Codacons: il business dei funerali in Italia vale 3,5 miliardi di euro
Sandra Bergamelli 25/02/2023 1
Gli abusi nelle camere mortuarie su cui indaga la Procura di Milano rappresentano una goccia nel mare, perché il fenomeno del racket del caro-estinto è diffusissimo negli ospedali italiani. Lo denuncia il Codacons, che da anni lancia l’allarme sulle illegalità da parte delle imprese funebri all’interno dei nosocomi del nostro Paese.
“Il business dei funerali raggiunge in Italia quota 3,5 miliardi di euro annui e vede attive più di 5 mila imprese funebri. Un giro d’affari enorme che fa gola a soggetti senza scrupoli, avvoltoi pronti a pagare profumatamente operatori, infermieri, medici e anche una certa Chiesa Cattolica per avere in tempo reale i nominativi dei deceduti, o a mettere in atto comportamenti illegali per sabotare la concorrenza, sfruttando la situazione di sofferenza e confusione dei parenti dei defunti per offrire servizi funebri a tariffe maggiorate rispetto ai prezzi di mercato”.
In base ai calcoli del Codacons, infatti, i funerali con tangente incorporata costano mediamente il 30% in più rispetto ai costi medi dei servizi funebri. Il Codacons chiede dunque di estendere i controlli in tutti gli ospedali italiani, al fine di stroncare le collusioni tra pompe funebri, infermieri e camere mortuarie, e invita i parenti dei defunti a non accettare mai l’offerta di agenzie che si presentano e offrono servizi senza essere state esplicitamente chiamate. Anche in queste situazioni drammatiche occorre avere il sangue freddo di dire un “no” deciso. Tanmagazine ha deciso di approfondire per fare informazione libera e giusta su un argomento che si sta trasformando in un pericoloso grande inganno del settore.
Nei prossimi numeri vi proporremo una delle storie più sleali e viscide che i così detti grandi imprenditori del settore hanno organizzato contro i veri innovatori del settore funebre italiano.
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Michel Cioffi 17/09/2020
Perché molte persone sono riluttanti ad avvicinarsi al corpo di un loro caro defunto? Perché sono insensibili?
Non appartengo al settore funerario. Mi occupo d'immagine. Immagine di vivi e non di defunti. Fino a non molto tempo fa, ignoravo tutto della tanatoprassi e guardavo con una certa diffidenza tutto ciò che era legato all'attività funebre, attività che consideravo come un male necessario. Necessario, ma sempre un male. Penso tutt'ora che il mio atteggiamento fosse comune a molta gente. Come molte persone, non ero per nulla attratto dal vedere i cadaveri anche se la mia professione mi aveva portato su vari scenari di guerra e calamità naturali dove dolore e morte facevano regolarmente parte dello scenario. Ma in quel caso era diverso: il contatto con la morte apparteneva alla sfera della professione. Era routine.
Dopo essermi avvicinato alla tanatoprassi, sempre per professione, mi sono posto una domanda: perché molte persone sono riluttanti ad avvicinarsi al corpo di un loro caro defunto? Perché sono insensibili? Non penso. La ragione è che l'immagine che vogliono conservare, che vogliono ricordare del loro caro non è quella del morto. La fissità del viso di un cadavere ha una grande forza espressiva e spesso, vi si legge in maniera inesorabile sofferenza e dolore. Si vogliono ricordare immagini di momenti felici. Eppure quell'immagine, quell'espressione sul letto di morte o nella bara, vista anche per un attimo, t'insegue e ti perseguita.
Ed è lì che tanatoprassi e tanatoestetica possono svolgere un importante ruolo sociale e di civiltà: curandone l'aspetto si ridà ad una persona, perché sempre di persona si tratta, la dignità che non di rado aveva perso nell'ultimo periodo della sua vita.
