9 articoli dell'autore Redazione TanMagazine

Redazione TanMagazine 28/11/2021 0

Recompose, il primo impianto funebre di compostaggio umano al mondo

Non solo cremazione o sepoltura, dagli Stati Uniti arriva Recompose, una valida alternativa ai metodi convenzionali post-morte, che consente di convertire delicatamente i resti umani in terreno fertile, in modo da poter creare nuova vita dopo la morte. Il primo impianto funebre di compostaggio umano al mondo dovrebbe aprire entro breve.

"Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris", recita una nota locuzione latina ripresa nella liturgia cattolica e maggiormente conosciuta con la frase "cenere alla cenere, polvere alla polvere". La locuzione latina indica il destino a cui ogni uomo va incontro. E se fino ad oggi le alternative dopo la morte per l'uomo erano di essere sepolto sotto terra o di essere cremati, di recente lo Stato di Washington ha legalizzato il processo "riduzione organica naturale". Il primo impianto funebre di compostaggio umano al mondo dovrebbe aprire a breve. Il progetto è stato introdotto dalla società Recompose, con sede a Seattle, che sarà la prima a offrire la possibilità di "riduzione organica naturale" post-morte. Recompose ha infatti creato un modo sostenibile e delicato di convertire i resti umani in terreno organico fertile per creare nuova vita dopo la morte.

Recompose offre una valida alternativa ai comuni metodi post-morte. Non solo sepoltura e cremazione, dagli Stati Uniti arriva il primo impianto funebre di compostaggio umano al mondo. Il corpo umano viene trasformato in terreno organico che potrà creare nuova vita. L'innovativo processo si chiama "riduzione organica naturale" ed è un "processo biologico per convertire materiale organico, compresi i resti umani, in un materiale organico terroso stabile che non è riconoscibile come resti umani. Durante il processo, il cambiamento avviene a livello molecolare", spiega Recompose, società di Seattle che ha ideato il metodo. Lo Stato di Washington è il primo a consentire il compostaggio umano, dopo che i legislatori hanno cambiato la legge statale sui servizi post-morte riconoscendo la "riduzione organica naturale" come mezzo accettabile per la disposizione dei corpi. "Consentendo ai processi organici di trasformare i nostri corpi e quelli dei nostri cari in un utile emendamento del suolo, contribuiamo a rafforzare la nostra relazione con i cicli naturali, arricchendo al contempo la terra", scrive Recompose.

 

Come funziona "recompose"

“La trasformazione dell'essere umano in suolo avviene all'interno dei nostri vasi di ricomposizione esagonali riutilizzabili. Al termine del processo, le famiglie saranno in grado di portare a casa parte del terreno creato, mentre i giardini in loco ci ricorderanno che tutta la vita è interconnessa ”, scrive Recompose sul suo sito. Il processo di "riduzione organica naturale" avviene in un impianto specifico destinato al compostaggio umano. La prima sede dovrebbe aprire nella primavera del 2021 in un edificio di 1.720 metri quadrati di Seattle, dove si trova la società Recompose. Qui il corpo umano viene collocato all'interno di un contenitore, una sorta di bara riutilizzabile, coperto con trucioli di legno, erba medica e fieno e quindi aerato per consentire ai batteri benefici presenti in natura di agire. In soli 30 giorni, il corpo si trasforma in "suolo che può quindi essere utilizzato per far crescere nuova vita". Prima e alla fine dei 30 giorni per garantire che il suolo sia organico viene effettuato lo screening di materiali non organici (come pacemaker, otturazioni metalliche, articolazioni artificiali, ecc.).

 

Ogni corpo umano con "recompose" può produrre circa un metro cubo di terreno. Il processo di ricomposizione costa più di una cremazione, circa 5.500 dollari a persona. La famiglia del defunto può scegliere se portare a casa il terreno per utilizzarlo in qualunque modo ritenga opportuno, oppure destinarlo verso la terra di conservazione presente in una grande area vicino a Seattle. Il processo di "riduzione organica naturale" ha un impatto ambientale minore rispetto alla cremazione o alle sepolture tradizionali. "Le stime suggeriscono che una tonnellata di C02 verrà salvata ogni volta che una persona viene ridotta organicamente anziché cremata o seppellita per convenzione", spiega Katrina Spade Fondatrice + CEO di Recompose. "Il processo, inoltre, riduce al minimo gli sprechi, evitando l'inquinamento delle acque sotterranee con fluidi per imbalsamazione e prevengono le emissioni di CO2 da cremazione e dalla produzione di cofanetti, lapidi e fodere".

