17 articoli dell'autore Nicolas Tiburzi

Nicolas Tiburzi 03/10/2024 0

Articolo 32 del Regolamento di Polizia Mortuaria (DPR 285/1990) : Interpretazione e Applicazione

L’articolo 32 del Regolamento di Polizia Mortuaria, contenuto nel DPR 285/1990, tratta delle procedure da seguire per il trattamento delle salme, in particolare per quanto riguarda l’introduzione di sostanze conservanti, come la formalina, nelle cavità corporee. Questo articolo, insieme all'articolo 48, che ne fa esplicito rimando, costituisce un elemento chiave nella regolamentazione delle pratiche di imbalsamazione e di iniezione conservativa delle salme destinate alla conservazione per lunghi periodi o al trasporto in determinate condizioni.

Il testo dell'articolo 32

Il testo dell’articolo 32 è chiaro nella sua formulazione. Esso specifica che le "cavità corporee" devono essere trattate con l’introduzione di formalina, facendo riferimento esplicito al termine "cavità" al plurale. Questo implica una suddivisione del quantitativo di sostanza tra più cavità del corpo, con l'obiettivo di garantire una distribuzione omogenea del conservante per evitare il rapido deterioramento dei tessuti.

La dicitura "cavità corporee" non lascia spazio a interpretazioni ambigue: il termine plurale impone che la formalina debba essere iniettata in più cavità del corpo, come addome, torace e cranio, e non concentrata in una sola. Questa formulazione è coerente con la logica della conservazione del cadavere, in cui è fondamentale che il trattamento venga eseguito in modo efficace su tutte le aree principali dove possono verificarsi processi decompositivi più rapidi.

Il quantitativo di formalina

L’articolo fa specifico riferimento a un quantitativo di 500 cc di formalina. Questo volume deve essere ripartito tra le diverse cavità corporee, secondo quanto previsto dal regolamento. Tale indicazione è fondamentale, poiché l'introduzione del conservante in una sola cavità non solo risulterebbe insufficiente per il trattamento corretto della salma, ma violerebbe chiaramente il dettato dell’articolo 32. La suddivisione tra le cavità permette infatti di trattare il cadavere in modo uniforme, riducendo i rischi di decomposizione localizzata che potrebbero verificarsi se si introducesse la formalina solo in un'area del corpo.

La violazione del dettato normativo

In base alla lettura dell’articolo 32, appare evidente che una pratica che preveda l’introduzione di formalina in **un'unica cavità** corporea non rispetti le prescrizioni normative. Un'operazione del genere sarebbe in violazione dell’articolo, che richiede esplicitamente la distribuzione del conservante tra le cavità corporee. Questo tipo di violazione può avere conseguenze importanti non solo dal punto di vista giuridico, ma anche sul piano etico e sanitario. L’inefficace trattamento conservativo di una salma, infatti, può comportare problemi igienico-sanitari, soprattutto in contesti in cui il corpo deve essere trasportato o conservato per un periodo prolungato.

Conclusioni

L’articolo 32 del DPR 285/1990 stabilisce chiaramente come debba avvenire il trattamento delle salme con formalina, imponendo che questa venga distribuita tra le varie cavità corporee, e non introdotta in un'unica cavità. Il rispetto di tale norma è essenziale per garantire l’efficacia del trattamento conservativo e per evitare violazioni della legge. Interpretare diversamente il testo di questo articolo significherebbe trascurare le finalità sanitarie e di decoro pubblico che il regolamento intende preservare, mettendo a rischio la corretta gestione delle pratiche funebri e cimiteriali.

In definitiva, il chiaro riferimento alle "cavità corporee" e il rimando all'articolo 48 dimostrano che ogni violazione del processo indicato nell’articolo 32 costituisce una mancanza di conformità al dettato legislativo e richiede interventi correttivi per garantire che la pratica funebre sia in linea con le norme vigenti.

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 20/09/2024 0

FORMALDEIDE: APPROVATE NUOVE RESTRIZIONI IN EUROPA

La formaldeide è stata classificata dal 2016 come agente chimico di Categoria 1B (con le frasi di rischio H350 e H341). Questo significa che ci sono prove sufficienti che attribuiscono alla sostanza proprietà cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione negli animali, mentre per l'uomo vi sono solo sospetti. La formaldeide possiede anche proprietà sensibilizzanti per le vie respiratorie, corrosive per la pelle, e un'elevata tossicità acuta.

Presenza e utilizzi della formaldeide
La formaldeide si trova naturalmente in molti organismi viventi e nell'ambiente. È presente in alimenti, frutta e viene prodotta come metabolita endogeno nei mammiferi, attraverso il metabolismo ossidativo.

Oltre alle fonti naturali, la formaldeide viene emessa dai processi di combustione, come le emissioni dei veicoli, impianti di produzione energetica, termovalorizzatori, fiamme libere e fumo di tabacco.

Viene ampiamente utilizzata come intermedio nella produzione di resine, materiali termoplastici e altre sostanze chimiche, a loro volta impiegate in una vasta gamma di applicazioni. Oltre all’industria del legno, dei materiali da costruzione, cosmetici e prodotti medico-sanitari (come disinfettanti), l'uso più delicato riguarda l'ambito alimentare (conservazione e disinfezione degli alimenti).

Tra le principali fonti di emissione di formaldeide si annoverano traffico veicolare, materiali da costruzione, tappeti, tessuti, rivestimenti, vernici e pitture.

Esposizione professionale alla formaldeide
I settori industriali in cui si utilizzano grandi quantità di formaldeide o suoi derivati includono:

- Produzione di resine fenoliche (bachelite), urea e melammina (plastiche, adesivi, schiume isolanti);
- Sintesi di composti chimici (es. 1,4-butanediolo, 4,4′-metilendifenil diisocianato, pentaeritritolo, esametilentetrammina);
- Conservanti;
- Verniciatura e lavorazione del legno;
- Servizi funerari e necroscopici (uso di formalina);
- Disinfettanti e fissativi in ambito medico.

In questi settori, in base al D.Lgs. 81/08, devono essere adottate misure di protezione collettive per limitare l'esposizione dei lavoratori. Inoltre, è obbligatorio fornire dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie e indumenti adeguati.

Restrizioni vigenti
Dal 2016, con la classificazione della formaldeide come cancerogeno di Categoria 1B, i prodotti contenenti formaldeide sono soggetti a restrizioni previste dal Regolamento REACH (Allegato XVII, voce n. 28), che regola le sostanze cancerogene di categoria 1A o 1B.