Il mondo di oggi è un mondo dove la cura dell'immagine è quasi portata ad esasperazione. Prodotti per l'estetica, la cura del corpo e del viso non conoscono crisi. La cura dell'immagine diventa una priorità impostata dai rapporti professionali e sociali e non si capisce perché questa cura non dovrebbe riguardare proprio l'ultima immagine che uno lascia di se. Chi rimane dovrebbe percepirlo come un segno di rispetto, un obbligo morale.
Tanatoestetica e tanatoprassi dovrebbero diventare una prassi e non l'eccezionalità. Prassi lo sono già in America e lo stanno diventando nel Regno Unito in Francia e in altri paesi europei. Sono personalmente convinto che se la gente fosse correttamente informata non avrebbe difficoltà ad aderire a patto che non venga spaventata da una terminologia sconosciuta e persino intrigante. Si dovrebbe semplicemente parlare di cure di conservazione come accade in Francia dove la stessa legge recita: “soins de conservation”.
I popoli antichi consideravano la nascita e la morte come due momenti fondamentali ai quali partecipava tutta la comunità. L'era moderna, che ha progressivamente disgregato le comunità, anche quella familiare, tende a limitare le forme e i momenti di partecipazione. Ritrovarsi e magari riallacciare rapporti da tempo affievoliti può essere una grande opportunità e la tanatoprassi può ridare una serenità familiare in un momento così delicato come quello del commiato.
Per avere successo in società si dice che bisogna “nascere bene” a chi ci lascia deve essere consentito “morire bene”.
Michel C.
Valter Manzone 05/10/2021
Professione e competenze
La regolamentazione delle professioni come la tanatoprassi dovrebbero seguire principi specifici. In particolare nella definizione delle norme di pratica professionale.
Il mondo Funerario è seriamente soggetto a interventi normativi, e la nuova regolamentazione dovrebbe essere motivata dall’esigenza di proteggere le famiglie dalle conseguenze di servizi di scarsa qualità qualora esistano problemi di informazione asimmetrica. Per esempio, può essere molto difficile per una persona comune individuare – e quindi evitare – un tanatoprattore incompetente. Poiché essere serviti da un tanatoprattore poco capace può avere conseguenze potenzialmente molto sgradevoli, è preferibile regolamentare l’accesso alla professione tanatopratica per impedire agli incapaci di operare sul mercato.
Naturalmente, limitare l’accesso a un mercato come quello della tanatoprassi ha necessariamente un costo: rispetto a uno non regolamentato, vi opererà un minor numero di professionisti e di conseguenza i prezzi saranno più elevati. Non c’è dubbio che preservare o migliorare la qualità dei servizi (tanatopratici) offerti a un sistema funerario che si trova in un momento storico come quello che stiamo attraversando con la nascita e diffusione delle Case Funerarie su tutto il territorio sia desiderabile o forse necessario.
Nonostante la ragionevolezza del principio oggi il settore funebre italiano manca sul problema più serio: nella maggior parte dei casi si osservano persone del settore o impresari funebri partecipare a corsi di 3/5 giorni senza alcun esercizio pratico su casi reali, quando per una buona formazione accorerebbero almeno 100 casi reali a partecipante. No invece gli impresari italiani a fine dei 3/5 giorni portano a casa un attestato che subito appendono dietro la loro scrivania e si sentono tanatoprattori super professionisti. Tutto questo assolutamente non garantisce il miglioramento della qualità dei servizi rivolti alla salma oggi sempre più presenti.
Questi risultati sul comportamento delle imprese funebri italiane deve necessariamente portarci a concludere che si debba Regolamentare l’accesso alla professione sulla cura della salma. Infatti, è del tutto evidente che in alcuni casi le conseguenze di un cattivo servizio sono talmente disastrose da giustificare largamente una forma di regolamentazione dell’accesso alla formazione sulla cura delle salme.
In realtà il punto cruciale riguarda il livello minimo di conoscenze (di vario tipo, comportamentali incluse) necessario per esercitare la professione del tanatoprattore.
Il tanatoprattore professionista iscritto all’Ordine Nazionale Tanatoprattori O.N.T. avrà dei requisiti professionali che saranno oggetto di verifiche periodiche perche si mantenga l’appartenenza all’ordine o alla professione.