 

Leggi tutto

Redazione TanMagazine 27/10/2021 0

Esempio di vero Amore

Londra: aspetta la metro solo per ascoltare l'annuncio del marito morto nel 2007

"A Londra c'è una donna che si reca ogni giorno dentro la metropolitana e resta seduta sulla banchina solo per ascoltare l'annuncio registrato dal marito nel lontano 1950. Margaret McCollum dopo che è morto il suo Oswald Laurence, si siede sulla panchina e aspetta di sentire quella registrazione diventata uno dei piu' celebri" Mind the Gap" di Londra. Nel 2003 Oswald è morto lasciando un grande vuoto nel cuore di Margaret.

Così da quel momento Margaret ha trovato il modo di sentire la sua presenza piu' vicina.

Ma da un giorno all'altro, dopo oltre mezzo secolo, quella voce è stata sostituita da una fredda e vuota voce elettronica.

Presa dallo sconforto Margaret ha fatto la richiesta di quel nastro all'azienda dei trasporti della metropolitana Londinese, per continuare ad ascoltare la voce di suo marito a casa sua. Ma, venuta a conoscenza dell'emozionante storia, l'azienda ha deciso di ripristinare l'annuncio nell'unica fermata in prossimità della casa dove vive la donna, precisamente alla fermata di Enbankment della Norther Line, dove oggi tutti i passeggeri possono ascoltare la voce di Oswald Laurence e pensare che l'Amore Eterno esiste davvero..."

Web

Leggi tutto

Redazione TanMagazine 22/09/2021 0

Infezioni ospedaliere senza tregua nell’intera Unione Europea

Le infezioni ospedaliere in Italia:  si contano 50.000 morti l’anno tutti morti per sepsi

 Non accennano a calare le richieste di risarcimento in seguito a

infezioni contratte durante il ricovero: anche per il 2021 sembra

confermarsi il dato esposto nel 2019 secondo cui ogni 100 infezioni

contratte durante la degenza ospedaliera si avrebbe una richiesta di

risarcimento danni.

Il costo medio per sinistro è di circa 59mila euro;

Più della metà dei casi (56,2%) sono riferibili a prestazioni erogate

nell’area chirurgica, dato che porta a ipotizzare, come principale

causa, una carenza nell’utilizzo delle precauzioni standard

nell’assistenza dei pazienti sottoposti ad interventi e quindi

maggiormente esposti al rischio di contaminazione da agenti esterni.

In particolare, circa il 30% delle infezioni ospedaliere denunciate sono

riferibili a Ortopedia e Traumatologia e il 15% a Chirurgia Generale

LA RESPONSABILITA’ DELL’INFERMIERE NELL’AMBITO DELLE INFEZIONI

Nel caso in cui si verifica un danno (infezione) alla persona, i riferimenti giuridici sono contenuti nel

codice civile e penale del nostro ordinamento e nell’orientamento giurisprudenziale.

Gli elementi che definiscono il tipo di responsabilità professionale sono due:

il carattere colposo;

la necessaria sussistenza del nesso causa-effetto.

Nel primo elemento, la colpa professionale si riconduce sostanzialmente alla negligenza,

imprudenza e imperizia. Esempi pratici sono la condotta superficiale, la mancanza di

conoscenze specifiche e/o abilità tecniche, il mancato rispetto delle buone pratiche.

Nel secondo invece, per l’accertamento della responsabilità professionale, è fondamentale

verificare la sussistenza di un rapporto tra condotta colposa e il danno subito dalla parte lesa.

La condotta colposa può essere attribuita ad un intervento effettuato in modo errato (es.

contaminazione di uno strumento durante la manovra invasiva), oppure per una omissione

(es. mancato controllo delle scadenze di sterilizzazione di uno strumento).