Il Regolamento vieta l'immissione sul mercato di prodotti con concentrazione di formaldeide pari o superiore allo 0,1%, destinati al pubblico. Tali prodotti devono riportare la dicitura “Uso ristretto agli utilizzatori professionali” in modo visibile e leggibile. Sono previste deroghe solo per medicinali e alcuni combustibili.

Sempre nel 2016, la Regione Lombardia ha approvato una “Linea guida regionale sulla stima e gestione del rischio da esposizione a formaldeide", che fornisce un importante riferimento per la valutazione del rischio.

Nuove restrizioni sull'uso della formaldeide
Negli ultimi anni, l’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche) ha avviato, su richiesta della Commissione Europea, una procedura per introdurre ulteriori restrizioni sulle emissioni di formaldeide da miscele e articoli. Il 10 febbraio 2023, il Comitato degli Stati Membri UE ha approvato questa procedura.

I prossimi passaggi prevedono l'esame da parte del Parlamento e del Consiglio UE, con la pubblicazione finale attesa sulla Gazzetta Europea nei prossimi mesi.

La proposta prevede nuovi limiti di emissione per articoli contenenti formaldeide, in linea con quanto già stabilito per i pannelli di legno dalla norma EN 13986 e dal D.M. 10 ottobre 2008, che regola le emissioni di aldeide formica nei materiali a base di legno. Attualmente, tessuti, pelle e cuoio, già regolati dalla restrizione n. 72 dell'Allegato XVII del Regolamento REACH, dovrebbero restare esclusi.

Le nuove restrizioni vietano l’immissione sul mercato di articoli con emissioni di formaldeide superiori a:

- 0,062 mg/m³ per mobili, articoli a base di legno e veicoli stradali;
- 0,080 mg/m³ per altri articoli.

Sono previste deroghe per articoli destinati a uso esterno, materiali da costruzione, articoli e veicoli esclusivamente industriali o professionali, e per articoli regolati da altre normative, come biocidi, DPI, dispositivi medici e prodotti a contatto con alimenti.

È previsto un periodo di transizione di 36 mesi per la maggior parte degli articoli e di 48 mesi per i veicoli stradali.

La versione inglese del testo approvato è disponibile online.

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 08/02/2024 0

L'Importanza della Veglia Funebre e la Significativa Durata di Più Giorni

La veglia funebre è un rito antico che ha attraversato le epoche e le culture come una forma di rispetto e commemorazione per i defunti. Questo momento di condivisione e riflessione assume un'importanza significativa nelle comunità di tutto il mondo, poiché offre un'occasione per onorare la vita del defunto, confortare i familiari e permettere alla comunità di unirsi nel dolore e nel supporto reciproco.

 

**L'Essenza della Veglia Funebre: Un Momento di Commemorazione e Condivisione**

 

La veglia funebre è più di un semplice rituale. È un momento carico di significato, in cui familiari, amici e membri della comunità si riuniscono per commemorare la vita del defunto e condividere il dolore della perdita. Questo momento di condivisione offre un'opportunità preziosa per esprimere sentimenti di amore, gratitudine e rispetto verso il defunto e per confortare coloro che sono stati toccati dalla sua vita.

 

**Perché la Durata della Veglia Funebre è Importante**

 

La durata della veglia funebre svolge un ruolo cruciale nel processo di lutto e guarigione. Mentre alcune veglie possono durare solo poche ore, altre possono estendersi per giorni, e in alcune culture persino settimane. Questa prolungata durata può sembrare insolita per coloro che non sono familiari con le tradizioni culturali specifiche, ma porta con sé una serie di vantaggi che contribuiscono al processo di lutto e guarigione.

 

**1. Tempo per il Ricordo e la Riflessione**

 

Una veglia funebre prolungata offre agli individui e alle comunità più tempo per ricordare e riflettere sulla vita del defunto. Durante questo periodo esteso, i partecipanti hanno l'opportunità di condividere storie, ricordi e momenti significativi con altri, creando un legame più profondo con il defunto e con coloro che li circondano.

 

**2. Supporto Emotivo Continuo**

 

Il periodo prolungato di una veglia funebre consente un flusso costante di supporto emotivo per i familiari e gli amici del defunto. Mentre il dolore può manifestarsi in modi diversi e in momenti diversi per ciascun individuo, la presenza continua di altri offre un sostegno prezioso e una fonte di conforto nel corso dei giorni di lutto.

 

**3. Accettazione Progressiva della Perdita**

 

La veglia funebre prolungata può contribuire alla progressiva accettazione della perdita. Durante questo periodo, i partecipanti hanno il tempo di elaborare le loro emozioni, affrontare il dolore e iniziare il processo di guarigione interiore. Questo periodo prolungato offre un ambiente sicuro e solidale in cui il lutto può essere esplorato e compreso.

 

**4. Rafforzamento dei Legami Familiari**

 

La condivisione di esperienze e sentimenti durante una veglia funebre più lunga può rafforzare i legami familiari. La condivisione delle responsabilità organizzative e la partecipazione a rituali di lutto possono creare un senso di unità tra i familiari, contribuendo alla guarigione collettiva e alla costruzione di ricordi condivisi.

 

**Conclusione: Il Potere della Veglia Funebre Prolungata**

 

In conclusione, la veglia funebre è un momento di straordinaria importanza per onorare i defunti, confortare i vivi e rinforzare i legami comunitari. La sua durata prolungata offre un ambiente di supporto continuo, riflessione e guarigione che facilita il processo di lutto e consente alle persone di condividere il peso della perdita insieme. In un mondo in cui il tempo sembra scorrere sempre più veloce, la veglia funebre prolungata rappresenta un prezioso momento di pausa e di connessione umana, dimostrando che il valore del ricordo e della commemorazione rimane intatto nel tessuto stesso delle nostre vite.

 

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 11/01/2024 3

Alla Scoperta della Cura Innovativa: Il Corso ASSOTAN su Fluytan e la Tanatoprassi Avanzata

Nel dinamico panorama della tanatoprassi, dove l'innovazione e la competenza sono chiave, l'Associazione Italiana Tanatoprassi (ASSOTAN) ha annunciato un corso rivoluzionario progettato per elevare le competenze nel settore della cura della salma. Con il titolo "La cura di base della salma con il Fluytan," questo corso promette di offrire approfondite conoscenze e abilità pratiche per affrontare le sfide emergenti e perfezionare le tecniche di gestione della decomposizione.

