sotto il profilo igienico sanitario e richiedono che venga eseguita una cura di conservazione sull’intero corpo del defunto, il tutto dovrà essere accompagnato dai relativi documenti che vanno riposti in una busta impermeabile di plastica che va collocata all'interno del sacco che avvolge la cassa.
Oggi l’unico trattamento conservativo, specificamente contemplato dall’attuale Regolamento di polizia mortuaria è l’iniezione nell’addome del cadavere di 500 c.c. di formalina, ma in prospettiva dell’attesa riforma che introdurrà, anche in Italia, nuovi interventi di conservazione come la tanatoprassi che già oggi viene praticata ottenendo regolari autorizzazioni dalle Autorità Sanitarie Territoriali dai tanatoprattori dell’I.N.I.T. Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi in tutto il territorio nazionale si stanno garantendo trasporti nazionale ed internazionali nel totale rispetto delle norme igienico sanitarie.
Riguardo la formalina un vasto fronte, composto da esperti ed addetti ai lavori, si mostra apertamente contro l’uso della formaldeide per i trattamenti conservativi disposti dai regolamenti sanitari, soprattutto riguardo la salvaguardia degli operatori che si occupano della conservazione ma anche gli addetti al trasporto delle salme.
Guardiamo la normativa in questione, prima affrontare l’argomento in questione.
L’art. 32 del vigente regolamento di polizia mortuaria prescrive alcuni comportamenti igienici, da osservarsi nel trasporto dei cadaveri.
Nei mesi primaverili o estivi, infatti, sino ai primi giorni dell’autunno, quando il rischio di giornate calde è ancora presente, per le salme destinate al trasporto da comune ad altro comune, oppure in partenza verso l’estero o, ancora, provenienti da un paese straniero, le norme nazionali di polizia mortuaria impongono di praticare sul cadavere l’iniezione antiputrefattiva , che altro non è che l’introduzione nelle cavità addominali di 500 c.c. di formalina, dopo che sia trascorso il periodo d’osservazione e non vi sia più dubbio alcuno sull’accertamento di morte effettiva (Art. 8 DPR n. 285/1990).
Tale trattamento antiputrefattivo sarà eseguito anche in caso la destinazione finale del feretro sia raggiunta dopo 24 ore di tempo, oppure quando siano già trascorse 48 ore dal decesso, prima del trasferimento dello stesso nel cimitero.
E’utile far notare che l’iniezione antiputrefattiva iniettata solo nell’addome agisce solo in quella parte e tutto il resto del corpo prosegue la sua fisiologica decomposizione. Da notare che nel regolamento: l’articolo 30, dedicato interamente alle modalità in cui il trasporto funebre debba esser svolto precisa, come la doppia cassa (cofano di legno con vasca zincata, chiusa con saldatura a tenuta stagna per il trasporto da comune a comune sia da ritenersi obbligatoria solo per i tragitti che superino i 100 Kilometri.
Nell’ipotesi di un trasporto funebre che si svolga, in un giorno di caldo estivo, verso una meta, distante meno di 100 kilometri, il rivestimento zincato della cassa non sarebbe dunque necessario ed i gas della decomposizione, accellerata dalle alte temperature, verrebbero contrastati solo dall’azione di una cura di conservazione dell’intero corpo ossia una cura di tanatoprassi..
Chiediamoci quale potrebbe esser la conseguenza se le cure di conservazione delle salme non venissero praticate.
Una regola assai conosciuta in ambito medico-legale istituisce una precisa relazione tra ambiente esterno e processi degenerativi della materia organica.
Secondo quest’equazione l’esposizione di un cadavere agli agenti atmosferici, in una sola ora d’estate, corrisponde all’abbandono dello stesso all’aggressione ossidativa dell’aria e dei suoi batteri nell’arco di un’intera settimana in inverno.
Non è quindi sbagliato immaginare che, nel tempo necessario a percorrere i 100 Km scarsi fissati dalla legge, potrebbe già essere iniziata la fase della decomposizione cadaverica enfisematosa, con la conseguente produzione di una notevole quantità di gas e liquidi.
Quando venisse a mancare la cura di tanatoprassi nei trasporti oltre i 100 km i processi putrefattivi potrebbero soprattutto d’estate compromettere la ermeticità, che la lamiera zincata, per definizione impermeabile a liquidi e gas, potrebbe garantire, i nauseabondi composti liquidi e gas, sprigionati dal cadavere, sarebbero completamente liberi di fuoriuscire dalla cassa e diffondersi nell’ambiente circostante con grave pregiudizio per l’incolumità stessa degli addetti ai lavori e per i dolenti.
Sulla base di queste informazioni, da più parti nel mondo sanitario, si auspica il divieto di praticare l’iniezione antiputrefattiva classica, proprio perché le cure di tanatoprassi, sarebbero in grado di risolvere il problema e arrestare per diverso tempo i processi putrefattivi della salma, assicurando condizioni di massima igiene durante il trasporto della salma , la veglia funebre e la celebrazione delle esequie.