L’infermiere, così come qualsiasi altro professionista, ha l’obbligo dei mezzi e non del risultato.

Non può garantire che le infezioni non possono insorgere, ma deve fare di tutto per erogare un

assistenza ottimale. Deve dimostrare di aver adottato tutte le misure atte a prevenire il danno.

Se il giudice stabilisce la sussistenza tra la condotta colposa dell’infermiere e il danno subito dal

paziente, nella fattispecie l’insorgenza di un' infezione, il professionista può essere chiamato a

rispondere per lesioni colpose (art 590 c.p) e punito con reclusione, o multa, a seconda della

gravità delle lesioni cagionate. Nel caso in cui l’infezione comportasse la morte del paziente, il reato contestato potrebbe essere l’omicidio colposo.

 . 83% degli episodi di polmoniti Ospedaliere sono associate all'utilizzo di ventilazione meccanica

 . Il 97% del infezioni delle vie urinarie sono catetere-correlate

 . l'87% di infezioni ematiche si manifesta su pazienti con catetere venoso centrale

 

MDRO

 

sono definiti come microrganismi resistenti ad una o più classi di antibiotici oggi

disponibili; alla luce di ciò, la gestione di pazienti con positività microbiologica ad un

MDRO, nelle strutture sanitarie, richiede necessariamente l’adozione di specifici

comportamenti assistenziali atti a ridurne quanto più possibile la circolazione , la

trasmissione e i notevoli rischi correlati alla loro presenza in ospedale. Tali rischi si

possono riassumere in:

- aumento della probabilità di fallimento terapeutico;

- aumento del rischio di morbilità e mortalità;

-aumento della durata della degenza ospedaliera.

E’ importante inoltre specificare che tali microrganismi multiresistenti non devono essere

confusi con i microrganismi in grado di causare malattie infettive diffusive, infatti:

-i microrganismi che causano malattie infettive diffusive sono microrganismi che partendo

da un soggetto malato possono contagiare e infettare soggetti sani venuti a contatto con

tale microrganismo (ivi inclusi gli operatori sanitari), per tali malattie è obbligatoria la

notifica di malattia infettiva e l’adozione di specifiche precauzioni atte ad interrompere la

catena di trasmissione. Il personale sanitario è pertanto soggetto a rischio di malattia come

un qualsiasi altro soggetto venuto a contatto con tali microrganismi senza le dovute

precauzioni.

- i microrganismi multiresistenti, non causano malattie infettive contagiose trasmissibili da

soggetto infetto a soggetto sano né da soggetto infetto agli operatori sanitari. Tuttavia, ove

non siano adottate le precauzioni necessarie ad evitare la trasmissione, prima fra tutte il

corretto lavaggio delle mani, gli operatori sanitari sono il principale veicolo di trasmissione

dell’infezione ad altri pazienti suscettibili e possono a loro volta diventare colonizzati e/o

ammalarsi successivamente durante un periodo di immunodeficienza.

 

LA STAMPA

«Vorrei chiarire una cosa: io non ho nessun tumore, ho un’infezione da batterio killer

che per essere debellato necessita di una cura antibiotica molto potente di 6 settimane,

due le ho già fatte, quindi manca poco». «Sono contento, sto bene, non sono malato -

ribadisce ancora - non ho nessuna malattia, devo semplicemente debellare un batterio

che abbiamo tutti, ma che invece di lavorare a favore della vita, comincia a lavorare per

distruggere tutto quello che c’è. Questo batterio si chiama staffilococco aureo, poi

ce ne sono anche degli altri - spiega Vasco - ma capita a volte di avere queste cose,

quando c’è un’abrasione o un abbassamento delle difese immunitarie». «Il batterio

bisogna farlo fuori - conclude il cantante - per questo ci vogliono antibiotici molto potenti

e per molto tempo, ma alla fine, ripeto, sarà lui a morire non io».