I Dettagli del Corso:

Il cuore di questo corso è il Fluytan, un fluido innovativo che mira a eliminare la decomposizione istantaneamente. Gli esperti dell'Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi guideranno i partecipanti attraverso varie applicazioni e tecniche, fornendo soluzioni vantaggiose per la gestione della salma sotto ogni aspetto. Il secondo corso, che si svolgerà sempre a Pordenone presso i Servizi Funerari Funeral Home Prosdocimo il 19 Febbraio 2024, promette una giornata di apprendimento pratico, con un'attenzione particolare alle applicazioni topiche e alla presentazione estetica.

Punti Salienti del Corso:

  1. Recuperatore della Decomposizione il Fluytan:

    • Esplorazione delle applicazioni del Fluytan per eliminare la decomposizione e stabilizzare la salma.
  2. Applicazione Topica:

    • Approfondimento sulle tecniche di applicazione topica per garantire la stabilizzazione della decomposizione.
  3. Presentazione Estetica:

    • Focus sulla facilità di ottenere presentazioni estetiche eccellenti dopo l'uso corretto del Fluytan sulla salma.

Flessibilità e Accessibilità:

Il corso offre non solo una formazione di qualità, ma anche flessibilità riguardo alla tempistica e al formato. Questo permette di adattare il percorso formativo alle esigenze di tutti coloro che desiderano approfondire le loro competenze nel campo della tanatoprassi.

Per partecipare scrivere una mail a info@assotan.it  e richiedere l'iscrizione

Conclusione:

In un settore in costante evoluzione come quello della tanatoprassi, l'opportunità di partecipare a un corso di questo tipo è un passo cruciale verso l'eccellenza professionale. L'ASSOTAN, con la sua iniziativa innovativa, si conferma ancora una volta come un punto di riferimento per coloro che cercano di rimanere all'avanguardia nel settore della cura della salma. Se siete pronti a esplorare nuove tecniche e a perfezionare le vostre abilità, questo corso potrebbe essere la chiave per aprire nuove prospettive nella vostra carriera nella tanatoprassi.

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 11/12/2023 0

A Pordenone il 15 Gennaio 2024 si svolgerà il Corso: Conservazione di base della salma con il Fluytan

Desidero condividere con voi un'opportunità eccitante che potrebbe essere di grande valore per voi che siete interesati alla tanatoprassi e sopratutto alla cura della salma.

L' Associazione Italiana Tanatoprassi ASSOTAN Sta offrendo un corso di formazione intitolato "La cura di base della salma con il Fluytan" progettato per potenziare le competenze e l'efficacia nel settore. Questo corso mira a fornire conoscenze approfondite, strumenti pratici e strategie chiave per affrontare le sfide emergenti e sviluppare ulteriormente le capacità su come eseguire una efficace cura di base della salma assicurando l’eliminazione della decomposizione per 2/3 giorni.

Ecco alcuni punti salienti del corso:

  • Recuperatore della decomposizione : Il Fluytan è un fluido per la cura di base della salma che consente di eliminare la decomposizione all’istante. Il corso dimostra le varie applicazioni e le tecniche per ottenere vantaggiose soluzioni nella gestione della salma sotto tutti i punti di vista.
  • Applicazione Topica: Le tecniche di applicazione topica che consentono la stabilizzazione della decomposizione della salma.
  • Presentazione estetica: . Sarà facile ottenere ottime presentazioni dopo l’uso corretto del Fluytan sulla salma.

Il corso sarà condotto da esperti dell’Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi, garantendo un approccio pratico e orientato ai risultati. Il corso della durata di un solo giorno si svolgerà presso i Servizi Funerari Funeral Home Prosdocimo il 15 Gennaio 2024. Offrono anche flessibilità riguardo alla tempistica e al formato del corso per adattarsi alle esigenze di tutti.

Se siete interessati a esplorare questa opportunità o desiderate ulteriori informazioni riguardo al corso, Telefonate al numero 392 18.18.118. o mail info@assotant.it  saranno più che felici di organizzare una riunione o una chiamata per discutere in dettaglio come poter soddisfare le vostre esigenze di formazione esclusive per l'uso del Fluytan questo poderoso recuperatore della decomposizione.

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 13/06/2023 0

Ciao Silvio, Buon Viaggio!! il racconto di come e perchè abbiamo oggi le Case Funerarie in Italia

Andrea Fantozzi I.N.I.T. racconta una storia: quella del cambiamento e dell’innovazione del settore funerario italiano.

 

 

Iniziamo dalla fine. Un progetto enorme che oggi è realtà. I riflettori puntati sul settore, gli imprenditori del mondo funerario che investono nelle Case Funerarie. Le voci circolano. Si discute di un progetto rivoluzionario che vorrebbe evolvere il settore funebre, vengono presentati i numeri e ricerche. Perfino i non addetti ai lavori, hanno riconosciuto l’utilità dell’iniziativa.

I grandi delle imprese funebri italiane arrivano ad Avezzano quindi, per vedere in prima persona ciò di cui si parla. L’I.N.I.T. tesse le lodi del progetto. L’ex  primo Ministro Silvio Berlusconi ha apprezzato l’iniziativa. Anche il Ministero della Salute si è espresso favorevolmente.

Effetto WOW

Le voci di corridoio si trasformano in aspettative realizzate. Il progetto Case Funerarie in Italia dell’Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi è qualcosa di mai visto. Un modello di servizio sociale avvvincente, degno delle migliori attenzione delle grandi imprese del momento.

Le ambizioni

Andrea Fantozzi è il direttore di I.N.I.T.. Cura e professionalità per il viaggio dell’anima. Sono le parole chiave della sua filosofia. Nel 2002 il progetto muoveva i primi passi. Nessuno sapeva quale sarebbe stato l’esito. Eppure, per lei quel futuro aveva deciso che ci sarebbe stato. Non rimaneva che scriverlo. Chi ci ha seguiti in questa avventura ha pensato di prendere alla lettera le sue parole. E è iniziato il cambiamento. La scrittura, dopo, si è trasformata in una grande realtà. Gli imprenditori funebri accettano la sfida del Direttore di I.N.I.T. Costruiscono le Case Funeraie.

Se in Italia l’attenzione e il rispetto per la morte con la creazione delle Case Funerarie e l'introduzione della tanatoprassi nel sistema funerario sono diventati una realtà lo si deve anche a persone come Silvio Berlusconi che, nella loro vita governativa, hanno dimostrato che ogni persona con un progetto ha valore, è degna di rispetto e può agire per il bene di tutti.