Riguardo all’uso del prodotto da utilizzare la formalina è ormai bandita da molti paesi nel mondo per la sua tossicità e pericolosità sia per gli operatori che per le famiglie e l’ambiente. In tutti i trattamenti rivolti alla conservazione della salma oggi gli operatori del settore cercano nuovi prodotti per sostituire la formalina e lavorare senza rischi per la salute.
Oggi in Italia grazie al brevetto Europeo Fluytan (www.fluytan.it) un affidabile fluido di conservazione, gli operatori del settore riescono a garantire conservazioni delle salme per i trasporti internazionali anche per oltre 60 giorni. Sono numerose le testimonianze di interventi eseguiti con il Fluytan con risultati a dir poco fenomenali. Eppure nei paesi anglosassoni ed anche in Francia, dove risiedono le più prestigiose scuole di tanatoprassi, gli addetti ai lavori di questa disciplina continuano a consigliare l’uso di una soluzione, anche se molto annacquata, di formalina da iniettare nei vasi sanguigni dei cadaveri .
In occasione di trasporto salma internazionale la cura di tanatoprassi potrebbe esser ingiunta, in quanto diversi stati (il Canada, Australia, Inghilterra, e altri) per accogliere il rimpatrio di un cadavere pretendono che lo stesso sia stato sottoposto ad attenti trattamenti conservativi.
Proviamo ad immaginare un’ipotesi molto realistica..
Nel mese di luglio, con temperature oltre i 30 gradi centigradi, un’impresa è incaricata di un trasporto funebre di notevole distanza, anche se rimane, in ogni caso, entro i confini nazionali.
Se sulla salma non viene eseguita una corretta cura di tanatoprassi o, per motivi ideologici, o semplicemente economici, la famiglia non la richiede, gli addetti al trasporto dovranno rassegnarsi alla poco piacevole idea di viaggiare magari per un’intera giornata, in compagnia di un feretro, già, dopo poche ore dal suo confezionamento, fradicio di liquami e rigonfio di maleodoranti vapori cadaverici se il viaggio e su terra. Al contrario se il viaggio e via aereo sorgono molti dubbi sul fatto che quella salma sia accettata a bordo.
Si deve poi valutare il rischio, sempre presente, nonostante l’azione della valvola depuratrice, di un’improvvisa rottura della lamiera zincata con relativa perdita di liquidi organici fuori della vasca metallica cosa che accade molto frequentemente nel periodo estivo.
Inoltre se lo zinco è a diretto contato con la salma e non sono stati applicati materassini assorbenti o polveri super-assorbenti occorrono anche reggette oppure, in alternativa, altro sistema idoneo a neutralizzare i gas e i liquidi causati dalla decomposizione.
Con la pratica della tanatoprassi i trasporti nazionali e internazionali delle salme sono garantiti sotto ogni profilo igienico sanitario eliminando tutti i processi di decomposizione per più settimane.
Andrea Pastore 17/09/2020 0
Bentornato! Riparte oggi «TanMagazine»
Festeggiamo l'avvio della sedicesima edizione del progetto TanMagazine con un bellissimo articolo di Andrea Fantozzi, direttore dell’I.N.I.T., nonché autore del libro di formazione per il tanatoprattore, presto in pubblicazione.
«TanMagazine» riparte:
il bruco è diventato farfalla.
ARRIVA IL NUOVO TANMAGAZINE
TanMagazine tanatoprassi & Informazione per le Case Funerarie
Cari amici e lettori, «TanMagazine» riparte finalmente, dopo le iniziali difficoltà riscontrate dal nostro progetto editoriale relativamente alla versione cartacea, nella quale purtroppo il sistema distributivo si è rivelato inadeguato al fine di consentire la necessaria sostenibilità per una nuova rivista di nicchia di un piccolo editore.
Sono economie, queste, che non permettono alle nuove iniziative di decollare: si pensi al fatto che, ad esempio, per raggiungere tutte le ASL e le imprese funebri italiane, sarebbe necessario stampare oltre 10 mila copie, con tutti i costi fissi – stampa, distribuzione e resi – che ciò comporterebbe.
Tuttavia, convinti della qualità del nostro prodotto e sicuri della necessità di diffonderne i contenuti, in linea con la nuova prospettiva funeraria italiana, - che via via si sta delineando - , non ci siamo certamente arresi e, dopo un lungo periodo di lavoro e di impegno, abbiamo rivisto e ripensato completamente - insieme agli amici di I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi) e di Assotan (Associazione Italiana Tanatoprassi) - la rivista, prevedendo un formato digitale interattivo e una distribuzione gratuita, attraverso una vasta rete di contatti sul Web.
Essa infatti ci permetterà di raggiungere tutte le ASL (Aziende Sanitarie Locali) e tutte le Case Funerarie e le tradizionali imprese funebri, per mezzo di una aggiornata e interessante newsletter; inoltre il nostro sito e i nostri social networks saranno a disposizione di tutta la cittadinanza e ciò permetterà una capillare informazione, per coloro che desiderano saperne di più sul tema della tanatoprassi. Non solo, in «TanMagazine» si parlerà anche di case funerarie e tratteremo ovviamente anche la legislazione del settore.