 Dott. Lazzarin (infettivologo San Raffaele)

Si tratta di un microrganismo gram positivo comunissimo, disposto sulla superficie

cutanea esposta di qualsiasi uomo. Quindi la sua presenza non è inusuale, e

normalmente non porta a malattie. Il fatto che dia infezioni non rappresenta

un’eccezione, ma è una situazione di convivenza biologica comune con l’organismo

umano. Siccome è molto diffuso può essere la causa di infezioni che finiscono all’interno

dell’organismo (polmoniti, ascessi, gastroenteriti), e questo è più raro. Questo può essere

dovuto ad un taglio delle barriere anatomiche o all’inserimento di farmaci per via

endovenosa. L’infezione è di solito facilmente curabile con gli antibiotici, a meno che non

ci siano situazioni di particolari gravità e in certi casi il batterio può sopravvivere anche

agli antibiotici diventando molto resistente e difficilmente controllabile. Lo stafilococco

può diventare anche mortale, soprattutto se passa ad un soggetto poco

competente dal punto di vista immunologico e quando diventa non

sensibile agli antibiotici l’infezione non guarisce e in questi casi non

c’è molto da fare….

In un’indagine di prevalenza (SIPIO) effettuata nel 1983 su un campione

di letti ospedalieri (36 mila in 142 ospedali), si è rilevato che il 6,8% dei

pazienti ospedalizzati per ogni motivo è risultato affetto da un’infezione

ospedaliera.

Nel 2000 uno studio di prevalenza condotto 

Leggi tutto

Redazione TanMagazine 17/05/2021 0

FUNERALI LOW COST: LA TRUFFA E' DIETRO L' ANGOLO!

 

Si può davvero pensare di optare per un funerale low cost ed avere un servizio di qualità? Oggigiorno il fenomeno delle imprese funebri che propongono funerali low cost ed all inclusive a prezzi ben al di sotto della media, sui 900 – 1200 euro, sta prendendo sempre più piede all' interno del settore funerario. Ma cosa si cela dietro a questi prezzi ridicoli?

 

Quanto costa un funerale in Italia, oggi? Il costo della cerimonia che accompagna l' estremo commiato al defunto è sicuramente variabile ed è in funzione del servizio che si vuole organizzare: ecco che, se ipotizzare un minimo di prezzo dal quale poter partire è piuttosto semplice, il limite massimo da raggiungere è ovviamente soggettivo, ma, considerata l' attuale tendenza delle famiglie a tenere sempre più sott'occhio il portafoglio, il tetto non sarà altissimo.

Al contrario, invece e piuttosto, più verosimilmente sarà una corsa al ribasso. Ma bisogna fare attenzione al servizio e alla qualità!

Attualmente, il prezzo medio di un funerale completo, da parte di aziende serie e professionali, può essere ascritto in un range che va dai 2000 euro circa (o anche qualcosina meno, in caso di un servizio economico) ai 3000 e passa, ma si possono raggiungere anche i 4 - 5mila euro per funerali più prestigiosi e di lusso, considerando anche che - oltre alle pratiche burocratiche, alla cassa e ai suoi accessori, al carro e al trasporto e alle tradizionali attività che l' impresa funebre svolge -, ci sono da pagare le tasse e i costi del cimitero e dei loculi, a patto che non si opti per la cremazione della salma.

Se è un dato di fatto che il rito funebre sia un servizio - anche nel caso del più essenziale -, non propriamente fra quelli più a buon mercato, altrettanto vero è, comunque, che nel prezzo rientra la serietà dell' azienda, la professionalità, la competenza, l' esperienza nel settore e il rispetto delle normative. Ma non sempre, purtroppo, è così.

Infatti non è certo una novità che oggi si assista, anche non di rado, da parte di alcuni impresari del settore, alla messa in atto di tentativi che possono essere definiti di vero e proprio declassamento del servizio funebre, proponendo funerali low cost ed all inclusive a prezzi che si aggirano sui 900 – 1200 euro.

Tuttavia, coloro che offrono funerali a prezzi bassissimi, rispetto alla media generale, vogliono sì fare certamente numero o meglio “cassa” ma senza badare al servizio e all' eccellenza, cercando letteralmente di rubare i funerali alle aziende che in realtà investono e mantengono alta la qualità, la competenza e professionalità.

