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Chiara Ricciarelli 16/01/2023 0

Riconoscimento giuridico della Tanatoprassi a che punto siamo?

Eppur qualcosa si muove. Nel corso della scorsa legislatura, la Commissione permanente Igiene eSanità ha esaminato congiuntamente tre diversiDisegni diLegge concernenti i servizi funebri adottando, durante l’ Iter, un testo unificato. Nello scorso 18 dicembre,si è arrivati alla presentazione del Fascicolo Iter DDL S. 963, Disciplina delle attività funerarie, nel tentativo di definire una normativa puntuale e cogente.Esaminiamo nel dettaglio le novità, anche per il tema “Tanatoprassi”.

 

   Da tempo,ed è un dato di fatto,il settore funerario è in profonda crisi e necessita di un radicale cambiamento.

 

  Abbiamo già spesso fatto notare quanto sia decisamente necessario garantire un' organica sistemazione alla materia del settore funerario, i cui servizi intervengono nei momenti più dolorosi e difficili della vita e devono essere garantiti come efficienti, trasparenti ed adeguati all'evolversi della odierna società.

 

           Il primo problema riguarda sicuramente il quadro normativo, caratterizzatonon soloda normestatalisuperate e inadeguate(Testo Unico,decisamente vetusto;regolamento di polizia mortuaria del 1990 e legge statale, datata 2001, recante le disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri) ma anche da normeregionalieprovvedimenti comunalispesso difformi tra loro.

 

 L’ esigenza di armonizzazione è quanto mai un’ impellente necessità, a livello sia nazionale che regionale: bisogna uniformare la legislazione frammentaria, relativa alle norme fondamentali circa il settore funerario, semplificare e riorganizzare.

 

          Anche se va detto che tali condizioni, sicuramente hanno portato, nel tempo, alla nascita di alcuni complessi ed articolatiDisegni diLegge(vedesi ad esempio ilFOSCOLOche èancora in corso di Esame in Commissione alla Camera),ad oggi dobbiamo però attestareancorail “niente di fatto”.

 

     Esiste fortemente non soltantola necessità di definire in modo chiaro le competenze spettanti ai vari soggettie di determinareun quadro normativo omogeneovalidosu tutto il territorio nazionale, ma anche quella di stabilire un sistema di controlli le cui finalità principali devono essere trasparenza, legalità ed efficienza, decisamente mancanti negli ultimi anni, nei quali è proliferato, invece, il malcostume incontrollato.

 

          Una vera e propria piaga.Un crescendo di reati, abusi diffusi, compravendita di informazioni sui decessi nelle strutture sanitarie evarieillegalità,ai danni del defunto e dei parenti,da partedeglioperatori sanitari odellepompe funebri.

 

      Tantissimi poi icasi di gestione funeraria da parte di associazioni criminali e infiltrazioni mafiosenel settore, per non parlare dell’evasione fiscale edellaprogressiva difficoltà finanziariadi alcuni particolari comuni a gestire i servizi funebri.

 

     Infine, ilterzo ma non ultimoproblema del settore funebre:il riconoscimento giuridico dell’ attività della Tanatoprassi, perilquale ci battiamo da anni!

 

      LaTanatoprassi è, oggi più che mai, una disciplina cheha estrema necessità di un riconoscimento, non solo perché si configura come necessaria attività, in una società odierna, dal punto di vista sociale, sanitario e civile, per la ridefinizione del rito funebre e per dargli la dignità che merita, ma anche, dal lato pratico, perché c’è l’ esigenzache l’operatore siaautorizzato in maniera formale da un' autoritàsanitaria e da istituzioni che ne riconoscano, definitivamente, la legittimità.

 

    La tanatoprassi, insomma, è un’attività che deveessere svolta secondo le dovute autorizzazioni e previsioni normative, garantendo i necessari requisiti di professionalità e di affidabilità per la disciplina, nel pieno rispetto degli standard sanitari, attraverso metodologie e strumenti innovativi.Un’ attività svolta da operatori professionali preparati, competenti sulla quale sono impellenti i necessari controlli.

 

 

  Eppure, in questo contesto,qualcosa, recentemente, si muove.

 

            Nel corso della scorsa legislatura,infatti,la Commissione permanente Igiene eSanità ha esaminato congiuntamente tre diversiDisegni diLeggeconcernenti i servizi funebriadottando,durante l’ Iter, un testo unificato, risultato di un accurato lavoro di sintesi. Nello scorso 18 dicembre, quindi, si è arrivati alla presentazione del Fascicolo IterDDL S. 963, Disciplina delle attività funerarie, nel tentativo di definire una normativapuntuale e cogente.

 

  Un nuovo sistema di regole strutturaleche possa definire, finalmente, una riforma organica e complessa del settore, anche in considerazione del fatto che, pur essendo un dato di fatto che i servizi necroscopici e cimiteriali rientrino tra le funzioni fondamentali dei comuni, la confusione che regna in questo settore è decisamente tanta.

 

Esaminiamone velocemente i punti.

 

•                 Per quanto ci riguarda più da vicino, il Disegno di Legge definiscele sale del commiato, precisa i requisitiminimi strutturali per leCaseFunerarie(di cuiè vietata la presenza nelle strutture sanitariedi quellegestite da imprese funebri), e punto fondamentale, introduce formalmente nell'ordinamentomortuario italiano la possibilità di effettuare la pratica della Tanatoprassi, intesaappuntocome tutto quell’ insieme di tecniche sul corpo del defunto che ne consentono una esposizione più dignitosa, in termini sia di igiene che di presentabilità.Conl’ entrata in vigore della legge eprevia definizione dei requisiti minimi per la disciplina, siautorizzaquindi e definitivamentel’ operato dei Tanatoprattori.

 

 Ma le tematiche toccate sono davvero tante, e a 360 gradi.

 

•       IlDisegno di Legge punta a definire, una volta per tutte econ chiarezza,i compiti e le funzioni degli enti locali, delle aziende sanitarie locali (ASL), delle regioni e dello Stato, demandando ad appositi regolamenti le disposizioni attuative della legge per le materie rientranti nella competenza esclusiva statale, al finedigarantire un omogeneo esercizio delle attività e superare l'attuale frammentazione delle disposizioni regionali e locali.

 

•     Viene stabilito chele attività funebri sono attività economiche da svolgere secondo liberi principi di concorrenza nel mercato, masemprenel pieno rispetto della dignità e del diritto di ogni individuo di scegliere liberamentecirca la propria persona: ideali e valori, questi, che rappresentano il cardine del documento.

 

•Per operare, l'impresa funebre deve possedere una sede adeguata, il titolo ad esercitare la vendita di beni in sede fissa, la previsione della figura del direttore tecnico dell'impresa  e la disponibilità di un numero di dipendentiidoneo, con specifici requisiti qualitativi e di competenza professionale. I noltre, icentri di servizio funebre possono operare a supporto delle imprese funebri, mediante la stipula di formali contratti di appalto di servizi. 

 

•     IlDisegno diLegge introduce poi una sorta di transitorietà, per cui i soggetti che, alla data di entrata in vigore della legge, sono titolari di autorizzazioni all'esercizio delle attività funerarie possano continuare ad esercitare lestesseattività fino al termine massimo di due anni dalla medesima data.

 

•  In materia di trasporto funebre, invece, sono definiti in modo più puntale gliadempimenti, conferendo poteri dispositivi immediatamente efficaci all'autorità sanitaria intervenuta dopo il decesso.

 

  Parliamo quindi di principi importanti, come equità e rispetto della dignità dei defunti e delle loro famiglie.E ancora, trasparenza, legalità, controllo.

 

•    Dal divieto di pubblicità e di procacciamento di funerali all'interno di strutture sanitarie, obitori, locali di osservazione delle salme, cimiterifinoal tema dei costi, chedevono essere definiti secondo criteri di chiarezza commerciale e di comparabilità, con l'indicazione analitica delle prestazioni minime di beni e di servizi da prevedere in preventivo e fatturazione.

 

•        Dalla necessitàdelleattività di vigilanza e di controllo sui servizifunebri,da parte dicomuni eASL,allesanzioni per l'inosservanza delle disposizioni.

 

•     Dalpiano regolatore cimiteriale territoriale, che deve essere adottato dacittà metropolitane e enti di area vasta, entro un anno dalladata di entrata in vigore della legge,al fine diprevedere specifiche indicazioni concernenti le funzioni e le attività dei comuni compresi nel rispettivo territorio; alla definizione delle modalità di affidamento del servizio di illuminazione votiva, di competenza dei comuni, le cui concessioni in essere alla data di entrata in vigore della legge, debbano cessare alla data di scadenza indicata nel contratto senza possibilità di proroga.

 

•  Dall’ introduzione di forme assicurative in ambito funebre ecimiteriale per permettere alle famiglie di scegliere indipendentemente dalle urgenze e dai condizionamenti che scaturiscono nell'immediatezza della perdita, all’ opportunità per i soggetti stipulanti di poter decidere anticipatamente alla propria morte circa esequie e mantenimento della sepoltura.