E' da sottolineare che il passaggio dal cartaceo al digitale non è sicuramente stato facile, in quanto si è resa necessaria una cessione della testata dalla precedente editrice F.M. di Maurizia Fantozzi, - che pur ringraziando per la fiducia iniziale, non si è purtroppo, successivamente, mostrata interessata a questa nuova sfida sul Web - , alla ASSOTAN e all’ I.N.I.T. - le quali, invece, hanno fortemente creduto nell’ enorme potenzialità di questa conversione.
Inoltre, abbiamo dovuto far fronte ad un lungo iter burocratico, per la concessione delle autorizzazioni necessarie, nonché ad un importante adeguamento tecnico della rivista al nuovo formato digitale interattivo.
Dopo lunghi mesi, siamo adesso finalmente pronti a ripartire, con un rinnovato entusiasmo e con una grande fiducia nel nostro nuovo progetto, certi delle grandi potenzialità e colmi di ottome aspettative.
Eccovi dunque il sedicesimo numero della rivista « TANMAGAZINE”, la quale, come abbiamo finora ampiamente spiegato, uscirà da ora in poi nel nuovo formato digitale interattivo, sempre con cadenza bimestrale.
Scusandoci dunque per la lunga assenza, siamo convinti che apprezzerete la qualità di questo nuovo progetto editoriale. Un grazie di cuore, infine, a tutti coloro (giornalisti, sponsor, reti associative, grafici, informatici…) i quali non hanno mai smesso di crederci e hanno reso possibile - stando sempre al nostro fianco - ripartire insieme.
Andrea Pastore 17/09/2020 0
Etica della tanatoprassi
Diversi termini sono utilizzati dai direttori delle pompe funebri per designare questo trattamento, come conservazione sanitaria, trattamento igienico, preparazione del cadavere ecc.. Nel far conoscere la Tanatoprassi al grande pubblico, il direttore delle pompe funebri, deve egli stesso essere convinto che essa è efficace e che fa parte di un moderno procedimento funerario. Legalmente, bisogna ottenere il permesso prima di procedere al trattamento, dando come ragioni di impiego le seguenti:
- in primo luogo ciò assicura che non sussistano rischi o paura d’infezione nel contatto con il cadavere;
- in secondo luogo ciò produce, senza mutilazioni, un colore e un’aria naturale sul corpo tali da far pensare ad un essere vivente;
- in terzo luogo ciò arresta le modificazioni dovute alla putrefazione che si presentano come emissioni e scoli da tutti gli orifizi del corpo.
La Tanatoprassi diventerà una pratica usuale in un circondario se la persona responsabile della sua introduzione darà a ciascun caso la cura e l’attenzione necessarie, se sarà all’altezza professionalmente e userà ogni misura igienica raccomandata per ogni articolo, persona o locale utilizzati sia nel trasporto che nella cura del cadavere: ciò è più importante delle costruzioni e delle apparecchiature ultra moderne. E’ importante avere dalla propria parte la classe medica e perciò è bene effettuare incontri con medici ed ufficiali sanitari locali e incoraggiarli a dare sostegno al trattamento. Come già detto in precedenza, il procedimento attuale di tanatoprassi è un metodo di conservazione temporanea e di presentazione del defunto, relativamente semplice in termini di principio, ma che richiede da parte del tanatoprattore delle solide conoscenze sia teoriche che pratiche, senza contare alcune qualità morali indispensabili per esercitare una professione così delicata.Si tratta in realtà di una iniezione intra-arteriosa di un liquido antisettico che disinfetta e conserva, ad una pressione abbastanza forte da farlo mescolare al sangue, la maggiore fonte di decomposizione. Viene praticato un drenaggio venoso di lieve entità, seguito dal drenaggio delle cavità addominali e toraciche, soprattutto in presenza di determinate malattie.
Questi trattamenti vengono completati da una accurata pulizia e sistemazione del cadavere e dalle cure al viso che renderanno così alla famiglia un defunto "tranquillo e tranquillizzante", una immagine serena che rimarrà per molto tempo nei loro ricordi. È forse necessario ricordare le orribili smorfie della morte, il rictus dell'agonia, la cianosi dei tessuti che mostra i corpi lividi e accartocciati.Tutti conosciamo la perfetta descrizione di Ippocrate del volto cadaverico, tanto osservato e sempre attuale.Non c'è bisogno di ricordare gli stadi classici iniziali della tanatomorfosi che cominciano con l'immobilità, la rigidità e l'adattamento alla temperatura ambiente; la lividezza che precede le macchie verdi, il rigonfiamento, l'odore e l'evacuazione delle cavità naturali. La descrizione del processo di decomposizione si ferma qui, ma tutti gli specialisti sanno benissimo fin dove può arrivare la putrefazione! Tutti questi esempi ci dimostrano qual è il contributo della tanatoprassi in particolare. Di seguito vengono riportate delle immagini dove possiamo osservare un corpo prima del trattamento e verificare il buon risultato su di esso di un trattamento di Tanatoprassi
Al contrario di altre professioni, il comportamento individuale del Tanatoprattore è considerato indice di comportamento dell’intera categoria e quindi occorre essere molto prudenti ai fini di una pubblicità negativa.