La proposta di prezzi scandalosi si riflette in scelte che, tra l' altro, non rispettano minimamente le norme ministeriali e la stessa Agenzia delle Entrate è intervenuta più volte sulla questione, scaturendo controlli ed indagini in casi specifici: laddove un funerale scende sotto i 2000 euro circa, di sicuro c'è qualcosa che non va!

 

Queste sono imprese che, senza luoghi comuni, cercano proprio di rovinare e di screditare il settore, e in molti casi non emettono nemmeno regolare fattura.

 

I legni usati poi sono spesso di scarsa qualità, il cui spessore è ben al di sotto alle normative ministeriali e di quelle del Regolamento di Polizia mortuaria, e le cui caratteristiche non sono certamente in regola.

 

Le bare vengono costruite all' interno di squallidi garage, per far fronte all' immediata richiesta e all' urgenza del bisogno, in un momento, peraltro, in cui i parenti e i familiari, addolorati e rattrististi dalla perdita, sono psicologicamente più labili, manifestando maggiore debolezza e manipolabilità, e prendendo per buona anche una soluzione come quella, la quale oltre a fare fronte in tempi rapidi alla propria richiesta, sembra anche alquanto allettante dal punto di vista economico.

 

Tuttavia, tutto questo si svolge non solo a discapito di quelle aziende solide e professionali che, con tenacia, mirano ad offrire ancora un servizio di qualità, ma anche a danno della famiglia che, non sapendo, acquista una cassa che all' impresa sarà costata sì e no forse un centinaio d' euro - costruita con modalità e  materiali non a norma -, provocando problemi anche all' interno dei cimiteri, dove queste bare, col tempo, non riescono certamente nemmeno a contenere i gas e i liquami che la salma inevitabilmente sprigiona.

 

Attenzione quindi perché si sa… regalare, non regala niente nessuno!!! Infatti, le truffe sono sempre dietro l' angolo.

Si va dal caso in cui a Roma, qualche tempo fa, si promettevano, telefonicamente, a vecchietti ingenui e ignari del losco tranello, funerali low cost, in occasione del loro proprio futuro funerale - un pacchetto all inclusive con tanto di bara e vestizione compresa, con pagamento dell' anticipo e consegna a domicilio, al momento della dipartita -, e poi successivamente, ritirato l’acconto, o il saldo, della presunta impresa funebre non era rimasta nemmeno l' ombra; a quello, sempre di qualche anno fa, (quantomeno questa volta il funerale era stato svolto!) di un' agenzia nel padovano che aveva ricorso a questa scontistica, proponendo funerali a partire da 1450 euro, quando una signora, affidatasi all' azienda dopo la morte del marito, si è vista lievitare il conto fino a 3900 euro, per “presunti servizi aggiuntivi al prezzo base” - così si era giustificata infatti l' impresa (nel caso, il peso di 155 di chili del defunto, che non rientrava nella cassa standard, inclusa nell' offerta a basso budget, l' uscita serale e il maggior numero di personale impiegato).

Ma questo non è certo l' unico caso in cui la promessa per cui con un prezzo ridicolo si possa avere un “funerale completo” viene regolarmente mandata a quel paese, perché invece che “tutto compreso”, costosi servizi aggiuntivi, peraltro di dubbia qualità, ed accessori non compresi nel pacchetto iniziale, vanno sempre inevitabilmente ad alzare la parcella.

Non sono certo nuovi, poi, i casi di sciacallaggio. C'è chi blocca i parenti del defunto in ospedale per tentare di vendergli i loro servizi a prezzi vergognosi, e chi si arma di manifesti e cartelloni pubblicitari a mezzo stampa.

Così, si può ricordare il caso, qualche anno addietro, di un' impresa di pompe funebri nel fiorentino che aveva divulgato in bella mostra manifesti che pubblicizzavano "funerali completi a 990 euro": una promozione che era utilizzata solo per attirare clienti ma che si era rivelata non veritiera, presupponendo, in quella situazione, anche l' intervento dell' Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (Iap)", che ne ordinò la rimozione, sotto richiesta della Presidente Regionale della Federazione Comparto Funerario Italiano della Toscana; la quale era intervenuta a precisare, essa stessa, che era impossibile che delle imprese funebri regolari - soddisfacendo tutti i requisiti previsti dalla normativa, con personale assunto regolarmente-, potessero proporre prezzi così bassi.