 

•             Infine, dal punto di vistadeltrattamento fiscale delle spese funebri e cimiteriali, incoerenza con altri stati UE,il Disegno di Legge introduce diverse novità:supera l'attuale esenzione per alcuniservizi, che vengono assoggettati ad IVA ad aliquota ridotta; eleva la sogliadeducibilità delle spese ricomprendendo anche le opere edili e lapidee cimiteriali,nonché la relativa accessoristica funebre; prevedeparticolari agevolazioni fiscali per facilitare la diffusione della previdenza funebre e cimiteriale; incentivainfinele spese di mantenimento e di recupero dei sepolcri e delle tombe antiche, che rappresentano certamente un patrimonio artistico e storico, oggi in una situazione di quasi totaleabbandono.

 

   In conclusione,noi di Tanmagazine attendiamogli sviluppi dell’ Iter con trepidante attesa, sicuri che l’ ordinamento funebre possa definitivamente avere la disciplina che meritae che la Tanatoprassi venga formalmente riconosciuta dall’ ordinamento mortuario del nostro paese!

 

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Chiara Ricciarelli 14/12/2022 0

Fluytan conservante e fissativo innovativo nel settore cimiteriale funerario sanitario

Mentre nei cimiteri il problema della fuoriuscita di liquami cadaverici dalle

tombe o dai fornetti è una questione all’ ordine del giorno, nel settore delle

imprese funebri, il bisogno di trattare una salma per preservarla,

conservandola il più a lungo possibile, è una stringente necessità.

Fluytan è la soluzione a entrambe queste esigenze, nelle sue versioni

commerciale e professionale! Potente rivoluzione nel settore, è l’ alternativa

alla formalina che permette di conservare il cadavere a lungo senza ulteriori

trattamenti.

Nel settore cimiteriale e nel settore funebre, la necessità di conservazione dei cadaveri è

quanto mai un’ urgente necessità.

E questo perché, innanzitutto, nei cimiteri il problema della fuoriuscita di liquami

cadaverici dalle tombe o dai fornetti è una questione all’ ordine del giorno (seppur poco

se ne parli).

Ma anche perché, nel settore funerario, sia con la diffusione del fenomeno delle Case

Funerarie, che all’ interno delle stesse imprese funebri, il bisogno di trattare una salma

per preservarla, conservandola il più a lungo possibile prima che il processo di

decomposizione faccia il suo – inevitabile – corso, non si rifà soltanto a criteri di ordine

igienico - sanitario, ma anche di presentabilità

In un’ottica fiduciosa verso il riconoscimento anche a livello giuridico delle tecniche di

Tanatoprassi, non possiamo ad ogni modo non constatare che una salma non trattata

non può essere adeguatamente presentabile.

Come conservare il cadavere a lungo? Come contrastare la proliferazione di batteri e

funghi, senza che compaiano subito i segni di decomposizione in assenza di sistemi o

ambienti di refrigerazione? Come mantenerne l’ igiene, attenuarne le lividità, ridare una

certa elasticità alla pelle, per “offrire” al cadavere un aspetto quanto più naturale

possibile?

Fluytan è la risposta a tutti questi quesiti!

Si tratta di un fissativo innovativo utilizzabile nel settore cimiteriale e funerario, ma utile

anche a livello “domestico”. Concepito, brevettato da Italtan nelle sue varianti, per

essere utilizzato in Case Funerarie, ospedali e domicili e per sostituire la formalina:

sostanza utilizzata ancora adesso largamente, ma molto tossica, irritante,

potenzialmente cancerogena, e, cosa non di poco conto, dotata di una scarsa efficacia

d’ impiego nel tempo.

Ma quali sono i vantaggi di Fluytan? Tramite svariate sue possibili applicazioni (sopra

cutanea, sotto cutanea, vascolare ecc.) agisce rapidamente, è efficace a lungo e non è

tossico per gli occhi, la pelle e il tratto respiratorio.

Inoltre, è in grado di mantenere e preservare il cadavere, facendo sì che non sia

necessario, successivamente, nessun altro metodo di conservazione e consentendone il

successivo eventuale ulteriore trattamento.

Per comprendere meglio nel dettaglio le caratteristiche del prodotto, dobbiamo

distinguere fra la versione commerciale e la versione professionale, o ad uso esclusivo

 

del Tanatoprattore. Nella prima rientrano Fluytan Topic e Fluytan Neutral, per la seconda

versione, invece parliamo del Fluytan Professional.

 

Fluytan Topic

 

Fluytan Topic è un conservante ad ampio spettro d’azione, ad applicazione topica,

utilizzabile da tutti. Ciò significa che può essere usato sia in ambito domestico, che negli

ospedali, che da parte degli operatori di Tanatoprassi.

Il prodotto migliora e semplifica le operazioni di preparazione del cadavere per la sua

esposizione. La sua applicazione è molto semplice, potendosi realizzare anche all’

interno dell’ abitazione del defunto in presenza dei familiari.

E tutto questo, senza la necessità di nessun altro tipo di mezzo ausiliario, in quanto a

differenza della versione Professional, non ha bisogno di nessuna “formazione

specifica”per essere applicato.

Come si utilizza? Per nebulizzazione (o per applicazione tramite una spugna) su tutto il

corpo e, laddove necessario, sul viso. Poi, spesso, si esegue un massaggio, per favorire

la penetrazione nell’ epidermide. E i risultati?

• Scomparsa del “Rictus Cadaverico”, o la prevenzione della sua comparsa, a

seconda delle tempistiche con cui il prodotto viene applicato.

• Eliminazione dei segni delle ipostasi, in particolare in seguito ad un’applicazione

ripetuta del prodotto.

• Neutralizzazione della flora batterica aerobica, data la sua ampia efficacia contro

batteri e funghi.

• Eliminazione dei cattivi odori causati dalla decomposizione cadaverica.

• Conseguente conservazione del cadavere, per almeno un periodo di un paio di

giorni, senza l’ausilio di sistemi o ambienti refrigeranti.

 

Inoltre, grazie alle sue azioni battericida, funghicida e virucida consente

all’operatore di lavorare in totale sicurezza.

Ad ogni modo, per una conservazione più a lungo, è sempre raccomandato, ad opera

esclusiva di operatori competenti, l’ uso di un prodotto professionale, per via arteriosa o

per cavità, che prolunga la conservazione del corpo anche per 4-5 giorni e oltre.

 

Fluytan Neutral

 

Fluytan Neutral, invece, è un prodotto specifico per il settore cimiteriale, in grado di

risolvere la fuoriuscita di liquidi e cattivi odori dai loculi.

In questo caso, è possibile utilizzare il prodotto a priori, tramite l' applicazione diretta

sulle parti da trattare, ma soprattutto a posteriori, dove il liquido che fuoriesce dalla

tomba cimiteriale può causare un problema non indifferente di odori fortemente

sgradevoli.

Sarà capitato a tutti di sentire notizie di bare del cimitero che scoppiano e vedono la

fuoriuscita di gas e liquami nauseabondi.

 

In verità, poi, si tratta di un problema tipico soprattutto dei fornetti.

Ecco, in queste situazioni, Fluytan Neutral è decisamente risolutivo, laddove gli operatori

funebri o gli addetti competenti possono intervenire nebulizzando con una cannula il

prodotto all’ interno del loculo e annullare la fastidiosa questione.

 

Fluytan Professional

 

Fluytan Professional infine è un prodotto professionale, ad uso esclusivo di coloro che

esercitano la professione della Tanatoprassi. La soluzione più idonea per una corretta e

valida conservazione della salma a 360°.

Si tratta di un prodotto innovativo e altamente funzionale.

• E’ in grado di conservare la salma, per un periodo generalmente equivalente a

quattro giorni e oltre, poiché utilizzato con un’ alta concentrazione di principi attivi.

• Ad uso esclusivo degli operatori competenti tanatoprattori, può essere utilizzato in

Case Funerarie, ma anche in ospedali e domicili.

• Anche il Professional, come la versione commerciale, può essere utilizzato per uso

topico, ma soprattutto per via arteriosa e all’ interno delle cavità del cadavere.

• Paralizzando e arrestando temporaneamente il processo di putrefazione, infatti,

permette di esporre il cadavere a temperatura ambiente, senza dover ricorrere alla

conservazione in ambienti refrigerati. Al termine del tempo ovviamente il processo di

decomposizione ricomincerà, ma lo farà in maniera controllata.

• L’ igiene è massima: anche qui grazie all’ azione battericida, funghicida e virucida

del prodotto, si consente all’operatore di lavorare in totale sicurezza.

• Fluytan Professional è un ottimo conservante che consente di eliminare la lividità

cadaverica totalmente, donando elasticità ai tessuti e conferendogli un aspetto

maggiormente naturale.

 

Ecco perché, per tutte le ragioni che abbiamo elencato, la veglia della salma può essere

garantita a lungo senza fastidiose visioni di trasformazioni cadaveriche sia negli ospedali

che all’ interno delle Case Funerarie.