L’Ordine è composto da quasi 30 professionisti.
Attraverso un numero verde è possibile richiedere un iscritto all’Albo, richiedere la sua scheda personale con la descrizione delle esperienze effettuate e trovare i suoi contatti.
La ricerca a breve potrà essere effettuata anche online per cognome o numero di matricola oppure in base alle esperienze professionali e ai principali ruoli svolti. Questo secondo criterio è valido solo per i professionisti che hanno compilato il proprio profilo professionale attraverso l’area iscritti.
I professionisti preparati e competenti hanno l’esigenza di essere tutelati dalla concorrenza non qualificata di professionisti improvvisati, offrendo al mercato la verifica oggettiva delle competenze realmente possedute.
I clienti, per affidarsi ad un professionista, hanno necessità di disporre di una forma di “garanzia preventiva” per ottenere prestazioni adeguate alle loro esigenze ed essere salvaguardati dal rischio di affrontare inconvenienti o incorrere, nella peggiore delle ipotesi, nel danno.
Andrea Pastore 13/10/2024
Il Regolamento di Polizia Mortuaria: un quadro in evoluzione
Il Regolamento di Polizia Mortuaria, introdotto con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 10 settembre 1990, rappresenta un punto di riferimento fondamentale nell'ambito della gestione dei defunti in Italia. Questo complesso di norme, costantemente aggiornato in base alle evoluzioni sociali, sanitarie e tecnologiche, definisce le procedure da seguire in caso di decesso, dalla constatazione medica alla sepoltura, passando per il trasporto e la conservazione delle salme.
L'importanza di un quadro normativo aggiornato
Il settore funerario è profondamente legato alle tradizioni culturali e religiose di un paese, ma allo stesso tempo è soggetto a rapidi cambiamenti. L'allungamento della vita media, l'evoluzione delle pratiche mediche, l'emergenza sanitaria globale e le nuove esigenze della società civile richiedono un continuo adeguamento del Regolamento di Polizia Mortuaria.
Quali potrebbero essere i prossimi aggiornamenti?
Sulla base delle tendenze attuali e delle sfide future, è possibile ipotizzare alcune possibili evoluzioni del Regolamento:
- Digitalizzazione dei processi: L'introduzione di strumenti digitali per la gestione delle pratiche funerarie potrebbe semplificare le procedure, ridurre i tempi e garantire una maggiore trasparenza. Si potrebbe pensare a un'anagrafe dei defunti digitalizzata, alla dematerializzazione dei certificati e alla possibilità di effettuare alcune operazioni online.
- Valorizzazione della volontà anticipata: Sempre più persone desiderano esprimere le proprie volontà in merito alle proprie esequie. Una revisione del regolamento potrebbe prevedere una maggiore tutela della volontà anticipata, facilitando la sua espressione e garantendone il rispetto.
- Sostenibilità ambientale: Il tema della sostenibilità ambientale sta diventando sempre più centrale in tutti i settori. Anche il settore funerario potrebbe essere interessato da un processo di ecologizzazione, con l'incentivazione di pratiche più rispettose dell'ambiente, come la cremazione o la sepoltura naturale.
- Tutela dei diritti dei familiari: Il decesso di un congiunto rappresenta un momento molto delicato per i familiari. Il regolamento potrebbe essere aggiornato per garantire una maggiore assistenza e tutela dei loro diritti, sia dal punto di vista emotivo che pratico.
Conclusioni
Il Regolamento di Polizia Mortuaria è uno strumento dinamico, che si adatta ai cambiamenti della società. I prossimi anni potrebbero portare a significative novità in questo ambito, con l'obiettivo di garantire un servizio sempre più efficiente, trasparente e rispettoso delle esigenze di tutti.
Roberto Porelli
interessante, sia dal punto di vista professionale che culturale e sociale. seguirò con attenzione le vostre notizie. 16/12/2023
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