Cosa bisogna fare quindi per non incorrere in simili tranelli ed essere sicuri di scegliere un’impresa funeraria seria e professionale?

Un servizio funebre completo ha senz' altro molte componenti e molti costi. Pertanto, prima di tutto, è indispensabile che ci sia la massima trasparenza tra operatori e clienti: ossia che coloro che sono colpiti da un lutto, in un momento di così particolare fragilità, possano avere i servizi richiesti, nei tempi concordati e senza sorprese sui costi. E seconda cosa, è fondamentale puntare sulla professionalità di imprese competenti e con una solida esperienza nel settore.

E se si vuole risparmiare sul funerale, certamente lo si può fare, scegliendo un servizio essenziale, ma attenzione alla qualità!

Legni come il mogano o il rovere sono legni più pregiati, e costosi. Dunque prediligere legni come l' abete, il pino o il ciliegio permette senza dubbio di stare più contenuti coi costi: inoltre, anche optare per finiture economiche ed essenziali consente di risparmiare.

Ma attenzione: la cassa proposta, anche se economica, deve essere comunque di buona fattura.

Secondariamente, il trasporto, dove scegliere un modesto furgoncino vetrato è ben diverso da un carro funebre lussuosissimo, e i fiori - a cui qualcuno spesso rinuncia in favore delle opere di bene” -, ma che, se si vogliono comunque, devono essere sempre freschi e ben presentati. Per finire non è possibile lesinare nemmeno sul personale, che deve essere sempre disponibile e competente, ben organizzato e di buona presenza durante il servizio.

 

Fare attenzione a queste variabili è importante, ricordando sempre dunque che, nel settore funebre, ma questo vale anche come regola generale, laddove il prezzo di un servizio è troppo basso quasi sicuramente si trova la fregatura!!

Leggi tutto

Redazione TanMagazine 29/03/2021 0

Ultimo viaggio a zero emissioni? Ecco la Tesla trasformata in carro funebre

Sembra quasi scontato ricordarlo, ma le auto elettriche sono perfette come carro funebre. Devono infatti solitamente percorrere brevi distanze, a volte davanti a cortei, e non avere i gas di scarico è un vantaggio notevole. Uno specialista norvegese ha trasformato questa Tesla Model S, allungando l'auto di 80 cm, modificando gli interni e la carrozzeria, ed ora è in vendita per l'equivalente di 200.000 dollari.

In Norvegia è noto che il settore delle auto elettriche è in piena espansione, in particolare hanno riscosso un grande successo tutti i modelli Tesla attribuendo al paese il titolo di mercato europeo più interessante per la casa automobilistica americana della grande T.

Un successo così importante lascia spazio anche ad una rapida e varia personalizzazione delle auto,  il mercato delle quattro ruote elettriche è riuscito a conquistare anche quello delle onoranze funebri: in vendita infatti un carro funebre su base Tesla Model S proposto al prezzo di ben 200.000 $.

Opportunamente ampliato e modificato questa autofunebre elettrica, se ci soffermiamo a pensare, la destinazione d'uso  si sposa molto bene con la funzione che dovrà svolgere nei cortei funebri, risultando un'abbinata molto azzeccata:

  • Percorrenza di distanze relativamente corte
  • Possibili lunghi tempi di ricaricare
  • Completamente silenziose
  • Zero emissioni
  • In grado di procedere anche a velocità molto lente

Il modello in questione è del 2018 ed ha all'attivo solo 1.000 km, è stato realizzato dall'artigiano Jan Erik Naley il quale, oltre a modificare gli interni, ha dovuto allungare l'intera vettura di oltre 80 cm per poter realizzare a dovere tutta la dotazione interna, con il prezzo di 1.999.000 SEK, circa 207.500 $, può sembrare una vettura costosa, ma in realtà è in linea con gli standard del settore, senza contare i costi più bassi di alimentazione.