Ma non solo. Queste caratteristiche rendono il Fluytan particolarmente adatto per

conservare il cadavere senza ulteriori tecniche aggiuntive per un periodo abbastanza

lungo e per trattarlo eventualmente con i trattamenti di Tanatoprassi.

 

Fluytan: conclusioni

 

Alla luce di quanto detto, si rivela quindi la piena efficacia del prodotto. La necessità del

suo utilizzo all’ interno del settore cimiteriale, negli ospedali e nelle Case Funerarie è

quanto mai stringente e noi di Italtan auspichiamo che sopraggiunga spontanea la

richiesta del suo uso, in considerazione degli ampi vantaggi in grado di condurre all’

interno del nostro settore di riferimento!

Atossicità, estrema facilità di utilizzo, igiene e sicurezza, alta efficacia di conservazione

permettono di esporre e conservare il cadavere a lungo, contribuendo a conferirgli un

aspetto quanto più dignitoso.

 

Tutto questo si ricollega alla nostra Tanatoprassi, tecnica all’ avanguardia assolutamente

indispensabile per un’ impresa funebre o una Casa Funeraria!

 

* Fluytan è un prodotto brevettato e distribuito da Italtan SRL. Per conoscere i dettagli e

tutte le informazioni utili, numero verde: 800 136086 (o altri contatti utili)

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Chiara Ricciarelli 03/09/2022 3

Beccamorti o impresari? Il settore delle pompe funebri in Italia fra racket e “professionalità"

Il settore delle pompe funebri in Italia fra racket e “professionalità” In Italia, si sa, il racket dei defunti in ospedale è ancora purtroppo una grossa piaga. Imprese funebri senza scrupoli che si procacciano il lavoro nell’ illegalità e rivendendo a caro prezzo i propri servizi. Il settore? Certamente non ci guadagna: si perpetrano le cattive abitudini, si stagna in aziende decennali che non innovano e non investono. E poi? E poi ci sono gli impresari veri e propri: quelli che fanno questo lavoro con passione, al servizio reale della clientela e soprattutto che vogliono innovare il settore. Come? Puntando sui miglioramenti, sugli investimenti, sulla formazione. Le Case Funerarie sono un fenomeno in crescita: ci auguriamo che

possano (anche attraverso l’ applicazione delle tecniche di Tanatoprassi) invertire questo trend sicuramente deplorevole e dare finalmente lustro ad un settore che non è solo business!!! Le pompe funebri, nella collettività, svolgono indubbiamente un ruolo importante. Ossia, assistere le famiglie alla morte di un proprio caro. E lo dovrebbero fare con passione e con empatia. Quelle, cioè, necessarie per ascoltare i clienti, capire le loro esigenze e tradurre questi bisogni in un rito funebre che sia in grado di dare reale dignità al defunto, onorare la memoria di un proprio caro. Ma è davvero così?

Il settore, si sa, non conosce praticamente crisi. Banalmente, solo solo, perché l’ evento morte è un evento certo per tutti. Ma anche perchè, di fatto, si tratta di un trend in enorme crescita. Se vogliamo parlare di numeri, basti pensare che, dati ISTAT alla mano, in Italia nel corso del 2021 sono morte 709 mila persone, rispetto a una media – tra il 2015 e il 2019 – di

645 mila decessi all’anno (senza contare il 2020, anno della pandemia, in cui la mortalità è stata la più elevata dal Dopoguerra in poi). Il business dei funerali, poi, raggiunge cifre che sfiorano i 3,5 miliardi di euro annui. Insomma, quello che ruota intorno alla morte è senza dubbio uno dei business maggiormente redditizi nel nostro paese! Ma le imprese funebri ad oggi esistenti son davvero degne di portarne alto il nome?

Cimentarsi in un’ impresa funebre non è cosa da tutti: spesso e volentieri si lavora nell’ impresa di famiglia o la si prende in gestione. Le new entry si scontrano inoltre con realtà radicate sul territorio da decenni: il clima è quello di una concorrenza a dir poco spietata. E poi c’è da fare una distinzione importantissima: fra i “beccamorti”, così come ci “piace” chiamarli, e i veri impresari. L’origine della parola “beccamorto”, alquanto spregiativa ma purtroppo efficace, affonda nel Medioevo: beccare, cioè mordere, il morto, laddove, per accertarne senza alcun dubbio il decesso, il medico ne pizzicava l‘alluce del piede.

Ecco i beccamorti sono un po’ questo. E i morti vengono tutt’ oggi “beccati”. Metaforicamente, si intende. Per dirla meglio, i morti vengono “racimolati”, laddove soggetti evidentemente senza scrupoli vanno a procacciarsi il lavoro, poco professionalmente, proprio là dove il terreno è quanto mai fertile. Cioè, negli ospedali. D’ altronde non è certo cosa nascosta come il racket del caro estinto sia ancora diffusissimo all’interno dei nostri nosocomi.

Gli abusi nelle camere mortuarie fanno parte di una reale condizione di illegalità delle imprese funebri del nostro paese (oltre 5 mila aziende). Un giro d’affari davvero enorme! Veri e propri avvoltoi disposti a pagare operatori, infermieri e medici per conoscere in tempo reale i nomi dei defunti, sabotando a mani basse la concorrenza e approfittando dell'angoscia e della confusione dei parenti per proporre servizi a un costo decisamente superiore al prezzo di mercato.

Una situazione che ci auguriamo possa quanto prima finire, appellandoci anche al buon senso delle famiglie di non accettare l’offerta delle agenzie che si presentano, senza nemmeno essere state esplicitamente chiamate.

Eppure, i “beccamorti”, ad oggi, fanno soldi, fanno “business”, se così vogliamo chiamarlo. Un business “malato”. La maggior parte di loro, poi, nemmeno investono, sperperando il proprio denaro in automobili, immobili e bella vita. E poi? E poi ci sono gli impresari veri e propri. Quelli professionali. I veri imprenditori del settore hanno tutt’ altro modus operandi. Non vanno a procacciarsi il lavoro ma lavorano a chiamata. Hanno un personale competente, professionale, attento, pronto ad operare h24. E, soprattutto, investono il proprio denaro per migliorare l’ azienda e la sua immagine, e, conseguentemente, l’ immagine del settore.

Le Case Funerarie sono un fenomeno in crescita: ci auguriamo che possano dare finalmente un taglio a questo racket deplorevole! Si spera che lo facciano con passione, dedizione, con la giusta attenzione ad offrire un servizio professionale ed innovativo, traducendo i bisogni delle famiglie che vi si rivolgono, in un rito funebre in grado di dare reale dignità al defunto. Non solo location accurate, atmosfere di relax, clima sereno, approccio professionale, ma anche pratica e tecnica dunque.

Come l’ uso di quelle di Tanatoprassi, per le quali da sempre ci battiamo. Lo ribadiamo ulteriormente: la Casa Funeraria senza

la Tanatoprassi non ha senso!

La Tanatoprassi è indispensabile per riuscire a sposare bene l’obiettivo ultimo, mirando non solo a conservare il corpo il più a

lungo possibile in condizioni di sicurezza, ma anche a trattarlo in modo da renderlo, esteticamente, il più possibile vicino a

rappresentare un’immagine serena.

Professionalità, competenza, attenzione, passione, tecnica: questi sono i veri impresari!!

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Chiara Ricciarelli 27/07/2022 0

UNA RIVOLUZIONE PER LA CONSERVAZIONE E IL TRATTAMENTO DELLE SALME

Fluytan è un prodotto rivoluzionario, specifico e professionale, per trattare e conservare in igiene

e sicurezza le salme (fino a quattro giorni!), indispensabile per Case Funerarie e imprese funebri.

Non diciamo certo una novità quando affermiamo che lo scopo della Casa Funeraria e dell’ impresa funebre è quello di dare dignità alla morte e rappresentare al meglio le volontà e i desideri delle famiglie e delle persone vicine al defunto.

Questi hanno il diritto di vegliare sulla salma, in un ambiente idoneo e adeguato, in grado di custodirla al meglio, in un’ atmosfera serena, ma soprattutto in sicurezza ed igiene. 

Allo scopo, sicuramente è indispensabile che la visione del caro defunto non sia deturpata, ossia dotata di quella sgradevolezza tipica dei fisiologici processi di trasformazione post mortem (fuoriuscita di liquidi organici, presenza di vapori nauseanti, lividi, ecchimosi sul corpo…).

Siamo tutti d’accordo che una salma non trattata non può essere certamente adeguatamente presentabile, davanti agli occhi delle famiglie e dei cari, per poter conservare un buon ricordo del caro scomparso, ma anche della veglia.

E questo discorso vale sia per le imprese funebri, quanto anche per le Case Funerarie, che, fra l’ altro, ampliano la veglia per diversi giorni.

Ecco che la necessità, soprattutto per queste strutture, di avvalersi dell tecniche all' avanguardia della Tanatoprassi, e nello specifico del rivoluzionario fissativo Fluytan, per dare la migliore dignità alla morte, è, secondo noi, quanto mai stringente.