La visione di Andrea Fantozzi si è rivelata profetica, aprendo nuove prospettive nel settore funerario italiano. La sua iniziativa ha conquistato il sostegno di importanti figure e istituzioni, dimostrando che il cambiamento e l'innovazione possono permeare anche i settori tradizionali come quello funerario. Il progetto delle Case Funerarie in Italia segna un passo significativo verso una visione più moderna e rispettosa delle esigenze e dei desideri delle persone in un momento così delicato come quello del lutto.

Le Case Funerarie rappresentano una nuova frontiera nel settore funerario italiano. Questi spazi offrono non solo servizi di elevata qualità, ma anche un ambiente accogliente e rispettoso per i familiari dei defunti. L'obiettivo è quello di offrire un supporto completo durante tutto il processo di lutto, garantendo una gestione adeguata delle pratiche funerarie e un ambiente confortevole per commemorare i propri cari.

Il settore funerario italiano si sta evolvendo grazie a questa iniziativa audace e all'avanguardia. Le Case Funerarie stanno ridefinendo il concetto stesso di come ci si possa prendere cura dei defunti e dei loro cari. È una storia di cambiamento che merita attenzione e che lascia spazio a ulteriori sviluppi nel panorama funerario italiano.

Oggi in Italia da quel lontano 2002 si contano oltre 600 Case Funeraie. 

Effettivamente, il settore funerario è in costante evoluzione e ci sono ancora grandi progetti che devono essere realizzati. Negli ultimi anni, si è osservato un cambiamento significativo nel modo in cui vengono affrontati i servizi funerari, con un maggiore focus sull'aspetto personalizzato e sulla valorizzazione della memoria del defunto.

Tra i progetti in sviluppo nel settore funerario, si possono includere:

  1. Innovazione tecnologica: l'utilizzo di tecnologie avanzate, come la realtà virtuale e l'intelligenza artificiale, per migliorare l'esperienza dei servizi funerari e consentire alle persone di commemorare i loro cari in modi nuovi e significativi.

  2. Sostenibilità ambientale: la crescente consapevolezza ambientale sta portando a un aumento delle opzioni di sepoltura eco-sostenibili, come l'uso di materiali biodegradabili e la promozione di pratiche funerarie a basso impatto ambientale.

  3. Servizi personalizzati: sempre più persone cercano soluzioni personalizzate per onorare la memoria dei propri cari. Ciò ha portato alla creazione di servizi funerari su misura, che rispondono alle esigenze e alle preferenze individuali, offrendo cerimonie e rituali unici.

  4. Espansione delle infrastrutture: la richiesta di servizi funerari sta aumentando, e di conseguenza si sta assistendo all'espansione delle infrastrutture funerarie, inclusi nuovi cimiteri, crematori e case funerarie, per soddisfare le esigenze delle comunità locali.

Questi progetti e sviluppi nel settore funerario testimoniano un impegno costante per offrire servizi di alta qualità che rispondano alle esigenze e alle preferenze delle persone in un momento così delicato.

Caro Presidente, siamo veramente grati per il tuo impegno che hai dato nel promuovere il progetto Case Funerarie e Tanatoprassi nel sistema Italia e nel convincere il governo e le regioni a rivedere le leggi esistenti. Grazie a tutto questo, siamo riusciti a ottenere i cambiamenti necessari per realizzare questo grande obiettivo.

Senza il tuo supporto, questa trasformazione non sarebbe stata possibile. Il tuo apporto e la tua determinazione hanno reso un impatto significativo nel settore e nelle vite di coloro che beneficeranno di questo enorme servizio sociale.

Ancora una volta, grazie di cuore Presidente. Siamo entusiasti di continuare a lavorare per raggiungere ulteriori successi e miglioramenti.

Con profonda gratitudine,

I.N.I.T.

Istituto Nazionale Italiano Tanatoprassi

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 14/12/2022 0

L’ importanza di idonei servizi funebri per dare alla “morte” la valenza sociale che merita

Recuperare una cultura del fine vita e re-inventare il rito funebre è fondamentale: la rilevanza di

questa necessità non riguarda solo il campo psicologico dell’ individualità, ma la dimensione

sociale della collettività.

Il rito funebre permette di esorcizzare la morte, fare fronte all’angoscia che essa rappresenta,

alleviare il senso di solitudine. Condividere il dolente momento ed elaborare la perdita consente

numerosi vantaggi anche a livello psicologico. Da una dimensione individuale, a una dimensione

condivisa: i servizi funebri devono restituire all’ “evento morte” la valenza socio – culturale che

decisamente merita!

 

Senza dubbio, il culto della morte e dei morti è da sempre un elemento caratterizzante di ogni

popolazione.

Il rito funebre, variabile per culture, usi, tradizioni, epoche, è stato nel corso del tempo oggetto

di diverse modifiche, ma nei fatti, si parla sempre di gesti e comportamenti socialmente

condivisi e riconosciuti, finalizzati a dare dignità e in qualche modo “esorcizzare” il timore e la

paura dell' evento morte, ma anche ad elaborare il doloroso momento della perdita.

Ad oggi, la tematica è quasi un tabù, un tema scomodo che si cerca di evitare. Come se la

morte non ci toccasse, un po' come rimandare il pensiero per non volercisi “soffermare”.

Nei fatti, invece, essendo questo un dolente accadimento che ci dobbiamo trovare tutti, prima o

poi, ad affrontare, merita di essere preso in considerazione con luce nuova.

 

La morte è a tutti gli effetti circondata da gesti simbolici e questo è un tratto distintivo dell’uomo.

Fa parte della natura umana, infatti, rivolgere cure, attenzioni e sentimenti verso i defunti.

Secondo noi di Tanmagazine, non è solamente quanto mai necessario recuperare una cultura

del fine vita, ma esiste anche - e soprattutto - un grande bisogno di re-inventare il rito funebre, e

i servizi ad esso collegati.

E la rilevanza di questa necessità non riguarda solo il campo psicologico dell’ individualità, ma

la dimensione sociale della collettività.

Non ci sono dubbi, infatti, che il dolore provato e mostrato per la perdita di una persona cara

segua una serie di rituali, amari e consolatori, nonché il bisogno di elaborare il lutto e la perdita.

In questo senso, i servizi funebri non possono esimersi dall’ esserne all’ altezza: si tratta di

accompagnare questo momento verso un passaggio naturale, da vita terrena a “memoria”, in

modo quanto più dignitoso possibile.