Sicuramente, in prima battuta, l'originalità del mezzo attira l'attenzione, ma lascia comunque un fondamento di interesse per le caratteristiche azzeccate per il settore al quale è destinato

Leggi tutto

Redazione TanMagazine 24/11/2020 0

UN TESTO PER LA NUOVA TANATOPRASSI

Con la scoperta di Fluytan il sostituto della formalina nasce la nuova tanatoprassi:
Nuove tecniche, nuovi metodi di intervento, cambia il modo di svolgere la cura di tanatoprassi che il mondo conosce.
I.N.I.T. Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi in collaborazione con Assotan e Alphatan Academy stanno preparando un libro per studiare e per apprendere la Nuova Tanatoprassi. Questo testo vi assisterà e vi porterà passo passo fino al momento dei test per l'esame finale dei corsi riconosciuti dallo Stato Italiano.
Leggi tutto

Redazione TanMagazine 17/09/2020 0

"Ci vuole coraggio"

L’IMPRENDITORE: “CI VUOLE CORAGGIO”

 E’ sceso dalla bicicletta nel 1964 in seguito ad una caduta durante il giro di Piemonte, ora il comm. Alcide Cerato è un imprenditore di successo. Sua l’impresa funebre San Siro che ha realizzato a Milano la prima Funeral Home (casa funeraria). Secondo Cerato non ci sono mezzi termini, per emergere dal settore bisogna: “Non proporre, ma fare”. Innovare per distinguersi, come quando introdusse la possibilità di utilizzare le Rolls Royce per il trasporto dei feretri. “ Tra noi e gli altri – spiega - c’è una grande differenza. Noi abbiamo realizzato una casa funeraria sul modello americano frutto di grande esperienza, investimenti e di difficoltà e consideri – conclude  - che per un mercato come il nostro è già una conquista trovare il coraggio per investire. Più che soffrire di una normativa disomogenea, si patisce un’immobilità culturale: “ Ogni regione  - aggiunge – ha una cultura e un sistema diverso, ma l’Italia va dall’Alto Adige alla Sicilia e c’è bisogno di innovazione e specializzazione: prenda i pionieri della tanatoprassi, sono – conclude – professionisti che hanno dato una dimostrazione di ammodernamento, rinnovamento”.  

Leggi tutto

Redazione TanMagazine 17/09/2020 0

L’O.N.T. Ordine Nazionale Tanatoprattori presenta il nuovo codice deontologico

Composto da 43 articoli detta linee di indirizzo vincolanti per tutti i Tanatoprattori riconosciuti.

Pronto il nuovo Codice deontologico per i tanatoprattori. A presentarlo sarà l’Ordine Nazionale Tanatoprattori  (O.N.T.). Il nuovo Codice, composto da 43 articoli, oltre ai tradizionali precetti deontologici, tra i quali quelli che ribadiscono il fermo 'no' alle Imprese funebri di utilizzare tanatoprattori  per allacciare rapporti di servizio con le strutture sanitarie, detta linee di indirizzo vincolanti per tutti i tanatoprattori  italiani in tema di educazione alla Cura della salma e rapporti con l’ambiente, sicurezza della famiglia e prevenzione del rischio infezioni,  oltre a fenomeni quali l'abusivismo e il prestanomismo.

"L'ordinamento della professione, che aggiorna quello redatto nel 2015 - spiega in una nota Andrea Fantozzi, presidente dell’ ASSOTAN Associazione Italiana Tanatoprassi  - è frutto di un lungo e approfondito confronto all'interno della categoria attenta a recepire e fornire risposte adeguate alle tante tematiche di interesse settoriale che i progressi della Tanatoprassi e l'esercizio quotidiano della professione portano all'attenzione dei tanatoprattori ". Per la prima volta al Codice deontologico sono allegati due regolamenti sull'esercizio della professione tanatopratica quali la pubblicità  e il conflitto di interesse. "Abbiamo voluto ridisegnare un Codice - ha aggiunto Fantozzi - sviluppando quelle tematiche che inevitabilmente entreranno a far parte del bagaglio culturale e professionale dei tanatoprattori italiani. Non si è trattato quindi solo di un intervento di maquillage del Codice del 2015. Ma - conclude Fantozzi - abbiamo cercato di realizzare un documento che ribadisca con forza il concetto che, nella tutela della professione, il tanatoprattore è comunque portatore di un progetto, dove la cura della salma è saldamente correlata al rapporto di fiducia con il sistema sanitario e il  familiare ".