La domanda ci sorge spontanea. Le strutture delle Case Funerarie e delle imprese funebri sono ad oggi dotate di strumenti adeguati per arrestare il processo esterno di putrefazione della salma? E per fronteggiare opportunamente uno stato avanzato di decomposizione?

Ovviamente no! Ecco che Italtan ha brevettato allo scopo un prodotto rivoluzionario: il Fluytan!!

Alternativa migliore alla formalina (strumento generalmente usato allo scopo, economico sì, ma pieno di effetti indesiderati, come alta tossicità, effetti dannosi sul sistema nervoso e mutageni, irritazioni per pelle e mucose, e non da ultima, breve efficacia d’ impiego nel tempo), il Fluytan è stato concepito per essere utilizzato in Case Funerarie, ospedali e domicili.

Ideale per conservare le salme fino a quattro giorni, e sappiamo bene che con altre alternative questo sarebbe impossibile!

Il Fluytan paralizza il processo di putrefazione, arresta la decomposizione, quanto meno quella aerobica, ed elimina i cattivi odori dei liquidi cadaverici.

Ma non solo! Oltre a conservare bene la salma, ha un’ ottima efficacia anche col sangue, poiché agisce eliminando totalmente la lividità cadaverica e donando grande elasticità ai tessuti, con un semplice utilizzo topico su tutto il corpo o a profusione sul viso.

Trattato in questo modo, il cadavere presenta molteplici aspetti positivi:

1 – è conservato igienicamente, in sicurezza e a lungo (fino a

quattro giorni!) tramite l’ utilizzo di un prodotto funzionale, atossico,

davvero efficace e dotato di estrema facilità di utilizzo.

 

2 - può essere esposto a temperatura ambiente, senza dover

ricorrere alla conservazione in ambienti refrigerati.

3 – presenta un aspetto esteriore che consente di ridargli dignità: i

tessuti sono maggiormente elastici, la lividità e le ecchimosi

spariscono, l’ aspetto estetico è più disteso e sereno (per quanto

possibile!).

E se cadono del sangue o dei liquidi sulle tavole d’acciaio delle strutture preposte, sugli abiti e sulle superfici adibite alla vestizione della salma? Con Fluytan questo non può succedere!

 

Le cure della Tanatoprassi sono quindi indispensabili per un’ impresa funebre o una Casa Funeraria!

Mirando a conservare il corpo il più a lungo possibile in condizioni di sicurezza, ma anche a trattarlo in modo da renderlo, esteticamente, il più possibile vicino a rappresentare un’ immagine serena del defunto, sono tecniche all’ avanguardia assolutamente doverose di utilizzo nel settore!

 

*Fluytan è un prodotto distribuito da Italtan Srl.

Fluytan Topic: ad applicazione topica, utilizzabile da tutti, non ha bisogno di nessuna formazione specifica per il suo uso.

Fluytan Neutral: specifico per il settore cimiteriale, risolve la fuoriuscita di liquidi e cattivi odori dai loculi.

Fluytan Professional: prodotto professionale, ad uso di coloro che esercitano la professione della Tanatoprassi.

 

Per informazioni: tel 800.136.086 o mail italtansrl@gmail.com

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Chiara Ricciarelli 28/06/2022 0

La Tanatoprassi verso il riconoscimento giuridico: lieto fine per tutte le nostre battaglie!

 

Siamo in dirittura d’ arrivo, finalmente, per il riconoscimento giuridico e formale di una professione fondamentale all’ interno del settore funerario: il Tanatoprattore. Iter quasi concluso per l’Atto Camera928 per la regolamentazione del settore funerario, per noi, significa finalmente l’ approdo di tante battaglie svolte nel corso di molteplici anni! L’ ottica? Quella dell’ innovazione e della modernizzazione!

Dal ben lontano 1995, Andrea Fantozzi, con I.N.I.T. Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi, ASSOTAN

Associazione Italiana Tanatoprassi e ITALTAN SRL Società di servizi di Tanatoprassi, si batte per la crescita della consapevolezza, nella cultura e nella società, della pratica della Tanatoprassi, ossia quell’ insieme di attività che riguardano tutte le cure igienico - conservative e ricostruttive della salma, con le quali è possibile ovviare alle problematiche connesse alla decomposizione del corpo dopo la morte.

Una pratica di cui Fantozzi è sempre stato precursore, sostenendone l’ importanza e la stretta necessità, in considerazione dei suoi indiscutibili vantaggi, su una molteplicità di fronti. Dal punto di vista morale, infatti, la Tanatoprassi garantisce il fondamentale valore della dignità, nonché la serenità della veglia, rispondendo al culto dei morti e alla pietas umana. L’ ottica non è solo quella Costituzionale (essendo questi principi sanciti dalla più alta legge normativa), ma anche quella cristiano – cattolica, difendendo entrambe la cura e il rispetto del defunto come innegabili imperativi.

Ma non solo. Sono soprattutto innegabili i benefici dal punto di vista sociale, e nello specifico da quello

igienico-sanitario, ma anche dei trasporti funebri e del comparto cimiteriale stesso. Questo perché con la Tanatoprassi, la salubrità della salma è garantita da un trattamento conservativo innovativo e funzionale, che elimina i problemi della fermentazione e della percolazione dei liquidi cadaverici, offrendo una soluzione ottimale a tutte le difficoltà ivi connesse.

La Tanatoprassi, insomma, è un’attività complessa che interessa aspetti di carattere generale, attinenti alla salute pubblica, alla sanità ed alla pubblica sicurezza. Una tale disciplina non può esimersi dall’ imprescindibile riconoscimento giuridico di una così rilevante specificità, ed insieme, ovviamente, dall’elaborazione, da parte del legislatore, di un vero e proprio status professionale, di colui che esercita la Tanatoprassi, ossia il Tanatoprattore.

Ecco che “Iter in commissione” per l’ Atto Camera 928, in dirittura d’ arrivo, per la regolamentazione del settore, per noi, significa finalmente l’ approdo di tante battaglie svolte nel corso di quasi un trentennio!

Una formalizzazione della disciplina a cui non è più possibile sottrarsi, essendo ad oggi davvero stringente l’adozione di una normativa organica di riforma che possa determinare e stabilire principi generali a livello nazionale (al pari delle più evolute normative europee), uniformando una volta per tutte i disorganici e confusionari interventi legislativi regionali e le molteplici misure regolamentari comunali, che fino ad adesso hanno disciplinato, in modo spesso molto differente tra loro, i servizi di Tanatoprassi nel nostro paese.

Ufficializzazione, quindi, ma anche modernizzazione: in questo modo, dunque, si attribuisce uno status giuridico ad una serie di interventi e modus operandi che rivoluzionerebbero radicalmente il settore. Non solo infatti, l’attività tanatopratica sarebbe svolta secondo le dovute autorizzaziioni e previsioni normative, garantendo i necessari requisiti di professionalità e di affidabilità per la disciplina, nel pieno rispetto degli standard sanitari, ma lo sarebbe anche attraverso metodologie e strumenti innovativi.

Innanzitutto, la garanzia della professionalità dei suoi operatori, a discapito degli innumerevoli corsi “fuffa” proposti finora da organizzazioni di dubbia competenza e serietà. Da ormai diversi anni l'l.N.I.T., in collaborazione con l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, è sostenitore di seri percorsi professionali per formare Tanatoprattori italiani.

Tuttavia, è pienamente cosciente anche del fatto che l’ autorevolozza e la professionalità della figura possono essere garantite solo con il riconoscimento, tramite normativa, di percorsi di studio teorico-pratici, della durata di almeno un anno, che possano rilasciare un titolo, giuridicamente riconosciuto, che autorizzi ad esercitare la professione del Tanatoprattore.

La necessità di una regolamentazione che qualifichi la formazione rilasciando diplomi finalmente riconosciuti dallo Stato è donque imperativa, tutt’ al più se pensiamo che quella del Tanatoprattore è una figura che non può essere paragonata a nessun’altra professione. E di questo, siamo fortemente convinti!

Interlocutore moderno del sistema funerario del domani, in considerazione della vastissima gamma di

competenze di cui egli dispone, il Tanatoprattore deve operare in strutture apposite dotate di equipaggiamento adatto e idoneo alla cura della salma.

Ossia, prevalentemente, nelle imprese funebri, che tutt’ oggi spesso lamentano, peraltro, la mancanza di un professionista che si dedichi a tali operazioni, ma anche nelle Case Funerarie, contribuendo alla necessaria

crescita culturale che il settore sta finalmente sperimentando, con la nascita sempre più frequente di tali strutture sul territorio italiano.

Competenze tecniche, conoscenze del settore, professionalità, trasversalità ma anche materiali innovativi, elaborati e brevettati proprio da ITALTAN SRL. L’ utilizzo, per gli operatori del settore, del Fluytan, un sostituto della formalina non tossico e non cancerogeno, deve infatti essere riconosciuto formalmente, al fine di colmare il vuoto normativo circa la gestione delle varie problematiche derivanti dalla professione, in modo così da garantire la salvaguardia dei lavoratori e dell’ambiente.