 

Siamo pienamente consapevoli che ad, oggi, il rito funebre, nell' immaginario e nella cultura

condivisa, non sia affatto “sentito”.

Un tempo c’era più attenzione e cura per il defunto, ma, anche in questo campo, gli usi e i

costumi cambiano, e adesso, molte tradizioni che prima erano rilevanti, non esistono più.

E’ come se il tema della morte e le questioni ad essa connesse fossero state socialmente

rimosse, destinate all’ombra di un inconscio collettivo, cercando di negare e rimuovere le

 

emozioni negative che la perdita porta con sé.

Eppure, l’ importanza del rito funebre è fondamentale.

 

Oggi, la ritualità sociale legata alla morte rimane sì, ma in forma ridotta.

Basti vedere cosa avviene dopo la scomparsa di una persona cara. Il più delle volte parenti e

amici porgono l’ ultimo saluto al defunto abbastanza frettolosamente, o all’interno delle mura

domestiche,

oppure nelle strutture sanitarie, dentro i freddi obitori degli ospedali, luoghi profondamente

inidonei a garantire la necessaria intimità e riservatezza. Altre volte, invece, ci si limita

solamente ad un saluto presso la camera ardente.

Tra l’ altro, in queste situazioni, la salma, provata dal trapasso, si presenta agli occhi delle

famiglie, ovviamente, non in perfette condizioni, anche da un punto di vista puramente

“sensoriale”.

In ogni caso, gesti frettolosi e impersonali non sono certo adatti a rappresentare a pieno i

desideri e le volontà di raccoglimento di famiglia, parenti e amici, che avrebbero bisogno di

tempo per ricongiungersi col caro scomparso, per pregare o, ad ogni modo, per ricordarlo.

Le cerimonie poi sono sempre più spesso laiche, oppure si opta per una breve benedizione,

sbrigativamente, senza particolari emozioni.

Il rischio di tutto questo? Sicuramente, la “spersonalizzazione”. Il lutto è privato, nella pratica, di

gran parte della potenza emotiva e simbolica di un tempo.

Oggi è un evento vissuto spesso sotto forma non pubblica, un dolore che la persona deve

superare essenzialmente da sola, poiché la società tende, come già abbiamo detto, a negarne

e rimuoverne le dimensioni.

 

Nei fatti, possiamo dire che manca una vera e propria cultura, per il tessuto sociale e per le

famiglie, che possa far capire quanto il rito funebre sia invece importante.

 

Di fronte alla perdita di una persona cara, spesso si è confusi, insicuri, presi dall’onda delle

emozioni, travolti da un senso di angoscia e di tristezza.

Ecco che le ritualità legate alla morte hanno invece la funzione di agevolare il distacco di chi è

“mancato”, consentendo di avere a disposizione una rete sociale di supporto.

Psicologicamente e socialmente, il rito può presentare anche una lettura simbolica.

Permettendo di “mettere in scena” il dolore, il rito funebre lo porta infatti da una dimensione

individuale a una dimensione collettiva di condivisione.

Numerosi studi e ricerche sono infatti concordi nell’ affermare che il lutto non elaborato e non

trattato provoca angoscia e depressione negli individui e, di conseguenza, nella nostra società.

Il rito funebre, in quest’ ottica, permette invece di esorcizzare la morte, fare fronte all’angoscia

che essa rappresenta, alleviare il senso di solitudine.

Ecco che il ruolo di servizi funebri adeguati, in questo contesto, è essenziale.

Prima di tutto, si rende necessario dedicare attenzione e cura al defunto nelle operazioni di

veglia. E qui diventa cruciale la nostra Tanatoprassi, che consente di offrire maggiore dignità

alla morte, permettendo la conservazione della salma a lungo, in condizioni di igiene e

sicurezza.

 

E poi, diventano fondamentali una serie di operazioni “sociali”: partecipare attivamente al rito e

dedicare il tempo idoneo al caro defunto, vegliandone le passate spoglie e condividendo questo

momento, in serenità e raccoglimento, con le altre persone.

Tutto questo consente a “chi resta” di alleviare la sofferenza legata al lutto, elaborando il dolore,

il senso di solitudine e di abbandono. Un sostegno, un aiuto, anche pratico, per affrontare la

quotidianità e per riprendere la vita di sempre.

Non solo. La partecipazione attiva al rituale consente di evitare anche possibili complicazioni

future per chi ha subito la perdita, quali depressione e disturbi post traumatici da stress, su cui

numerosi sono gli studi - nel settore della psicologia e delle neuroscienze - che ne attestano la

profonda correlazione.

 

In conclusione, possiamo dire che di fronte alla tragedia o al dolore, il rito funebre può

consentire alle persone in lutto di accettare emozioni così complesse.

Spesso, i rituali significativi sono in grado di “placare”, “alleviare” sentimenti o sensazioni

negativi o, anche, esprimere ciò che le parole non possono e contribuire, così, all’ elaborazione

della perdita.

In quest’ ottica, riteniamo fondamentale quindi che i servizi funebri si porgano al servizio dell’

individuo e della collettività, contribuendo a dare all’ evento morte, ossia a quel momento

evolutivo dell’ indivuiduo che corrisponde al “fine vita”, la valenza socio – culturale che

decisamente merita.

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 03/05/2022 0

Funerale nei sogni Cosa significa sognare un funerale

Il funerale nei sogni è il modo in cui l’inconscio elabora la prima fase di distacco da ciò che non è più utile al sognatore e che questi ha già abbandonato, più o meno consapevolmente, nella sua realtà. Può considerarsi un simbolico rito di passaggio per una nuova fase della vita, per una nuova relazione, per una nuova consapevolezza di sé.

Il funerale nei sogni è una delle immagini oniriche più frequenti  il cui ricordo  tende purtroppo ad allarmare il sognatore che vi legge presagi di morte.

In realtà il funerale nei sogni è frequente perché frequenti  sono gli aspetti  della realtà umana che muoiono (che cambiano, si modificano, si trasformano): fasi delle vita, relazioni, parti di sé che è necessario accompagnare ritualmente verso una degna conclusione (il rituale), così che il funerale nei sogni sia un modo per riconoscere ciò che è stato per  poi lasciarlo andare (seppellirlo).