Leggi tutto

Redazione TanMagazine 17/09/2020 0

Efficienza, rispetto e tradizione

È modenese una delle Aziende funebri più importanti d'Italia. Si chiama "Cofim", ed è la ditta che da circa 40'anni gestisce con eccellente preparazione e competenza il comparto funerario Modenese grazie alla gestione oculata e scrupolosa dell'imprenditore Gianni Gibellini. Il personale altamente qualificato vi potrà consigliare nell'organizzazione completa del servizio funebre attraverso l'ampia scelta di servizi dettagliatamente studiati per rispondere in maniera adeguata a tutte le esigenze. A disposizione passaporti mortuari e disbrigo pratiche, incisioni su lapidi, lavorazioni marmi e graniti di tutte le tipologie, allestimento camere ardenti, composizione salme, addobbi floreali, pubblicazione necrologie, partecipazioni e ringraziamenti, stampa avvisi e ricordi, allestimento camere ardenti, cremazione salme e resti mortali, urne cinerarie, trasporto salme in Italia e all'estero. Inoltre la collaborazione tra la ditta Cofim e L'I.N.I.T. (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi) crea il sodalizio per eccellenza attraverso il quale l'azienda di Gianni Gibellini acquisisce ulteriore lustro e competenza. «Gianni Gibellini è un imprenditore che esercita la professione con entusiasmo ed estrema professionalità – dichiara il fondatore dell'Init Andrea Fantozzi - grazie ad un sistema di organizzazione delle esequie di personaggi noti e non. Oggi la sua impresa è tra le più importanti del modenese. Pertanto siamo entusiasti della collaborazione tra la Cofim e l'Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi che, da sempre, opera sulle spoglie di personaggi di rilievo come quella del grande maestro Luciano Pavarotti e, ultimamente, sulla salma di Giuseppe Cremonini, uno dei più grandi imprenditori del settore carne in Italia. In tale occasione – continua l'esperto – ho potuto apprezzare la grande competenza e la dedizione di Gianni Gibellini che, durante il lavoro di cura della salma, ha partecipato attivamente per ottenere il miglior risultato per una corretta e dignitosa presentazione del defunto ai famigliari ». E infine un cenno storico. Poiché sono stati ritrovati i resti di una necropoli tardo romana – databili fra la fine del III e gli inizi del V secolo dopo Cristo – presso Fossalta, nell' area immediatamente a ridosso della via Emilia, durante i lavori di ampliamento della Cofim. "Gli accertamenti preliminari – si legge in una nota - hanno portato alla luce una ventina di sepolture a inumazione e due incinerazioni, conservate al di sotto di un potente strato alluvionale. Sono state recuperate anche numerose mo nete in bronzo, in prevalenza di età costantiniana, vetri, ceramiche, strumenti metallici e in osso lavorato. Sono stati presentati proprio al Museo Civico archeologico di Modena i vari reperti recuperati". Una scoperta importante, dunque, alla quale sono seguiti accordi fra la Cofim e la Soprintendenza ai beni archeologici dell'Emilia Romagna che hanno permesso il recupero delle strutture attraverso uno scavo stratigrafico diretto da Nicoletta Giordani, funzionario della Soprintendenza e coordinato da Xabier Gonzales Muro, dottore di ricerca in topografia antica all' università di Bologna. "Nei laboratori della Soprintendenza – si legge ancora nella nota - a Bologna, sono attualmente in corso i restauri dei reperti rinvenuti a Fossalta. Oltre allo studio dei resti archeologici è stato avviato anche quello dei resti antropologici, in collaborazione con l'Istituto di medicina legale del Policlinico di Modena, paleobotanici e microbiologici".

 

Leggi tutto