Una rivoluzione del settore, insomma, necessaria e sorprendente, a cui non vediamo l’ ora di assistere con il riconoscimento formale di tutto ciò che avevamo, ormai da anni e anni, auspicato!

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Chiara Ricciarelli 11/03/2022 0

I CORSI DI TANATOPRASSI NON SONO UN GIOCO

IN MATERIA DI TANATOPRASSI, FINALMENTE, SONO IN PARTENZA I CORSI PROFESSIONALI RICONOSCIUTI. LA FORMAZIONE NON E' COSA SU CUI POTER SCHERZARE SOPRA: VEDIAMO COME I.N.I.T. HA PENSATO IL PERCORSO QUALIFICANTE PER LA FIGURA DEL TANATOPRATTORE.

 

Via alla formazione professionale e competente per il tanatoprattore! E' proprio a breve che inizieranno le selezioni per il percorso formativo che I.N.I.T. Istituto Nazionale di Tanatoprassi ha voluto portare avanti fermamente.

In attesa dell' approvazione di una legge chiara e precisa in materia, di cui il settore funerario ha immenso bisogno! Sì, perchè in Italia, rispetto ad altri Paesi europei, su questo versante, siamo ancora molto, molto indietro.

 

Per quello che concerne infatti la disciplina delle attività funerarie, della cremazione e della conservazione o dispersione delle ceneri, nel 2017, era stato presentato un Disegno di Legge, il cui iter si era fermato al Senato in corso di esame di commissione.

E anche il successivo DDL FOSCOLO, presentato l' anno seguente, è ancora fermo al vaglio delle Camere!

Noi di Tanmagazine davvero non riusciamo a comprendere come sia possibile che una disciplina così importante non venga riconosciuta anche formalmente.

In molti paesi europei, ad esempio, esiste già una legge sulla Tanatoprassi e sulla figura del tanatoprattore: gli articoli di riferimento sono contenuti nel Codice generale degli enti locali e regionali - Polizia dei funerali e dei luoghi di sepoltura, Cimiteri, siti cinerari e Operazioni funebri.

 

La disposizione disciplina in maniera tutt' altro che lacunosa la materia e l' esperto in merito.

Infatti, i professionisti di Tanatoprassi devono aver conseguito la propria formazione in centri specializzati, riconosciuti ed autorizzati. E il percorso è lungo e complesso.

Si parla di una parte teorica di una durata minima di 150 ore, che prevede fra le altre, materie come: Teoria della cura della conservazione, Anatomia, Medicina legale, Microbiologia, Igiene, Tossicologia, Istologia, Anatomia patologica, Disposizioni funebri, Elementi di gestione.

Ma anche di una formazione, annuale, pratica, e sul campo, in materia di conservazione, della durata minima di 200 ore su 100 cadaveri, impartita da tanatoprattori autorizzati ed integrata da un insegnamento pratico in arte restaurativa della durata minima di 20 ore.

Per finire con un esame finale abilitante all' esercizio della professione, che prevede il superamento di prove teoriche e pratiche, laddove i candidati vengono giudicati da membri illustri del settore, fra i quali, insieme ad un rappresentante del Ministero della Salute, vi sono patologi forensi, docenti di medicina universitaria, tanatoprattori professionisti.

L’I.N.I.T. vuole promuovere, in Italia, una formazione qualificata e altamente professionale e competente nel campo, grazie alla Partnership di I.N.I.T. con l’Università.

Un corso abilitante, ufficiale e professionale (ben diverso dei “corsi truffa” spesso proposti da organismi di incerta rilevanza sull’aspetto tanatopratico) proposto da un Istituto con esperienza pluridecennale nel settore di concerto con un' istituzione importante, quale l' Università.

Un’accurata preparazione teorica e pratica abilitante per preparare un’equipe di professionisti che possano coprire in maniera impeccabile le richieste di cure di Tanatoprassi del nostro paese.

Così, il tanatoprattore, una volta conseguito l' esame abilitante, potrà esercitare in libera professione, ma con l' obiettivo, il nostro, di creare un’ equipe gestita da una struttura di calibro nazionale, associata a I.N.I.T. e ASSOTAN.

Il servizio di Tanatoprassi va garantito infatti con la massima professionalità e continuità, utilizzando le tecniche, i prodotti e le attrezzature idonee.

Il nostro corso, poi, non si limita a formare e immettere nel mercato del lavoro il professionista, ma lo segue anche dopo. Un tanatoprattore non dovrà mai perdere la manualità: la professione, infatti, sarà sotto controllo anche terminata la formazione, grazie al monitoraggio e alla verifica puntuale dell' O.N.T. Ordine Nazionale Tanatoprattori.

Per concludere, quindi, la formazione non è affatto un gioco, ma un assetto multidisciplinare!

Ecco perchè è importante scegliere bene: con il corso di I.N.I.T. in collaborazione con l' Università si è certi di fare l' investimento giusto per diventare un esperto competente ed autorevole nel settore!

Per informazioni o candidature chiamare il Numero Verde 800.136.086

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Chiara Ricciarelli 31/01/2022 0

Case Funerarie: strutture in crescita, ma senza la Tanatoprassi non hanno senso!

 

Boom di Case Funerarie: fenomeno in crescita, soprattutto

nel Nord Italia. Le strutture nascono velocemente, ma,

senza praticare la Tanatoprassi, riescono davvero a

esplicitare l' obiettivo per il quale hanno preso vita? Ossia:

umanizzare e dare dignità alla morte? Come sempre

abbiamo asserito, a nostro avviso, la risposta,

decisamente, è NO!

 

322 è, ad oggi, il numero di Case Funerarie in Italia. Il trend è

infatti molto diffuso nei paesi anglosassoni e in America, ma

adesso è in rapido sviluppo anche nel nostro Paese.

Concentrate nel Nord, soprattutto in Lombardia, le Case

Funerarie stanno prendendo piede in Italia con una crescita

esponenziale: parlando in parole povere, si potrebbe dire che

“spuntano come funghi”.

La ragione di quest' incremento è presto detta. Ossia il

cambiamento, anche qui, della concezione del rito funebre.

Infatti, per la veglia del caro defunto scomparso, la Casa

Funeraria, luogo accogliente e idoneo, si configura come un'

alternativa alle mura domestiche - dove la famiglia continuerà a

vivere, conservando un ricordo spiacevole dell' evento.

Ma anche soprattutto alla – peggiore – fredda e sterile sala

mortuaria degli ospedali: luogo davvero poco consono a

garantire i bisogni umani di intimità e riservatezza e a poter

esprimere a pieno emozioni e sentimenti dolorosi legati alla

perdita.

 

Ma la Casa Funeraria senza la pratica della Tanatoprassi è

davvero funzionale? Noi di Tanmagazine abbiamo, da

sempre, asserito di no.

Il concept che è alla base della Casa Funeraria è quello di voler

rappresentare al meglio le volontà, i desideri e i bisogni di

raccoglimento delle famiglie.

I cari familiari, parenti e amici infatti hanno bisogno di tempo per

vegliare sul defunto, ricongiungendosi spiritualmente (sia che

siano credenti che non) col caro scomparso, ricordandolo e

omaggiandolo.

E tutto questo, deve essere fatto in un ambiente idoneo e

adeguato, in grado di custodire e “cullare” fra virgolette la salma

del defunto scomparso, in tutta tranquillità e sicurezza, all'

interno di un' area serena. Un' atmosfera rilassata, tranquilla,

raccolta.

Un momento, insomma, per pregare o per ricordare. Prima dell'

addio definitivo alle spoglie terrene.

 

Ma i cari congiunti hanno il sacrosanto diritto di conservare un

bellissimo ricordo non solo della struttura e dell' area.

A cosa serve avere a disposizione un'area magnifica, comoda,

confortevole, se la visione del caro defunto è deturpata ed

esteticamente sgradevole?

Purtroppo, il decorso fisiologico della salma non ha misteri:

dopo la morte, il corpo subisce naturalmente una veloce

trasformazione, tutt' altro che piacevole.

La fuoriuscita di liquidi organici e la presenza di vapori

nauseanti dal cadavere del congiunto non sono sicuramente

fenomeni ai quali i cari familiari vorrebbero trovarsi davanti.

 

Ma è questa la sorte di una salma, che, se non trattata,

possiamo dire sia ai limiti della decenza e della presentabilità

 

davanti agli occhi delle proprie famiglie e dei propri cari.

E una veglia di questo genere può diventare un buon ricordo?

Come è ovvio rispondere, secondo noi, NO!

Se la Casa Funeraria consente di ampliare la veglia funebre per

più giorni, che almeno questo sia fatto con criterio e al massimo

delle possibilità e potenzialità.

C'è una bella differenza nel presentare una salma non trattata,

piuttosto che invece avere un corpo “curato” con le tecniche all'

avanguardia della Tanatoprassi.

La Tanatoprassi è, infatti, indispensabile per riuscire a sposare

bene l’obiettivo ultimo, della Casa Funeraria, di dare la migliore

dignità alla morte.