Il funerale nei sogni è legato alla fine di qualcosa, può essere un sentimento, un rapporto, un’amicizia, un amore, può essere una situazione che ha esaurito le sue potenzialità, o un aspetto interiore del sognatore che sta lasciando spazio a qualcos’altro.

La vita che viviamo viene spesso percepita come vuota di significati e l’individuo è lasciato solo con se stesso a gestire ogni insicurezza ed ogni cambiamento. Il ruolo cardine dei riti di passaggio, che nel passato e nelle culture tribali garantivano l’appoggio della comunità nei momenti cruciali della vita, ha perso la sua importanza e sacralità.

 

I riti collettivi moderni: concerti, partite allo stadio, festival  canori, riti religiosi hanno soppiantato l’attesa, le fantasie ed infine le fasi celebrative che scandivano l’esistenza e la colmavano di significato.

Solo il matrimonio, il funerale ed i riti della propria chiesa se si è credenti, sono rimasti nella nostra cultura occidentale  ad accompagnare le fasi di passaggio, a sottolineare l’importanza dell’individuo, a farlo sentire di “essere” e, come  tale, essere riconosciuto dagli altri.

E’ per colmare tale mancanza che l’inconscio individuale così spesso segnala l’importanza di una fase di  passaggio attraverso i sogni.

Sono i  sogni che partecipano dei cambiamenti importanti dentro e fuori l’individuo  e lo fanno in modo  diretto e potente. Il  funerale nei sogni indica una metamorfosi radicale, perchè ciò che muore deve scomparire. E ciò che scompare lascia un vuoto che sarà colmato da “qualcos’altro”.

Significato del funerale nei sogni

 

Ecco allora che il significato del funerale nei sogni oltre a mettere in luce la necessità di “seppellire” e ritualizzare un evento o una situazione viene a coincidere con un’ apertura verso il futuro e verso la vita,  integrando in sé l’energia dell’ archetipo di morte-rinascita..

 

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 15/04/2022 1

La tanatoprassi riparatrice

Il mondo della tanatoprassi è un insieme di specilizzazioni, che permettono ad un tanatoprattore professionista di raggiungere soluzioni anche nei casi piu complicati!!

Entriamo insieme nello specifico dei casi di forte dimagrimento del viso e stato cachettico, come si interviene?

 

Ricostruzione ipodermica

 

·         La ricostruzione

La ricostruzione ipodermica del tessuto è un trattamento per la faccia, il collo e le mani. La perdita di tessuto adiposo nell’anzianità non deve essere considerata un problema per la restaurazione. Un naturale infossamento può essere presente nelle guance di molte persone: anche questo non è un problema per la restaurazione. Comunque, il contenuto normale di acqua nel corpo di una persona è approssimativamente l’80% del peso corporeo. Una malattia deturpante che provoca la disidratazione, potrebbe togliere l’umidità dalle cellule del tessuto e creare delle cavità tra la struttura ossea. L’unico difetto della ricostruzione ipodermica è che si rischia di riempire eccessivamente le strutture da uno dei due lati del viso, il viso risulterebbe perfetto su un lato e gonfio sull’altro. Anche se c’è un limite di iniezione nei tessuti, grazie alle ossa che impediscono di penetrare in profondità. Anche una leggera iniezione di troppo su di un lato porterebbe ad ulteriori iniezioni per compensare l’altro lato. Lo squilibrio dei due lati può produrre una distorsione della superficie naturale. È consigliabile iniettare il ricostruente in piccole dosi, sottovalutando le quantità necessarie finché entrambi i lati sono stati iniettati. Si può sempre ritornare al punto d’iniezione per effettuare altre iniezioni.

 

·         Punti di entrata

Una siringa ed un ago ipodermico sono utilizzati per iniettare la sostanza ricostruente sotto la pelle. Un punto nascosto viene selezionato per l’inserimento dell’ago: il buco diventa scuro dopo l’esposizione all’aria, perciò ulteriore lavoro sulla superficie visibile potrebbe rendersi necessario.

Punti nascosti sul viso possono essere: la linea dei capelli, le narici, gli angoli della mandibola. In alcune aree del viso è sufficiente un solo punto d’entrata per raggiungere tutte le parti da restaurare; altre aree invece a causa della grandezza o delle curvature, necessitano di più punti di iniezione.

 

·         Sostanze ricostruenti

Può essere utilizzato come ricostruente la crema massaggio; è comunque necessaria una crema morbida. Una quantità minima di olio minerale può essere aggiunta alle creme più dure per semplificare l’iniezione. Per caricare la siringa di crema, si deve rimuovere la testina in modo da riempire la siringa con una spatola. Premendo lo stantuffo l’aria nella siringa verrà espulsa ed il ricostruente uscirà dall’ago.

 

·         Gli aghi ipodermici

È disponibile una vasta quantità di aghi con misure diverse. I diametri grandi sono i più pratici per l’iniezione della crema. La punta dell’ago ipodermico è tagliata in modo da facilitare l’inserimento e lasciare un’apertura più piccola del diametro dell’ago. La lunghezza dell’ago si determina in base alla grandezza dell’area da riempire.

 

·         Procedura generale

L’ago viene direzionato nel tessuto più superficiale fino al punto più distante della cavità. L’ago si tiene il più vicino possibile alla superficie del derma; l’iniezione nella profondità dei tessuti risulterebbe completamente inefficace. È richiesta la massima cura nel direzionare l’ago in modo da evitare di bucare la pelle in superficie; per evitare tali inconvenienti si può posizionare la mano libera sulla superficie della pelle in modo da seguire la profondità dell’ago. Se la pelle si buca accidentalmente, è necessario ridirezionare l’ago; dopo aver completato il riempimento, il buco deve essere chiuso e coperto con la cera restaurativa.

La punta dell’ago viene bloccata dal tessuto sottocutaneo verso il quale è stato direzionato; si sblocca la punta, ritraendo l’ago indietro di 1cm prima di iniziare l’iniezione. Mentre si inietta, l’ago si ritira lentamente verso il punto d’entrata. Questo processo viene ripetuto finché tutta la regione interessata è riempita; solo a quel punto viene ritirato l’ago. Il riempimento in eccesso rimasto all’interno dell’ago deve essere espulso dall’ago prima che indurisca. Non è necessario ritirare l’ago dal punto d’entrata quando si deve riempire la siringa; si può staccare la siringa dall’ago in modo da riempirla senza togliere l’ago. Aghi e siringa devono essere lavati dopo l’uso; prima devono essere lavati in acqua calda con sapone, poi si sgrassano con un disinfettante liquido. Siringa e aghi si conservano separatamente proteggendo le punte degli aghi.