La Tanatoprassi, con le cure rivolte alla salma prima delle

esequie - in termini di igiene e di presentazione estetica -, mira

non solo a conservare il corpo il più a lungo possibile in

condizioni di sicurezza, ma anche a trattarlo in modo da

renderlo, esteticamente, il più possibile vicino a rappresentare

un’ immagine serena del defunto.

 

Solo applicando le tecniche di Tanatoprassi, secondo noi, il

trend di crescita del numero di strutture di Case Funerarie in

Italia può avere una connotazione positiva.

Solo così, infatti, queste riescono a raggiungere bene l' obiettivo

e lo scopo per cui prendono vita: umanizzare e ridare dignità

alla morte, alleggerendone il più possibile, anche per chi resta, i

segni della sofferenza.

Quindi: sì a un luogo idoneo di raccoglimento e veglia, ma

anche sì ad una cura della salma meticolosa, professionale e

attenta!

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Chiara Ricciarelli 08/01/2022 10

TANATOPRASSI PER LA PRIMA VOLTA PARTONO I CORSI PROFESSIONALI RICONOSCIUTI

Ci siamo. Dopo tanto tempo, finalmente, la Tanatoprassi avrà il dovuto riconoscimento, almeno nel campo della formazione.

In partenza, infatti, è una formazione riconosciuta, qualificata e altamente professionale e competente nel campo, grazie alla Partnership di I.N.I.T., Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi, con l’Università.

A dirla tutta, è da oltre 15 anni che I.N.I.T. grazie al prezioso sostegno delle Università, mette in campo percorsi formativi in materia.

La tanatoprassi: disciplina che seppur nostro malgrado non è ancora legittimata da una legge, ma che ovviamente, per la sua complessità ed importanza, si sta facendo strada nel nostro Paese, dove si riscontra, su di essa, nuova presa di coscienza e consapevolezza.

Ecco che appunto, Andrea Fantozzi, precursore e innovatore del settore funerario, Presidente e fondatore dell’ I.N.I.T., e di ASSOTAN ha pensato di fare ancora di più: ai 5 corsi sperimentali già svolti precedentemente in questi anni, se ne aggiunge adesso uno nuovo, riconosciuto e abilitante per formare la figura del Tanatoprattore in Italia.

Con questo articolo, possiamo quindi annunciare finalmente che a marzo inizieranno le selezioni per il percorso formativo!

 

Ma perché scegliere il corso abilitante I.N.I.T. per formare la figura del Tanatoprattore?

Le motivazioni sono presto dette. L’ I.N.I.T. tramite questo corso abilitante e riconosciuto vuole formare e immettere nel mondo del lavoro un’equipe di professionisti, per poter coprire le

richieste di cure di Tanatoprassi del nostro paese.

E’ proprio la collaborazione con le istituzioni che fa sì che i nostri percorsi formativi possano essere dotati di ufficialità: i professionisti che ne escono sono qualificati e riconosciuti ufficialmente dalle autorità italiane.

La disciplina abbisogna di un’accurata preparazione teorica e pratica: ben al di là dei “corsi fuffa” spesso proposti da organismi di dubbia rilevanza.

Il programma del corso dell’I.N.I.T., di durata annuale, è stato accuratamente studiato e preparato per garantire un’ analisi in profondità della disciplina, sia a livello pratico che teorico.

Le materie trattate nel nostro corso per fomare professionisti Tanatoprattori sono varie: chimica, anatomia, biologia, concetti di psicologia ecc. Si tratta di 150 ore di teoria e 200 di pratica circa. In particolare, le 200 ore di pratica equivalgono a 2 ore per ogni cadavere da trattare. 100 cadaveri di pratica, 100 esercizi pratici, ossia 100 cure di tanatoprassi da svolgere su casi reali, seguiti da un tanatoprattore specialista, già abilitato.

Tuttavia, niente toglie che le persone più predisposte potrebbero aver bisogno di meno pratica, se a 40 – 50 casi maturano già una buona manualità e competenza.

 

Al termine del corso professionale è previsto, ovviamente, un esame abilitante. Questa formazione consentirà al Tanatoprattore di esercitare, volendo, anche in libera professione,

tuttavia, noi di I.N.I.T. riteniamo fermamente e fortemente che l’ iniziativa più giusta per garantire una più ampia copertura del servizio sia creare un’ equipe gestita da una struttura nazionale, che si occuperà di dare lavoro a tutti quelli che vorranno continuare a operare con noi.

Il “gioco di squadra”, in questo caso, è fondamentale, non solo per poter garantire un servizio con la massima continuità e professionalità di cui necessita; ma l’ affidamento ad un istituto professionale ed esperto in materia consente anche di utilizzare le tecniche idonee, le attrezzature giuste, e i giusti prodotti.

Come, ad esempio, il rivoluzionario Fluytan, nostro brevetto, che consente la risoluzione dei casi anche più complessi, tramite un’ efficacia di impiego e una caratteristica prestazionale non

equiparabili per niente al mondo alla tradizionale formalina.

Una formazione qualificata e riconosciuta dalle autorità, con la garanzia di un ente con una seniority rilevante e inestimabile per il settore! Quindi, se sei interessato alla materia ti invitiamo pertanto a contattarci tramite mail all’ indirizzo formazione@tanatoprassi.it o tramite il nostro Numero Verde 800.136.086.

I requisiti richiesti per frequentare il corso di Tanatoprattore sono un diploma di scuola superiore, ma, soprattutto, una buona predisposizione alla disciplina.

Ci occuperemo personalmente di ricontattarti, come verranno ricontattati tutti quelli che ci hanno già contattato per illustrarti principi, materie e importanza della nostra formazione e per partecipare alla selezione dei corsi per diventare un Tanatoprattore professionista!

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Chiara Ricciarelli 25/07/2021 0

Vado all'Università e Studio Tanatoprassi.

Tanatoprassi: i percorsi formativi dell’ I.N.I.T in collaborazione con l’ Università sono garanzia di professionalità e qualità!

 

La tanatoprassi: materia e arte tanto complessa quanto delicata. E’possibile formare tanatoprattori competenti e specializzati con percorsi riconosciuti dallo Stato Italiano e dalle Istituzioni? Sì, grazie alla preziosa collaborazione fra I.N.I.T., Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi e l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. La conoscenza delle tecniche di tanatoprassi, arte di cura necessaria al trattamento igienico ed estetico delle salme, nel nostro paese, se pur ancora in via di definizione, è senza dubbio per grande parte dovuta all’ opera di Andrea Fantozzi, precursore e innovatore del settore funerario. Presidente e fondatore, nel lontano 1990, dell' A.I.T., Associazione Italiana Tanatoprassi, e dell’ I.N.I.T., Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi, nel 1991, Fantozzi sta continuando a portare avanti, da quegli anni, con determinazione, molteplici iniziative per promuovere la disciplina e per farne capire e comprendere l’ importanza e la necessità, sia a livello istituzionale, che da parte della società civile. Ecco perché, a tal proposito, si è ritenuto che la formazione sia un canale altamente rilevante e propedeutico a tale scopo: formare figure professionali qualificate e distinguersi per esperienza, qualità, competenza dei servizi offerti.

A tal proposito, non a caso, l’ I.N.I.T. ha da sempre previsto una formazione qualificata e professionale, con percorsi non solo fortemente specializzati, ma anche riconosciuti ed accreditati dallo Stato Italiano. Da menzionare infatti la collaborazione decennale con l’ Università degli Studi di Roma Tor Vergata, laddove, a tal proposito, dopo l’ incontro con il Professor Giovanni Arcudi, che ha permesso il riconoscimento della validità dei percorsi formativi nel sistema sanitario nazionale e in quello di medicina legale, all’interno della sede dell’ Università, sono stati istituiti, da parte dell’ I.N.I.T., veri e propri corsi organizzati professionalizzanti. Tutto questo ha consentito che anche il nostro paese, a partire già dal 2013, disponesse dei suoi primi tanatoprattori, formati con i percorsi formativi I.N.I.T. Le iniziative tuttavia, non si sono certo fermate, e i corsi professionalizzanti, in collaborazione con l’ Università, hanno previsto nuove e diverse edizioni, negli anni 2022/2023, a testimonianza che l’ importante sinergia con quest’ istituto specialistico determina per i percorsi I.N.I.T. ufficialità, professionalità e competenza.

Qualità, insomma, che non possono certamente scarseggiare in una disciplina che abbisogna doverosamente di una preparazione professionale accurata sia sul piano teorico che pratico, ben lungi da quei corsi formativi proposti da alcuni Istituti di dubbio credito, o, ancora, dalle Regioni, nei centri di formazione professionale.

Questi sono luoghi dove non si ha, e non si può avere, una reale conoscenza della disciplina, nei quali sono formate, contemporaneamente, figure professionali che nulla c’ entrano col tanatoprattore (vedesi ad esempio l’ idraulico, l’ elettricista, il parrucchiere….). Oggi molti enti formativi, e non, si vogliono mettere sul mercato con il solo scopo di fare “business” nel settore. Magari ottenendo anche finanziamenti dal Fondo Sociale Europeo!

E tutto questo per fare una formazione blanda e inefficiente: ossia, per svolgere percorsi, se così si possono chiamare, di tanatoprassi di pochi giorni, spesso anche costosi, in strutture non accreditate, con una parte teorica carente e una parte pratica insufficiente, promettendo un futuro da tanatoprattore con attestati di dubbia validità.

Ma è davvero oro tutto quel che luccica?! Certamente no. In questo modo, ci ritroviamo solamente sul mercato dei professionisti che così non si possono chiamare... (Ricordiamo che la figura professionale del tanatoprattore è tale soltanto se in possesso di regolare diploma riconosciuto dallo Stato Italiano!!)

 

La figura del tanatoprattore è infatti qualcosa di delicato e complesso. Una figura a tutto tondo che necessita di una preparazione completa e multidisciplinare in quanto la materia tocca una rosa di varie discipline: chimica, anatomia, Medicina legale, psicologia.

 

La Tanatoprassi non è per tutti, è una disciplina estremamente complessa, ed è in

questo contesto, che la partnership con l’ Università degli Studi di Roma Tor Vergata è certamente

sacrosanta per l’ I.N.I.T. per garantire una formazione professionale, specialistica,

qualificata e riconosciuta!

L’obiettivo dell’Istituto è infatti quello di formare e immettere soprattutto all’interno di Case Funerarie e nel mondo del lavoro un’equipe di operatori della tanatoprassi PROFESSIONISTI, qualificati e riconosciuti 

ufficialmente dalle autorità italiane per poter ottemperare alle crescenti richieste, in

materia, nel nostro paese, nonché per diffondere una nuova cultura funeraria in

maniera efficace, scardinando tutta quella “fuffa” formativa che già da troppo

tempo riempie il mercato danneggiando certamente tutto il settore!

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Chiara Ricciarelli 27/05/2021 0

La Tanatoprassi nella tragedia del drammatico incidente in funivia Stresa-Mottarone

La Tanatoprassi nella tragedia del tragico incidente in funivia Stresa-Mottarone.

Dei 14 morti, vittime di quest’ immane tragedia, uno, di nazionalità iraniana, è stato affidato agli operatori dell'I.N.I.T. Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi per la conservazione del corpo, tramite il trattamento di Tanatoprassi, e per il successivo rimpatrio in Iran.

E' di nazionalità iraniana il ragazzo di 23 anni morto lo scorso 23 maggio - data della terribile notizia della tragedia della funivia di Stresa-Mottarone, la cui salma è stata affidata agli operatori dell'I.N.I.T. per la conservazione del corpo, tramite il trattamento di Tanatoprassi, e per il successivo rimpatrio in Iran.

Nell'incidente, che ha recentemente sconvolto tutto il paese sono morte ben 14 persone, tra cui anche Mohammadreza Shahaisavandi, di soli 23anni.

Mohammadreza era residente a Diamante, in Calabria, ma viveva e studiava a Roma. Fatalmente, in quei giorni il ragazzo era andato a trovare la fidanzata a Verbania, anch’ essa calabrese, di Diamante, trasferitasi da poco in loco, dopo aver vinto un concorso come borsista di ricerca al CNR.

Al di là dell’ umana sofferenza che questi eventi trascinano con sé, non possiamo fare a meno di considerare che ancora una volta, in tragedie di simile portata, la Tanatoprassi, intesa come quell'insieme di cure rivolte alla salma prima delle esequie, in termini di igiene, di conservazione e di presentazione estetica, si rivela essenziale! Infatti, in simili situazioni, il corpo, a causa di incidenti, come in questo caso, o malattie, non ha una morte naturale, ma viene certamente sfigurato e snaturalizzato. In analoghe circostanze, la salma si presenta, appunto, se non trattata, ai limiti della presentabilità davanti agli occhi delle proprie famiglie e dei propri cari, contribuendo sicuramente a offrire un’ ultima immagine del proprio congiunto non rispondente al reale, non serena e certamente deturpata.

Tutto questo rende non solo il rito funebre traumatico, ma anche il ricordo del proprio caro congiunto si fa davvero scioccante! Ecco appunto che l’obiettivo della Tanatoprassi, conservando il corpo il più a lungo possibile, in condizioni igieniche e di sicurezza e trattando la salma in modo da renderla, esteticamente, il più possibile vicina a rappresentare un’ immagine serena del defunto, interviene certamente ad umanizzare, per quanto possibile, l’ evento “trapasso”.

La morte si fa ancora più traumatizzante in casi di malattie o di eventi tragici ed imprevedibili come questo! Allora la Tanatopassi ha uno scopo: l’alleviamento dei segni inevitabili della sofferenza, che nel caso di 4 giorni fa è certamente devastante. 14 persone, che quella domenica erano andate insieme a fare una gita sul Mottarone, prendendo quella funivia: l’ impianto di risalita, nel comune piemontese di Stresa, che, salendo fino ad un’ altezza di 1500 metri, collega la celebre cittadina del bellissimo Lago Maggiore con la vetta del Mottarone.

Doveva essere una domenica spensierata, quella. Tanti turisti, sia italiani che stranieri, che con l’ arrivo della bella stagione, desideravano trascorrere una giornata in alta quota. Invece, il tragico epilogo.

Nel punto più alto del percorso di salita, con 15 persone dentro ( e menomale le disposizioni anti Covid ne hanno limitato la capienza piena di 40!), intorno alle 12 del pomeriggio, un cavo cede. Tutt’ un tratto la cabina indietreggia, sbatte su di un pilone e via giù, precipitando disastrosamente nel bosco e trovando fermezza a terra, accartocciata terribilmente. Su 15 persone si salva, miracolosamente, solo un bambino. Un incidente davvero disarmante le cui cause ancora sono da chiarire, anche se sembra che la cabina precipitata, secondo le ultime indagini, presentasse il sistema di emergenza dei freni manomesso.

Un sistema che mostra anomalie, quindi, di cui risponderà chi di dovere. Una tragica omissione che, pur richiamando certamente, ancora una volta, al rigoroso rispetto di qualsiasi norma di sicurezza per ogni condizione che riguarda i trasporti di persone, ha causato, tuttavia, nel frattempo, un dolore all’ Italia tutta, per una tragedia che poteva evitarsi. Le vittime sono famiglie distrutte: due di Varese (una coppia di giovani fidanzati e un papà con mamma e figlio piccolo), due coniugi pugliesi che erano venuti al Nord, trasferendosi a Piacenza, una famiglia di origini israeliane, residente a Pavia, la ragazza di origini calabrese, e il suo fidanzato, il ragazzo iraniano, che appunto è stato affidato alle cure dellaTanatoprassi.

Andrea Fantozzi Presidente dell'I.N.I.T. si augura che, operando la cura di tanatoprassi sulla povera salma, si possa dare un contribuito ad alleviare in parte il dolore immenso della famiglia, restituendo al giovane un aspetto quanto più possibile “naturale” e “sereno”.

Centrale Operativa Servizi Tanatoprassi N° Verde 800.136.086

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Chiara Ricciarelli 17/05/2021 0

Un Centro nazionale di servizi di Igiene Funeraria

 tanatoprattori professionisti di pronto intervento

 

I tanatoprattori professionisti della Italtan a disposizione del sistema funerario per applicare, all’ interno delle case funerarie, delle strutture sanitarie, e nei domicili le utili tecniche di conservazione ed igiene della salma tipiche della Tanatoprassi.

Che importanza assume oggi la figura del tanatoprattore all’ interno del settore funebre italiano? Benchè si sia già fatta sentire, prepotentemente, l'esigenza di uniformare a livellonazionale una legislazione ancora frammentaria relativa alle norme fondamentali sul settore funerario e sulla tanatoprassi, il complesso ed articolato disegno di legge che ne è conseguito è ancora fermo e stagnante all’ esame delle Camere. Ma nella pratica, il discorso è ben altro.

Nella pratica, infatti, il fenomeno delle Case Funerarie, nato nei paesi anglosassoni, ha fatto la sua bella comparsa anche in Italia, diffondendosi a macchia d’olio, soprattutto nel Settentrione e prendendo piede un po’ ovunque: la Casa Funeraria, ambiente accogliente, dove poter dare l’ estremo saluto al caro scomparso, in silenzio, raccoglimento e meditazione, offrendo la possibilità di un vero e proprio luogo di memoria, per creare una nuova concezione del rito funebre, ben lontano dai tradizionali luoghi, come le mura domestiche e i freddi obitori.

Ma sela società moderna ha senza dubbio necessità delle Case Funerarie, che umanizzano e sdogmatizzano lentamente il doloroso evento morte - vissuto ancora, purtroppo, come un tabù -; altrettanto vero è che una Casa Funeraria che si esime dall’ applicazione delle utili tecniche di Tanatoprassi, possiamo quasi dire che venga meno alla sua finalità principale, al suo scopo ultimo.

Ci spieghiamo meglio: noi come Italtan siamo fermamente convinti che il ruolo della disciplina della Tanatoprassi all’ interno di una Casa Funeraria è tutt’ altro che secondario, ma, bensì, essenziale per riuscire a perseguire il fine per il quale, d’ altronde, nasce il concetto di Casa Funeraria stessa, quello di ridare dignità alla morte.