 

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 08/01/2022 0

Imbalsamazione, uno studio riscrive la Storia: tecniche in uso 1500 anni prima di quanto ipotizzato

A rivelarlo è uno studio pubblicato su Plos one. Rinvenute sostanze complesse in tombe antiche

 

LA MUMMIFICAZIONE era praticata nell’antico Egitto 1500 anni prima di quanto finora ipotizzato. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Plos one e condotto da Stephen Buckley dell'Università inglese di York insieme a ricercatori delle università di Oxford e di Macquarie in Australia.

Da sempre si è creduto che tra il 4500 ed il 3100 avanti Cristo gli egiziani mummificassero i loro defunti sfruttando il clima caldo e secco e utilizzando la sola sabbia del deserto. Solo intorno al 2200 hanno iniziato ad usare delle resine ed il loro utilizzo è diventato più frequente tra il 2000 ed il 1600 avanti Cristo. Ora i ricercatori hanno esaminato dei tessuti funerari rinvenuti nelle tombe di uno dei più antichi cimiteri egizi risalenti tra il 4500 ed il 3350 ed hanno identificato, in alcune bende di lino, delle sostanze complesse utilizzate per l’imbalsamazione.

Analisi biochimiche hanno rivelato che le bende erano imbevute di resina di pino, estratti di piante aromatiche, gomma mescolata allo zucchero, petrolio naturale e grasso animale. Secondo i ricercatori questi risultati suggeriscono che queste sostanze per le imbalsamazioni erano state utilizzate almeno mille anni prima di quanto si pensasse. I prodotti naturali usati, spesso elaborati e lavorati, erano gli stessi di quelli impiegati nella mummificazione, al culmine dell’impero faraonico, circa 3000 anni dopo. "Queste ricette resinose messe sulle bende di lino che avvolgevano i defunti, - ha detto Buckley - contenevano agenti antibatterici e furono impiegate nelle stesse proporzioni dagli imbalsamatori egiziani quando la loro abilità era al suo apice, ossia 2500 - 3000 anni dopo".

 

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 16/09/2021 0

I miracoli della Tanatoplastica

Aperta la tomba di Carlo Acutis, il corpo è davvero incorrotto o c’è altro dietro?

 

Dopo tante dicerie sul corpo incorrotto di Carlo Acutis, una nota del Vescovo di Assisi,  spiega che non risponde a verità che il corpo del prossimo beato sia stato trovato incorrotto: “All’atto dell’esumazione nel cimitero di Assisi, avvenuta il 23 gennaio 2019 in vista della traslazione al Santuario,  – spiega monsignor Sorrentino – esso fu trovato nel normale stato di trasformazione proprio della condizione  cadaverica. Non essendo tuttavia molti gli anni della  sepoltura,  il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro  connessione anatomica,  è stato trattato con quelle  tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi.  Un’operazione che è stata svolta con arte e amore. Particolarmente riuscita la ricostruzione del volto con maschera in silicone.  Con specifico trattamento è stato possibile recuperare la reliquia preziosa del cuore che sarà utilizzata nel giorno della beatificazione”. 

 

Il corpo di Padre Pio è incorrotto o no? Rispondono i periti del Vaticano

Di recente molte persone si chiedono se i resti mortali di Padre Pio siano incorroti o la salma è stata ricostruita Un fatto curioso: nessuna autorità della Chiesa ha mai dichiarato che il corpo di Padre Pio sia miracolosamente incorrotto, eppure vari siti cattolici divulgano questa “informazione” e portano milioni di persone a crederci.

La faccia di padre Pio, di colore vivido, con una bella barba e con un’espressione quasi viva, semplicemente, non è la sua. Si tratta, infatti, di una maschera di silicone realizzata dalla Gems Studio, azienda londinese specializzata nella ricostruzione di volti in silicone di personaggi famosi per gli usi più vari: uno dei suoi maggiori clienti è il museo delle cere di Madame Tussaud. Come ben spiega il sito religioso ‘Fides et Forma', quello di padre Pio non affatto un volto vero "coperto da una sottilissima maschera di silicone", bensì una "finta testa di silicone scolpita ex novo".

 

Per rispetto nei confronti di tutti coloro che accompagnano il nostro lavoro, presentiamo quindi il parere dei periti del Vaticano sul corpo del nostro venerato Padre Pio.

Il primo da ascoltare è Stefano Campanella, giornalista, scrittore e direttore di Teleradio Padre Pio e Padre Pio TV. Gli intervistati sono i membri della commissione di periti designati dal Tribunale Ecclesiastico per la questione.

 

In che condizioni è stato trovato il corpo dopo l’esumazione?

Ha risposto a questo dubbio Nazzareno Gabrielli, perito del Vicariato di Roma per la conservazione dei santi e biochimico al servizio della Santa Sede. 

Gabrielli ha spiegato che quando è stata aperta la bara di Padre Pio si è verificato che:

  • la pelle del volto esisteva ancora;
  • c’erano ancora orecchie e labbra;
  • c’erano barba e baffi;
  • non c’erano più gli occhi né il naso;
  • la testa, il tronco e il bacino erano in buone condizioni;
  • gli arti inferiori erano molto deteriorati.

L’aspetto che ha sorpreso maggiormente tutti i membri della commissione durante l’esame è stata l’assenza assoluta di cattivi odori.

Secondo il vescovo diocesano, Domenico D’Ambrosio, che ha seguito l’esumazione, la parte superiore del cranio era parzialmente scheletrica, il mento era perfetto e il resto del corpo era ben conservato.   

Il corpo ha ricevuto qualche trattamento dopo l’esumazione?

Sì, il corpo di Padre Pio ha ricevuto un trattamento chimico per rimanere conservato dopo l’esumazione. Gabrielli ha rivelato che è stata applicata “una soluzione di prodotti conservanti”. La procedura è stata completata con creosoto, acido benzoico ed essenza di trementina.

Il corpo è stato avvolto con fasce imbevute in una soluzione chimica imbalsamatrice, tranne la testa. In seguito è stato collocato su un materasso pieno di gel di silice, per assorbire l’umidità.

È stato infine collocato in un’urna con una tecnologia speciale: l’aria all’interno è stata sostituita da nitrogeno, che evita qualsiasi processo di ossidazione e inibisce lo sviluppo di microflora batterica e funghi aerobi.

È stato verificato qualcosa di soprannaturale nelle condizioni del corpo?