Essenziali e propedeutiche al giusto “funzionamento” di una Casa Funeraria, le tecniche di Tanatoprassi, ossia quell'insieme di cure rivolte alla salma prima delle esequie - in termini di igiene, di conservazione e di presentazione estetica -, svolgono la funzione di preservare il corpo il più a lungo possibile, in condizioni di sicurezza, e di trattare la salma in modo da renderla, esteticamente, il più vicina possibile a rappresentare un’ immagine serena del defunto, laddove, e questo succede sia in casi straordinari che ordinari (pensiamo al deturpamento di un corpo causato da una malattia o da un incidente), nelle ore che seguono immediatamente l’ evento morte, essa subisce naturalmente una - più o meno - repentina trasformazione, con la fuoriuscita di liquidi organici o la presenza di vapori nauseanti, che la rendono, se non trattata, ai limiti della decenza e della presentabilità. Ossia, in altre parole, la Tanatoprassi ha lo scopo di umanizzare l’ evento morte, volendone cancellare o alleggerire (anche agli occhi dei cari, della famiglia o degli amici) i segni inevitabili della sofferenza.

Ecco perché crediamo fermamente che le Case Funerarie, senza la pratica della Tanatoprassi, non svolgono completamente la loro funzione, ossia quella di riportare il povero “caro scomparso” ad essere protagonista”, con grande dignità, dell’ inevitabile ultima fase della propria esistenza.

E noi di Italtan ci battiamo da sempre in questa direzione, non solo augurandoci che le prossime tendenze mutino completamente, in modo radicale e rivoluzionario, il concetto della morte e il relativo rito funebre; ma lo facciamo anche, e soprattutto, tramite azioni concrete, ossia mettendo direttamente i nostri tanatoprattori - professionisti formati con corsi altamente qualificati e riconosciuti, abilitati ad esercitare ed operare la professione -, a disposizione di tutte quelle strutture e Case Funerarie che vogliono contribuire a diffondere questa nuova cultura dell’ evento morte.

I nostri esperti sono a disposizione in tutta Italia, Isole comprese, 24 h su 24, mettendo a servizio la propria competenza e professionalità, ed eseguendo, ovviamente, tutti gli interventi di Tanatoprassi con le regolari e necessarie autorizzazioni sanitarie, il cui ottenimento ed ottemperanza è curato direttamente da Italtan.

 

Per avere ulteriori informazioni sull’ essenziale ruolo del Tanatoprattore all’ interno di una Casa Funeraria, oppure per richiedere l’ intervento di un nostro professionista in struttura, contattaci con le seguenti modalità: 

Mail   italtansrl@gmail.com

N. verde  800.136.086 / cell 392.18.18.118

Wathsapp  366.433.4454

 

 

 

 

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Chiara Ricciarelli 26/03/2021 0

Niente Case Funerarie nei pressi di un Ospedale!! le autorità “Devono controllare”

Che luoghi scegliere per costruire una Casa Funeraria? La società moderna ha sicuramente bisogno delle Case Funerarie, che hanno, in qualche modo e se vogliamo, il compito di umanizzare il doloroso evento morte: nonostante questo sembra ancora, al giorno d' oggi, essere per certi versi, un tabù, una questione "calda" o in ogni caso, forse, un argomento indigesto.

 

Vero è, tuttavia, che la morte è un doloroso momento che dobbiamo affrontare tutti, prima o poi, ma ciò che in questa sede ci proponiamo di fare è sicuramente porre l' accento sui giusti modi e sulle corrette modalità di gestirlo. Entriamo meglio nel dettaglio dell’ argomento.

 

L' obiettivo finale di questa nostra società dovrebbe certamente essere quello di cercare di umanizzare il più possibile un problema che continua a spaventarci. Ma se analizziamo quello che accade oggi, si può dire davvero che nei fatti sia così?

 

Se guardiamo infatti vicino agli ospedali o alle case di riposo, non certamente di rado troviamo a fare la loro quasi “baldanzosa” presenza i servizi di onoranze funebri o le agenzie funerarie.

 

Quelli, in realtà, sarebbero luoghi dove riposano i malati, che avrebbero bisogno, al contrario, di essere un po' consolati per la loro condizione (vedesi ad esempio tutte quelle belle iniziative fatte per colorare un po’ le giornate di chi vive - in una struttura sanitaria - una condizione certamente non piacevole; come i clown, portatori di un po’ di colore, di un sorriso, ma anche di una qualche speranza).

 

Al contrario, le agenzie funebri e le onoranze funerarie, lì, vicino, sembrano quasi voler ricordare al malato - che malauguratamente si affaccia alla finestra, e le guarda -, che inevitabilmente, giungerà anche il suo momento dell' estremo commiato.

 

Certamente, ci sono da prendere in considerazione le esigenze di imprenditorialità di tali aziende, ma siamo proprio sicuri che tale atteggiamento e prassi vada verso quell' auspicabile tendenza all' umanizzazione della morte e all' inclusione di questo momento all' interno del naturale ciclo di vita degli individui?

 

Della scorretta interpretazione dell' evento morte e della sua cattiva gestione, tra l' altro, ne sono un esempio anche i luoghi tradizionali del trapasso.

 

Nel nostro paese, di solito, fino ad ora - e parliamo ante normative e disposizioni di contrasto al Covid19, che come abbiamo già ricordato nei nostri articoli, hanno sicuramente determinato uno squarcio nel panorama italiano, nonché, non da ultimo per importanza, nel settore funebre -, l 'ultimo saluto al caro defunto scomparso veniva offerto spesso all' interno di strutture familiari e dentro le mura domestiche, nel cui contesto, tuttavia, i familiari e i parenti di solito continuavano a vivere.

 

In quella casa, dunque, la vita continuava, e i ricordi spiacevoli dell'evento, legati anche alla veglia del defunto in luoghi così cari e conosciuti, permanevano.

 

Di solito poi questi cerimoniali erano davvero inadeguati a rappresentare pienamente la volontà e il desiderio delle persone di ricongiungimento, di intimità, di tempo e spazio a disposizione per pregare, ricordare e metabolizzare lo spiacevole e doloroso lutto, soprattutto quando spesso, all' interno delle stesse mura domestiche, i familiari del caro scomparso dovevano assistere ad un via-vai di parenti e amici che venivano a porgere le loro sentite condoglianze e il saluto finale al defunto.

 

Peggio ancora, invece, quello che accadeva e tutt' ora accade, purtroppo, negli ospedali, al cui interno, nelle strutture fredde e “impersonali” degli obitori, realizzati spesso in scantinati al di là del dignitoso, il defunto viene fatto “riposare” in attesa del trasporto.

 

Gli obitori infatti sono sicuramente i luoghi più inadatti a garantire la necessaria esigenza di intimità e riservatezza da parte dei familiari: c’è, invece, bisogno di tempi e di luoghi che possano permettere ai cari dello scomparso la piena manifestazione e espressione della propria sensibilità, delle emozioni e dei sentimenti.

 

Se è vero quindi che la morte è un evento che va accettato e umanizzato, altrettanto vero non è che non si possa fare niente per “sollevarlo” dalla sua aurea tradizionalmente cupa e grigia.

 

Certamente, nessuno può fare “miracoli”, ma, quanto meno, possono essere messe in atto, secondo noi, almeno due “strategie”.

 

Ossia, prima di tutto, evitare la veglia sia in casa, in primis, che tanto meno nei freddi e bui obitori delle strutture ospedaliere, dove spesso e volentieri si assiste ad un profondo degrado e ad una gravissima disattenzione verso l' evento morte, con – nemmeno così poco frequenti – episodi di malasanità (le cronache ne sono tristemente piene).

 

E c’è da dire che è proprio a rimedio a questo, non a caso, che si è assistito al dilagare, anche in Italia, del fenomeno delle Case Funerarie: luoghi idonei, adatti e sereni, nei quali pregare, raccogliersi, prendere tempo e nei quali, cosa non di poco conto, l’ applicazione delle tecniche di Tanatoprassi ha la grande capacità di ridare dignità al caro defunto.

 

Ma secondariamente, è fondamentale, come abbiamo anticipato, evitare di collocare una Casa Funeraria e tanto meno un’ agenzia di onoranze funebri, vicino agli ospedali, alle case di riposo,alle cliniche, dove si respira ancora “vita”.

 

In altre parole e in conclusione, il ragionamento è, quindi, che al di là del lato imprenditoriale, una Casa Funeraria è sicuramente un segnale importante di cambiamento nel panorama culturale italiano, e si spera, precursore anche di rinnovata umanizzazione dell’ evento morte

 

Pertanto, a nostro avviso, forse, la sua costruzione, starebbe certamente meglio vicino ai luoghi, come i cimiteri, dove il percorso del ciclo della vita si dovrà, inevitabilmente, chiudere. Come a dire, un ultimo caro e sentito saluto, in un luogo di pace, prima dell’addio per sempre (per lo meno in questa vita terrena).

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