Ha risposto a questa domanda fondamentale Orazio Pennelli, medico legale. Dal 1977 al 2005 è stato direttore sanitario della Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale fondato da Padre Pio.

“Spero di non scandalizzare nessuno nell’affermare che è andata delusa la umana speranza, penso intimamente nutrita da ciascuno di noi, di trovare il suo corpo incorrotto od almeno di scoprire in esso qualche segno soprannaturale. Purtroppo le trasformazioni naturali, che pur hanno rispettato le sue umane sembianze, hanno cancellato ogni traccia dei ‘sacri sigilli’ che il Signore aveva impresso su ‘quel corpo’ che per mezzo secolo ha racchiuso la ‘vera essenza della Croce’ e che è stato il ‘crogiuolo di immensi doni spirituali’”.

In altre parole, intimamente nutre la speranza che ci sia qualche fattore soprannaturale in relazione ai resti mortali di Padre Pio, ma come scienziato non è in possesso di alcun indizio per poterlo affermare.

Proprio così. Padre Pio è stato un uomo di straordinaria santità, con una vita piena di sofferenze e umiliazioni. Ha anche manifestato vari doni straordinari e ha compiuto molti miracoli. Per questo alimentare illusioni sui suoi resti mortali è del tutto superfluo, e non aiuta nessuno ad essere un cristiano migliore.

Non dobbiamo essere come certi tipi di protestanti, ansiosi di credere al primo evento soprannaturale che viene annunciato loro. La fede cattolica è innanzitutto la chiamata ad essere santi nella banalità del quotidiano. Ci sono numerosi e bellissimi eventi soprannaturali che circondano il cattolicesimo – la Sacra Sindone, ad esempio, è una reliquia che la scienza non riesce a spiegare. Bisogna però essere sempre equilibrati e prudenti in relazione ai miracoli che la Chiesa non conferma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leggi tutto

Nicolas Tiburzi 01/09/2021 0

Lo Stato Innovatore: Colloquio con Andrea Fantozzi

La maggior parte delle conoscenze consolidate su cui possiamo contare oggi nel settore della tanatoprassi sono da ricondurre a un lavoro avviato decine di anni fa e che continua a trasformare e plasmare il futuro dell’attenzione rivolta al defunto nel settore funerario.

Questo lavoro ha ricevuto un forte impulso quando, attraverso la Collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sono state avviate ricerche, siamo riusciti a riunire tante conoscenze diverse lavorando in parallelo, anche se non insieme, verso una direzione ben precisa. (Usare prodotti non tossici nel campo della tanatoprassi). Il risultato di questa collaborazione è stato quindi la creazione di un brevetto Europeo di un Liquido che nel campo della tanatoprassi non se ne potrà fare a meno.

I pionieri quasi mai si rendono conto di come il loro lavoro influenzerà il mondo fin quando non possono guardarsi indietro con la lucidità e la prospettiva del presente, esaminando la strada percorsa e il potenziale per il futuro.

Anni fa, quando coniai i termini tanatoprassi  e “Fluytan ®”, non mi rendevo conto dell’importanza che aveva tutto quello che stavo facendo. La scoperta di fluytan ha rivoluzionato il modo di fare tanatoprassi cosi come è concepita nel resto del mondo. il prodotto consente soluzioni incredibili nel settore della conservazione delle salme. Il mio scopo era innanzitutto creare un prodotto non agressivo come lo era la formalina, visto che erano anni che ci lavoravo e posso garantire che si piange in tutti sensi a lavorare con quel mostro. Il settore funerario all’epoca era del tutto disinteressato alla cura della salma, e solo parlare di tanatoprassi era un’impresa non facile.

La nostra soluzione e il nostro modo di raggiungere questi obiettivi era semplice: garantire un prodotto non pericoloso per l’operatore e per l’ambiente ma con capacità conservative inimitabili.

Non esistono risposte semplici solo ricerca e prove fino alla scoperta.

I concetti appena espressi sembrano semplici, ma non sono facili. Sono il risultato di decenni di lavoro, domande dure e di risposte a volte difficili e inaspettate. Ma sono questi i momenti in cui ho imparato di più.

E il confronto continua a essere sempre più intrigante e stimolante. Il mondo della tanatoprassi si sta avvicinando sempre di più alla sua definitiva regolamentazione nazionale e sempre più spesso vengono incaricati i nostri tanatoprattori esperti per intervenire nelle case funerarie e negli Ospedali in tutta Italia.

Ma è proprio in questi spazi che si collocano le opportunità maggiori per fare la differenza.

L’orgoglio di lavorare insieme

Quando parlo di noi mi riferisco al valore che lo Stato e il mondo accademico sono in grado di apportare sul lavoro e nelle innovazioni.

Noi collaboriamo con le università perché il settore funebre ha bisogno di comprendere e influenzare maggiormente quello che gli studenti studiano e imparano e devono sapere cosa si aspettano i futuri dipendenti da una carriera nel mondo della tanatoprassi. Allo stesso modo, anche il mondo accademico deve comprendere meglio come evolvono le tecniche nel mondo della tanatoprassi, in modo tale che possano preparare gli studenti a quello che è il lavoro oggi e a come potrà essere in futuro.

Il punto in cui questi due mondi si incontrano è quello in cui nasce l’innovazione.

Un premio per celebrare decenni di ricerca

È stato per me un onore ricevere il riconoscimento europeo del brevetto Fluytan  e soprattutto il riconoscimento che sta ottenendo la tanatoprassi a livello Statale, e tutto questo ha assunto un significato ancora maggiore in quanto molti nostri clienti ci confermano che il nostro intervento è un sicuro valore aggiunto alla loro professione.  Questo riconoscimento ci conferma dunque che i nostri clienti apprezzano il nostro lavoro e il modo in cui li aiuta a raggiungere i loro obiettivi.

Nonostante sulla medaglia ci sia il mio nome, questi riconoscimenti vanno oltre il mio lavoro. Io sono un ambasciatore della nostra azienda, un rappresentante delle persone più intelligenti e innovative del nostro settore.

Ora siamo nuovamente all’apice di un grande cambiamento. La conservazione della salma come la conosciamo oggi cambierà radicalmente nel giro di qualche anno, una nuova generazione di prodotti emergenti si baserà su tecniche che stanno migliorando incredibilmente la modalità e lo svolgimento del lavoro.

Insieme stiamo espandendo le innovazioni funerarie.

 

Leggi tutto